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Sostenibilità sociale e ambientale

Tornano alla Coop i fagiolini equi del Burkina Faso

Come lo scorso anno saranno riconoscibili dal marchio TerraEqua

di Redazione

Tornano i fagiolini verdi del Burkina Faso nei supermercati Coop. Come lo scorso anno saranno riconoscibili dal marchio TerraEqua, il grande progetto di cooperazione internazionale di Coop Italia che prevede interventi di formazione e investimenti nei paesi africani in via di sviluppo. I fagiolini arrivano all?aeroporto G. Galilei di Pisa da Ouagadougou, la capitale del Burkina, e vengono distribuiti su tutto il territorio nazionale in confezioni da 500 grammi. L?obiettivo è importarne complessivamente 500 tonnellate fino alla fine di marzo, coprendo così il periodo fuori stagione della produzione nazionale. La compagnia di volo africana Transafricain atterrerà una volta alla settimana all?aeroporto pisano, il primo scalo aperto in Italia per l?interscambio commerciale con l?Africa. Insieme a Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno e Coop Italia, i partner del progetto realizzato nel paese africano sono il Movimento Shalom, la Regione Toscana, l?Associazione nazionale delle coop di consumo (Ancc), e l?Adapa (Action pour le developpement Agro-pastoral en Afrique) una Ong burkinabè. Ottimi e biologici i fagiolini burkinabè, nel 2007, hanno riscosso un ottimo successo di vendite e gradimento. Vengono coltivati nella zona di Kougussi e Sorou dalle cooperativa Scoo.Bam e Sog.Cam a cui quest?anno si sono aggiunti due villaggi della località Kosmorou. I contadini coinvolti salgono così a 2.000, e circa 300 sono le famiglie che si dividono gli 84 ettari di campi coltivati a fagiolini. In più quest?anno un impegnativo censimento sociale permetterà di stabilire un reddito equo per ogni contadino. Acquistando i fagiolini del Burkina non solo ci si assicura un prodotto freschissimo e di buona qualità, ma si sostiene lo sviluppo delle piccole cooperative di produttori locali, per garantire alla popolazione un lavoro equamente retribuito e condizioni di vita migliori. Ad aprile arriveranno anche i risultati del monitoraggio dei redditi di alcune delle famiglie contadine coinvolte nel progetto: 200 nuclei familiari della coop Kougussi, per l?esattezza, che grazie a questo nuovo lavoro hanno visto crescere il loro reddito in modo esponenziale, se confrontato con gli standard del Burkina. Sono ormai dieci anni che Coop fa produrre fagiolini verdi in Burkina, e dopo aver superato varie difficoltà di carattere organizzativo, è stato messo a punto un progetto di filiera che consente di presidiare tutto il processo: dalla produzione alla vendita. Da qui è nato l?accordo siglato nei primi di gennaio del 2006 fra Coop Italia e la cooperativa Scoo.bam di Kougoussì, che dà lavoro a 4000 persone che vivono in 24 villaggi nella zona settentrionale situata 100 Km di Ouagadougou. Il raccolto proviene da quest?area collocata nelle prossimità di un bacino artificiale: 25 ettari coltivati nella savana, con il deserto ad alcune miglia. Uno dei problemi da superare, per garantire la massima qualità delle forniture, era la situazione estremamente complessa del paese dal punto di vista della logistica e dei trasporti interni. Grazie all?accordo, e grazie all?intervento della Regione Toscana, oggi i fagiolini arrivano freschissimi all?aeroporto di Pisa dove, in seguito, faranno scalo anche altri paesi africani e altri prodotti. In Burkina l?operazione è stata resa possibile grazie anche alla Ong Adapa, che fornisce in affitto congelatori, trattori, camion per il trasporto, insomma tutta l?attrezzatura necessaria per una coltivazione e un?organizzazione logistica efficiente. Nella lingua locale Burkina Faso significa ?Terra degli uomini onesti?, ed è una delle nazioni che più di ogni altra ha bisogno di solidarietà internazionale. L?accordo però non è solo questo: non porta assistenzialismo e non ?droga? l?economia locale con regalie, ma getta le premesse per un vero e proprio sviluppo autoctono. Coop Italia si impegna ad acquistare l?intero raccolto di fagiolini per cinque anni: in cifre si tratta di 500 tonnellate di prodotti ogni anno, pari a un giro d?affari di 900 mila euro annui, con una tendenza a crescere fino a 1500 tonnellate verso la fine dell?accordo quinquennale. Si offre così continuità e sicurezza all?interscambio commerciale, concetti praticamente sconosciuti in uno degli stati più poveri del mondo. La diversificazione produttiva messa in moto con questo progetto comincerà a dare i suoi frutti il prossimo anno quando non ci saranno solo fagiolini, ma anche cipolle, meloni, agli, cocomeri.


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