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Banca Mondiale: hanno detto di Wolfowitz…

Il contestatissimo presidente della Banca Mondiale e ex falco dell'amministrazione Bush, Paul Wolfowitz non vuole lasciare la sua poltrona

di Joshua Massarenti

Settimana cruciale per Paul Wolfowitz. Il presidente della Banca mondiale ha presentato il 30 aprile scorso al Comitato di audit interno della prestigiosa istituzione finanziaria internazionale la sua versione riguardo lo scandalo che lo vede accusato di favoritismi nei confronti della sua compagna Shaha Ali Riza. Nel corso dell’audizione, Wolfowitz ha nuovamente riconosciuto le sue colpe tagliando però corto a voci insistenti sulle sue dimissioni: “non intendo dimetteri” ha detto il presidente della Banca mondiale.

La sua prestazione non sembra tuttavia aver convinto i membri del Consiglio di amministrazione che ha emesso un comunicato in cui spiega di aver ricevuto ieri il resoconto dell’audizione resa lunedi’ da Wolfowitz. ”Il Consiglio di amministrazione – sottolinea il comunicato – resta molto preoccupato per l’impatto sul lavoro del gruppo Banca Mondiale e vuole trovare una soluzione il piu’ presto possibile a questo caso”. Wolfowitz, accompagnato dal suo legale, aveva tra l’altro detto di essere vittima di una campagna di calunnie.

Lo scandalo Wolfowitz sta tenendo banco sui principali quotidiani internazionali. Il settimanale panafricano “Jeune Afrique” ci ha dedicato un servizio di sei pagini in cui ha ricordato i timori espressi dopo la sua nomina alla guida della Banca mondiale dai massimi specialisti di politiche di sviluppo. Ecco alcune chicche risalenti al marzo 2005:

James Wolfenson (presidente uscente della Banca mondiale):
“La sua nomina è davvero terrificante”.

Jeffrey Sachs (economista americano e consigliere di Kofi Annan per la Campagna del Millenio):
“E’ un uomo privo di esperienza in tema di sviluppo internazionale e senza qualifiche professionali. Lo sviluppo non è roba per dilettanti”.

Joseph Stiglitz (Premio nobel per l’economia)
“La Banca mondiale sarà di nuovo un luogo di repulsione”.

Rodrigo de rato (Direttore generale del Fondo monetario internazionale):
“Questa nomina è un’altra provocazione dell’amministrazione Bush e dei neoconservatori contro il Terzo mondo”.


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