Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Education & Scuola

8 marzo, a Modena catena umana per fermare la prostituzione

L'organizza l'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Sarà un'azione nonviolenta di presenza in una delle zone di prostituzione più note della città

di Redazione

Sabato 8 Marzo in occasione della festa della donna, la Comunità Papa Giovanni XXIII, organizzerà un’azione non-violenta contro la prostituzione schiavizzata, rappresentata da una catena umana, nella zona della Bruciata di Modena alle ore 21.30 presso il luogo dove si trovano moltissime donne giovanissime vittime del racket, sfruttate per la prostituzione.

“Il grado di civiltà di un popolo si misura dalla dignità della donna, da quanto viene difesa e tutelata in quanto donna e madre. Nessuna donna nasce prostituta ma c’è sempre qualcuno che ce la fa diventare”, spiega Paolo Ramonda, neopresidente dell’associazione dopo la morte del fondatore don Oreste Benzi. “Per questo ci ritroveremo l’8 Marzo con un forte segno e gesto di solidarietà e giustizia in cui decine di persone si terranno per mano tra prostitute e clienti”, prosegue Ramonda, “persone che si stringeranno la mano con l’intento di interporsi tra chi compra e chi è costretto a vendere il proprio corpo.

Una catena umana che ha l’intento di dividere per liberare; un gesto concreto teso a salvare le giovani e giovanissime vittime che ogni giorno sono sfruttate per mano di feroci criminali, tenute incatenate, per soddisfare i perversi desideri sessuali di milioni di clienti italiani. Nel giorno dedicato alla donna l’Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII vuole denunciare ancora una volta l’indifferenza di coloro che pur sapendo fanno finta di non sapere. Il mercato della prostituzione schiavizzata si sta espandendo notevolmente a causa della crescente domanda e delle organizzazioni criminali dove i magnaccia vengono scarcerati subito e spesso riescono con il patteggiamento a trascorrere neanche un giorno di prigione.

“L’esperienza pluriennale della nostra associazione”, aggiunge Ramonda, “dimostra concretamente che e’ possibile liberare le ragazze dalle strade punendo i clienti in quanto sono colpevoli alla pari degli sfruttatori. E’ un atto di giustizia vietare la prostituzione in quanto e’ un male come afferma la convenzione dell’Onu del 1951 n. 317 che l’Italia ha fatto propria con la legge n. 1173 del 1966 entrata in vigore nel 1980”. La stessa convenzione dichiara nell’art.1, comma 2 che “deve essere punito chiunque sfrutta la prostituzione di una persona anche se consenziente”.

All’evento del 8 Marzo sono invitati tutti coloro che vorranno trascorrere un sabato sera diverso a sostegno della dignità umana.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA