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Per avere la legge lavoreremo gratis

Mancano i tecnici che definiscano i decreti attuativi della norma. Motivo? Costano troppo. Ma una soluzione c’è...a cura di, Paolo Stregia

di Redazione

Pronti a lavorare gratis, pur di non perdere altro tempo e veder completato il quadro normativo sull?impresa sociale. «Lo abbiamo fatto con la Turco quando bisognava varare la legge 69 sul collocamento obbligatorio, con Treu e la legge sul socio lavoratore e siamo pronti a continuare la nostra collaborazione pro bono sull?impresa sociale purché si renda al più presto operativo il decreto legislativo 155/2006». La disponibilità è rivolta al ministro Ferrero e viene da Carlo Borzaga, docente di Economia all?università di Trento e dai professori che con lui animano i centri di ricerca sull?impresa sociale Issan e Iris Network.

Intervenendo ai lavori del Colloquio scientifico sull?impresa sociale, iniziativa promossa a metà maggio da Iris Network, il sottosegretario alla Solidarietà sociale, Cecilia Donaggio, assicurò che entro pochi giorni sarebbe stata insediata una commissione di tecnici esterni per lavorare alla definizione dei decreti ministeriali che dovrebbero rendere operativa la legge sull?impresa sociale. «I decreti saranno pronti entro giugno», promise il sottosegretario.

Qualche giorno più tardi il ministro Paolo Ferrero ha invece deciso di modificare la tabella di marcia e allungare i tempi per la definizione dei decreti, la cui approvazione è attesa da oltre un anno, da quando cioè il 24 marzo 2006 fu licenziato il decreto legislativo 155. Invece di una commissione tecnica, Ferrero ha quindi istituito un gruppo di lavoro interno al ministero per svolgere un monitoraggio sulle questioni da affrontare nei decreti (tema questo noto da mesi), e di allargare la consultazione alle organizzazioni interessate dal provvedimento. «Una soluzione che consente di risparmiare sui costi di una commissione di esterni», dicono dal ministero. «Se è solo un problema di costi e non di volontà politica», rilancia Borzaga, «abbiamo noi la soluzione: siamo pronti a lavorare gratuitamente per un provvedimento che può dare ulteriore impulso al privato sociale. Lo abbiamo già fatto in passato e siamo disposti a farlo di nuovo».


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