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Droga, Ferrero: “Entro l’estate la riforma”

Lo ha detto il ministro della Solidarieta' sociale Paolo Ferrero presentando oggi a Palazzo Chigi la relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia relativo al 2006

di Redazione

Il disegno di legge di riforma del settore delle tossicodipendenze “ad oggi ancora non e’ chiuso” ma, “spero possa essere definito entro l’estate”. Lo ha detto il ministro della Solidarieta’ sociale Paolo Ferrero presentando oggi a Palazzo Chigi la relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia relativo al 2006. Il disegno di legge, ha precisato il ministro, e’ ancora in discussione tra i vari ministri interessati “spero comunque che entro l’estate si riesca a definire”. Quella della droga e’ una materia ipersensibile su cui il dibattito e’ aperto e i punti di vista sono molteplici. Secondo Ferrero quindi “la ricerca di un accordo e’ piu’ importante del risparmio di una settimana”.

Se i Sert sono in difficolta’ non va meglio alle Comunita’ terapeutiche che, denuncia inoltre Ferrero nell’introduzione alla relazione, ”hanno subito un vero e proprio salasso economico. Dal 1996, anno in cui si e’ censito il picco delle strutture residenziali per le dipendenze (1372 con circa 24.000 utenti), ad oggi, la diminuizione delle strutture e’ stata considerevole: 730 comunita’ residenziali e 204 semiresidenziali, con un’utenza di non piu’ di 11.000 persone. L’inadeguatezza delle rette, estremamente diversificata sul territorio nazionale, la mancata applicazione nella maggioranza delle Regioni italiane dell’Atto di Intesa del ’99, il ritardo pluriennale del pagamento, in diverse aree territoriali, ha portato molte comunita’ – prosegue- ad un insostenibile indebitamento bancario”.

”La comunita’ terapeutica – sottolinea ancora il Ministro – permane uno tra gli strumenti fondamentali di cui dispone il sistema dei servizi per la cura e la riabilitazione. Oggi, di fronte ad un’utenza velocemente mutata nelle problematiche e nei bisogni, la comunita’ sta attraversando notevoli trasformazioni. Questi anni hanno dimostrato che oltre ad essere un bene sociale deperibile, la comunita’ e’ anche garanzia del pluralismo degli interventi e del perseguimento dell’intero arco degli obiettivi di cura e riabilitazione. Anche su questo versante e’ quindi necessario aumentare la spesa”. ”Dal mondo associativo, del privato sociale e dei servizi pubblici, -conclude- perviene una richiesta unitaria di definire un’entrata economica per l’intero sistema per le dipendenze che individui mediamente nell’1,2% del budget dell’Azienda sanitaria locale, quanto necessario per restituire dignita’ agli interventi, mantenere credibili standard di prestazioni, rendere effettivamente esigibili alcuni diritti dell’utenza”.

Prime reazioni
Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime il proprio apprezzamento per la relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze presentata oggi dal ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero e rinnova l’invito alle istituzioni e alle forze politiche a investire sul sistema di intervento per affrontare proprio quelle criticità che la relazione evidenzia con nettezza.

“La relazione presentata oggi al Parlamento”, dichiara Riccardo De Facci, responsabile Tossicodipendenze del CNCA, “offre una lettura complessiva dei fenomeni connessi all’uso, all’abuso e alla dipedenza da droghe nel nostro Paese, connettendo le dipendenze con il consumo e lo spaccio di sostanze. Il testo, dunque, contiene una riflessione sul rapporto tra consumi, economie illegali, pressione sociale al consumo e cambiamenti di qualità delle sostanze che supera la visione tutta ideologica che aveva caratterizzato le relazioni prodotte dal precedente esecutivo.”

Ad avviso del CNCA, sono almeno tre gli elementi che occorre sottolineare nell’esaminare la relazione:
1) la valutazione delle sostanze è fatta sulla base della loro reale pericolosità e problematicità e non in virtù di visioni ideologiche. In questo senso, appaiono opportune le riflessioni che si riferiscono all’abuso e dipendenza connessi all’alcol, sostanza legale e che non crea allarme sociale, ma non meno pericolosa di altre sostanze.
2) Appare essenziale affrontare il tema droghe anche in relazione agli aspetti culturali e di penetrazione del mercato illegale. In particolare, l’economia illegale – assai diffusa e dotata di notevole capacità di pressione – risulta essere strutturalmente inserita in quella legale, nei contesti “normali” di vita, di lavoro, del divertimento, nei quali è sempre più facile procurarsi o vedersi offerte sostanze psicoattive.
“Questo significa”, afferma De Facci, “che, a maggior ragione oggi, dobbiamo saper distinguere il consumatore dallo spacciatore, prevedendo quindi per le due figure approcci radicalmente diversi.”
3) I dati presentati oggi dal Governo confermano le priorità che il CNCA e la maggior parte degli operatori del settore dipendenze affermano da tempo, senza che tuttavia a ciò segua un investimento conseguente. Occorre stabilizzare le unità mobili giovani e gli interventi nei contesti giovanili del divertimento; ripensare e investire fortemente su nuovi servizi di presa in carico precoce, primo trattamento e supporto territoriale rivolti ai rilevanti, nuovi consumi di cocaina, che presentano problematiche sanitarie, ma anche sociali ed economiche; investire risorse cospicue sugli interventi rivolti al mondo giovanile, tenendo presente l’abbassamento dell’età del consumo e anche la “durezza” di tali consumi. “Occorre mettere in campo”, nota De Facci, “un’azione di prevenzione sempre più anticipata, efficace e continuativa.”

“La relazione”, conclude De Facci, “deve divenire il punto di riferimento per una nuova strategia sulle droghe che eviti la via facile e inefficace della sola repressione – che certamente alcuni vorranno strumentalmente riproporre anche dinanzi a questi dati -, ma che finalmente sappia mettersi in ascolto delle domande che questi consumi ci pongono, se vogliamo realmente tutelare la vita e la salute delle persone e non suscitare paure e riaffermare visioni ideologiche particolari.”


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