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Vacanze: appuntamento con le terre di origine

Per molti ragazzi della seconda generazione è un appuntamento fisso col Paese d'origine dei loro genitori. L'editoriale di Paolo Branca

di Redazione

«Dove vai in vacanza?» potrebbe essere il titolo di uno scadente film comico, come se ne vedono tanti, fatto di doppi sensi e battute pesanti, al limite della volgarità. Per molti ragazzi della seconda generazione di arabi immigrati in Italia è invece una sorta di appuntamento fisso col Paese d?origine dei loro genitori. Là ci sono i nonni, un più o meno sterminato numero di parenti, usi e costumi diversi, curiosi, talvolta bizzarri, ma sempre mediati dall?affetto che fin da piccoli è stato instillato loro per una terra a cui ciascuno di essi ha il suo proprio modo di appartenere. Quante volte hanno sentito mamma e papà, o almeno uno di loro, raccontare qualcosa di ?laggiù?, sempre con un velo di malinconia, spesso con un taglio tra il favoloso e l?esotico, come spesso accade ai ricordi che vengono filtrati dal cuore prima di giungere al cervello per sfociare infine sulle labbra? Eccoli dunque a confrontarsi con un passato che non si sono scelti, che fa parte di un bagaglio ingombrante ma di cui andare anche talvolta orgogliosi, spaesati sia da questa che da quella parte del Mediterraneo, troppo arabi per essere completamente italiani, troppo italiani per essere pienamente arabi? Gli odori, il cibo, gli orari insieme alle feste e alle abitudini, la stessa lingua che è inevitabilmente più ricca di quella che praticano con i compaesani che, come loro, stanno in Occidente per la maggior parte dell?anno, sono altrettante sfide di adattamento, ogni volta, un piccolo esame a proposito della loro identità plurima e problematica. Come l?affrontano? Nel modo più antico e sapiente: barcamenandosi, evitando gli spigoli e sgusciando da troppo aperti ed aspri confronti. Dove sta scritto che si debba scegliere una volta per tutte, fare una scelta di campo: o di qua o di là? Non capita sovente anche a noi? I parenti uno non se li può selezionare a suo piacimento. Non avete pure voi una zia invadente, un cugino spaccone, quello che vi fa sempre il regalo sbagliato o che non sa dissimulare il suo disappunto per avere in famiglia un tipo come voi? Eppure, alle feste comandate o in occasione di qualche compleanno, guai a mancare, a dimenticarsi degli auguri, a scordare che quel vestito o quell?argomento vanno assolutamente evitati! Col passare degli anni finiamo tutti per rimpiangere le tavolate attorno alle quali abbiamo passato forse le ore più noiose della nostra vita. Lo zio tirchio o megalomane diventa quel gran simpaticone, forse un po? logorroico, ma che in fondo in fondo non merita di esser poi tanto disprezzato. Coi coetanei è tutta un?altra cosa. Lì si va sul serio: rapporti tra ragazzi e ragazze, fidanzamenti più o meno combinati o contrastati, progetti per il futuro, per gli studi o il lavoro? Quanta indipendenza? Quanta obbedienza? L?alchimia non è semplice: quante e quali bugie sono ammissibili per poter fare liberamente i propri sbagli? E poi il linguaggio, le buone maniere: ma come fanno a non ribellarsi, non gli scappa proprio mai una parolaccia, sentono ancora persino la gerarchia che li sottomette al fratello maggiore? L?Occidente che hanno in mente, poi, come diavolo han fatto a immaginarselo tanto strampalato? Qualcosa si può dire, molto altro rimane un po? nascosto. Le idee non sono ancora abbastanza chiare, c?è tutta una vita davanti. Di esami, almeno durante le vacanze, è meglio non parlarne. Meglio divertirsi e rilassarsi un po?: almeno per questo, i ritmi lenti d?Oriente sono decisamente più propizi, a settembre si ricomincia.


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