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Sostenibilità sociale e ambientale

L’Equosolidale a cinque stelle

Grandi cuochi per dimostrare che il cibo “giusto” funziona anche per i palati più esigenti...

di Gabriella Meroni

Chi fosse passato la sera di martedì 3 luglio dalla open lounge dell?hotel Park Hyatt di Milano – un cinque stelle con vista sulla Galleria – avrebbe visto occhieggiare, tra le tante giacche blu aperte su candide camicie fatte su misura, e tra i tanti tacchi alti demi-zeppa tempestati di cristalli, anche sandali bassi di cuoio, polo informali, gonne lunghe e camicie oversize. Due mondi a confronto: gli habituée di uno degli aperitivi più glam della città gomito a gomito con gli invitati alla Finger Food Night di Altromercato, serata dedicata alla presentazione di un nuovo volume per gourmet equi e solidali. Un mix inedito, una location scelta con attenzione dagli organizzatori: basta con l?equazione commercio equo uguale terzomondismo un po? pauperista, basta con le degustazioni di cioccolato e caffè alle fiere di settore. Il messaggio è: i prodotti del mercato ?giusto? sono giusti anche per i palati più esigenti e raffinati, e puntano in alto, alla fascia top di mercato, che pur di mangiare bene è disposta a spendere, e sa riconoscere un sushi ben fatto alla prima occhiata. Non a caso a sbizzarrirsi con i prodotti Altromercato è stato proprio lo chef del Park Hyatt, Filippo Gozzoli, che conoscendo i suoi polli – alias gli avventori abituali del bar dell?hotel, cui sono stati servite le proposte della serata, che era ad accesso libero – ha puntato su sushi e sashimi, spume e bon bons. Ovvero, l?abc del finger-food-maniac. Con una particolarità, ovviamente: invece dei fornitori abituali, si è servito dei prodotti equi e solidali.

E così sono sfilati in sala crackers di tonno al tè verde dello Sri Lanka, rafano e panna acida (buoni), sushi di cous cous in tutte le sue varianti (originali), una spuma di caprino con peperoncino e miele Millefiori Lacandona dal Messico (sorprendente), budino di riso Basmati semi integrale profumato al curry piccante e papaya (niente di che, ma il nostro giudizio vale quanto il due di briscola). Il punto è uscire dalla nicchia, convincere chi ama il lusso e se lo concede, e potrebbe da oggi in poi concedersene uno in più: sostenere il commercio che rispetta i diritti dei piccoli produttori del Sud del mondo, offrendo alle tavole occidentali prodotti alimentari di prima qualità. Qualche idea per utilizzarli al meglio la suggerisce proprio il libro che è stato al centro dei discorsi della serata, Il gourmet equo e solidale (Gribaudo), un tassello della collana Il Gusto, che dei più noti volumi di alta cucina ha il formato (grande), la carta (semilucida) e le foto (curatissime). Per realizzarlo Altromercato ha riunito 20 noti chef (citiamo solo il più famoso, Davide Scabin) e suggerito loro la lista della spesa, ovviamente tutta equa e solidale. Il risultato? Abbinamenti mai visti, riedizioni di antiche ricette, specialità nostrane che si sposano con materie prime d?oltremare. E una sorpresa: quando i promotori hanno chiesto ai grandi cuochi di utilizzare i prodotti equi e solidali, hanno scoperto con piacere che molti di essi facevano già parte, e da tempo, della loro dispensa.


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