Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Famiglia & Minori

Droga, Ferrero: “Le comunità vittime di un salasso economico”

Così si spiega il crollo del numero di strutture residenziali dal 96 ad oggi

di Redazione

Se i Sert sono in difficolta’ non va meglio alle Comunita’ terapeutiche che, denuncia Ferrero nell’introduzione alla relazione, ”hanno subito un vero e proprio salasso economico. Dal 1996, anno in cui si e’ censito il picco delle strutture residenziali per le dipendenze (1372 con circa 24.000 utenti), ad oggi, la diminuizione delle strutture e’ stata considerevole: 730 comunita’ residenziali e 204 semiresidenziali, con un’utenza di non piu’ di 11.000 persone. L’inadeguatezza delle rette, estremamente diversificata sul territorio nazionale, la mancata applicazione nella maggioranza delle Regioni italiane dell’Atto di Intesa del ’99, il ritardo pluriennale del pagamento, in diverse aree territoriali, ha portato molte comunita’ – prosegue- ad un insostenibile indebitamento bancario”. ”La comunita’ terapeutica -sottolinea il Ministro- permane uno tra gli strumenti fondamentali di cui dispone il sistema dei servizi per la cura e la riabilitazione. Oggi, di fronte ad un’utenza velocemente mutata nelle problematiche e nei bisogni, la comunita’ sta attraversando notevoli trasformazioni. Questi anni hanno dimostrato che oltre ad essere un bene sociale deperibile, la comunita’ e’ anche garanzia del pluralismo degli interventi e del perseguimento dell’intero arco degli obiettivi di cura e riabilitazione. Anche su questo versante e’ quindi necessario aumentare la spesa”. ”Dal mondo associativo, del privato sociale e dei servizi pubblici, -conclude- perviene una richiesta unitaria di definire un’entrata economica per l’intero sistema per le dipendenze che individui mediamente nell’1,2% del budget dell’Azienda sanitaria locale, quanto necessario per restituire dignita’ agli interventi, mantenere credibili standard di prestazioni, rendere effettivamente esigibili alcuni diritti dell’utenza”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA