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L’antidoto liberalizzazioni contro la corsa del carovita

Consumers'magazine/ Prezzi in aumento. Stangate in bolletta. Stipendi congelati. Non c’è pace per i consumatori italiani

di Redazione

di Christian Benna

Sotto l?albero dei consumatori i doni non mancano: ci sono quelli infiocchettati dalle tre lenzuolate delle liberalizzazioni Bersani (un risparmio di 2,8 miliardi secondo le valutazioni del governo), il recepimento delle direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali, l?introduzione di mister Prezzi e l?arma di difesa della class action, che seppur strapazzata dalle pressioni di Confindustria dovrebbe approdare nell?ordinamento italiano.

Tante novità, ma i portafogli restano a dieta. Con le buste paga più leggere d?Europa e la mannaia dell?inflazione in agguato, i consumatori italiani scarteranno i regali di Natale sorridendo amaro. A brindare a champagne saranno davvero in pochi. Così almeno dice la Confcommercio, che prevede un Natale grigio per milioni di cittadini, mentre il Censis parla addirittura di un 74% di italiani che si sentirebbe povero.

Le famiglie danno i numeri
La tredicesima? Altro che viaggi e cenoni, i 51 miliardi del doppio stipendio finiranno a coprire le spese. Solo una minima parte, 187 euro a famiglia, servirà a far festa. Perché il conto è davvero salato. E sul 2008 rischia di abbattersi una stangata tra 800 e 1.600 euro in più per nucleo familiare. A novembre l?inflazione è salita al 2,4%, il livello massimo dal 2004. Un dato allarmante che potrebbe spingere la Banca centrale europea ad aumentare i tassi di interesse e ad infiammare ancora il costo dei mutui per l?acquisto della casa (oggi l?Euribor è ai massimi degli ultimi sette anni, oltre quota 4,8%). Tra crisi subprime, Borse in discesa e stretta del credito ci pensa poi il supergreggio a far lievitare le bollette: 11 euro in più per la luce (2,5%) e 30 euro per il gas (4,6%) è la contabilità di Nomisma Energia per il prossimo anno. Tirati per le tasche da tutte le parti, con un potere d?acquisto in picchiata, gli italiani che se ne fanno delle liberalizzazioni? Si tratta di un flop o una rivoluzione ancora in rodaggio? Gli osservatori parlano di liberalizzazioni a metà, un processo che muove i primi passi e che sconta la crisi della congiuntura economica. L?unica certezza è che senza le riforme il conto sarebbe stato davvero salato. Anzi un salasso insostenibile anche per la fetta di cittadini che si considerano benestanti.

I prezzi s?illuminano di più
La concorrenza potrebbe tagliare i prezzi del 10 – 15%. Lo dice il Ceris – Cnr, ma utilizza il condizionale. Perché ad oggi, a sei mesi dall?apertura del mercato elettrico, le tariffe non si sono ridotte affatto. Anzi, è previsto un aumento generalizzato come suggerisce Nomisma e confermano i prezzi di vendita all?ingrosso dell?Acquirente Unico (+30% a novembre).

L?effetto liberalizzazioni però c?è. Almeno sul fronte dell?ampia rosa di venditori, pronti a contendersi uno spazio nella fornitura di luce all?utenza. E secondo l?istituto Bruno Leoni, il mercato elettrico italiano vanta la maglia rosa: «uno dei più liberalizzati d?Europa».

«Sul fronte delle tariffe, tuttavia, c?è ancora molta strada da fare», spiega Ovidio Marzaioli, responsabile Energia e Ambiente di MC. «Non dico che esista un cartello tra le imprese, ma la rigidità delle offerte lascia piuttosto perplessi. Invito però a guardare oltre, perché i rincari dipendono dalle tensioni internazionali. E l?unico sistema per darci un taglio è investire sulle energie rinnovabili. Il governo lo sta facendo, bisogna incoraggiarlo a spingere ancora di più sull?acceleratore». Intanto l?Authority per l?energia si muove nel paludato mondo delle offerte della luce per fare chiarezza e pretendere maggiore trasparenza. La scarsa adesione al mercato libero in fondo la dice lunga: dal primo luglio meno dell?1% dei cittadini ha cambiato fornitore elettrico.

