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Carlo Trigilia: attenti a non demobilizzare i territori

Lo sviluppo non parte meccanicamente solo con la pioggia di fondi. Serve una logica di integrazione che solo i corpi intermedi sono in grado di dare.

di Redazione

“Il rischio è che si finisca con l?indebolire la capacità dell?associazionismo, delle forze sociali che non riescono a mobilitarsi intorno a una progettualità integrata che combini le diverse vocazioni. Distribuire a pioggia le risorse ha l?effetto di demobilizzare i territori». Così il sociologo dell?economia, Carlo Trigilia.
Vita: Perché vede questo rischio?
Trigilia: Le procedure europee tendono a favorire la frammentazione: si può arrivare a centinaia di azioni. Ma, anziché contenere, le Regioni esaltano tale effetto: per ogni area di intervento prevedono strumenti specifici che ritagliano pezzetti di territorio in funzione della distribuzione delle risorse, alimentando mille rivoli, stimolando la formazione di piccoli interessi e di lobby su aspetti singoli. Al contrario lo sforzo dovrebbe essere quello di mobilitare il territorio modulando le risorse in funzione delle sue specificità. Occorre una logica di integrazione delle risorse.
Vita: È possibile cambiare rotta?
Trigilia: Rischiamo di arrivare tardi. Prima che il nuovo governo possa affrontare questa partita, saremo in autunno. E una volta che i programmi operativi regionali saranno approvati, sarà difficile tornare indietro. Occorrerebbe un?iniziativa nazionale bipartisan, che si ponga l?obiettivo di ridurre la frammentazione e creare coordinamento almeno sui grandi temi: l?energia; i rifiuti.
Vita: Quale potrebbe essere il ruolo dei corpi intermedi?
Trigilia: Potenzialmente molto importante. Potrebbero rafforzare le capacità relazionali, che sono il vero fattore di innesco dello sviluppo. Un territorio non cresce meccanicamente solo perché vi affluiscono delle risorse.


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