Se la classe sale in cattedra Per un momento si sono sentiti un po? tutti come Erin Brockovich e Ralph Nader. Risparmiatori col dente avvelenato per le tante fregature allo sportello bancario, ballando controvoglia tango bond, buttando giù prodotti finanziari scaduti Parmalat e Cirio, ma anche tantissimi altri con la voglia di una giustizia ?partecipativa?. Insomma, consumatori consapevoli in grado di prendere l?iniziativa contro l?arroganza del potere economico. L?azione collettiva, la stella sull?abete del Natale 2007, però rischia grosso. Le lobby dell?industria, in preda al terrore di dover far fronte a risarcimenti milionari, sono partite lancia in resta nel tentativo di ucciderla, ridicolizzandone forma e sostanza. «Class action all?amatriciana, un mostro giuridico», ecco le etichette affibiate alla norma che potrebbe consentire a un gruppo di persone di portare alla sbarre le aziende che ?sbagliano?. «Il testo della Finanziaria, approvato in prima lettura, è senz?altro positivo», dice Paolo Fiorio, avvocato di Torino e membro del direttivo del Movimento Consumatori. «Ci auguriamo però che non venga stravolto da una raffica di emendamenti. Oggi ce ne sono una cinquantina in commissione Giustizia. Il perché di tanta acrimonia è chiaro. L?azione di classe eleva il consumatore a un ruolo da protagonista che intimorisce il mondo dell?industria». Bugie in procura Circa 3,5 milioni di euro di multe solo nei primi 9 mesi dell?anno. Che portano il totale delle ammende dal maggio 2005 ad oggi a oltre 9 milioni di euro. È il bilancio delle sanzioni inflitte dall?Antitrust contro truffe e pubblicità ingannevoli ai danni dei consumatori italiani sempre più vittime di una serie di comportamenti scorretti. Spot ingannevoli al bando, ma non solo. Da pochi mesi l?Italia ha anche recepito la direttiva europea sulle pratiche commerciali sleali. Spiega Roberto Barbieri del Movimento Consumatori: «Ora tutti i comportamenti che possono influenzare ingannevolmente il consumatore potranno essere sanzionati. L?Authority per la concorrenza e il mercato avrà quindi più poteri per bacchettare chi si prende gioco dei cittadini». Il procedimento è semplice. Ad esempio per denunciare una pratica di vendita particolarmente aggressiva, basta presentare un esposto all?Antitrust, il quale, se lo riterrà valido, potrà poi commutarlo in una multa ai danni dell?azienda coinvolta. «Con una semplice segnalazione in carta bollata si può ottenere molto, aprire una breccia contro i comportamenti scorretti. Per noi è un passo in avanti importante perché mette la facoltà di scelta del consumatore al centro delle controversie», conlude Barbieri. Le tegole del risparmiatore Pure la casa, ultimo bene rifugio, rischia di finire sotto un ponte. Il crollo del mercato immobiliare Usa e il boom dei pignoramenti ha messo in allarme anche l?Europa, dove il mattone batte la fiacca già da tempo. Dopo una lunga corsa dei prezzi, la tegola subprime cade su un comparto già debole per conto suo, stressato dalla lunga stagione speculativa sui valori al metro quadro. Tanto che le banche (Unicredit e Mps per prime) si trovano a dover fare un passo indietro, concedendo gratuitamente la rinegoziazione dei mutui. «Molti istituti hanno compreso la gravità del momento e si stanno muovendo», osserva Paolo Fiorio, commentando il rapporto Censis che stima 530mila famiglie italiane a rischio di insolvenza per i mutui. «L?annullamento della penale dei mutui ha fatto respirare una boccata d?ossigeno ai neo proprietari di casa». Se l?immobiliare è una certezza a metà, la Borsa non promette meglio. E la causa è sempre quel muro della casa Usa che si è sgretolato portando con sé i profitti delle grandi banche. «Le novità però non mancano», dice Fiorio, «la direttiva Mifid sul risparmio, appena recepita dall?Italia, cambia radicalmente il modo di investire. E presenta diversi lati oscuri nell?informare i clienti sui prodotti finanziari venduti allo sportello. Per questa ragione abbiamo dato vita, in Piemonte, in collaborazione con Banca Etica, a una serie di giornate di informazione finanziaria che vogliamo replicare in tutta Italia».

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