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5 per mille, accordo bipartisan per una legge ad hoc

La proposta congiunta di Lupi (Pdl), Realacci (Pd) e Pezzotta (Udc) in occasione del seminario "Dove va il 5 per mille" in corso a Milano

di Gabriella Meroni

«Una legge ad hoc per il 5 per mille», l?impegno dei parlamentari Savino Pezzotta (Udc), Maurizio Lupi (Pdl) e Ermete Realacci (Pd) è stato preso questa mattina durante i loro interventi in occasione del convegno ?Dove va il 5 per mille? in svolgimento a Milano presso la Fondazione Ambrosianeum, organizzato dal gruppo VITA e dall?Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano, con il supporto della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia. L?apertura dei lavori è toccata al presidente dell?Ordine Luigi Martino. Di assoluto rilievo poi gli interventi dei tre politici. Lupi, Realacci e Pezzotta, in rappresentanza dell?intero arco parlamentare, in rapida successione si sono infatti detti favorevoli e intenzionati a presentare una proposta di legge per stabilizzare il 5 per mille. Lupi si è impegnato a proporre un disegno di legge ad iniziativa parlamentare o anche da parte del Governo auspicando l?appoggio del ministro dell?Economia in pectore Giulio Tremonti, ideatore del 5 per mille. Lupi ha inoltre rilanciato l?idea sempre di Tremonti di un 5 per mille per l?ambiente. Realacci ha sollecitato l?intervento dell?Agenzia delle Onlus nella realizzazione della proposta di legge e ha inoltre stigmatizzato la vicenda dell?inserimento delle associazioni sportive che ha definito una bieca azione lobbystica raccolta da entrambi gli schieramenti politici. Realacci e Lupi sono fra promotori dell?intergruppo della Sussidiarietà di cui farà presto parte anche Pezzotta che si è detto d?accordo con i colleghi e ha sottolineato la necessità di creare registri nazionali e di arrivare ad una semplificazione delle procedure relative al 5 per mille. Un importante risultato accolto positivamente dal pubblico che sta seguendo il seminario che è stato aperto dagli interventi di Adriano Propersi, dottore commercialista e docente al politecnico di Milano, Giorgio Fiorentini, docente all?università Bocconi e Stefano Zamagni, presidente dell?Agenzia delle Onlus. Ai tecnici il compito di evidenziare i limiti dell?attuale versione del 5 per mille e di dare alcune indicazioni al mondo della politica per stabilizzare e migliorare l?iniziativa. E? emerso che il 5 per mille è uno strumento ancora troppo complicato, che richiede alle non profit una serie di adempimenti, che il meccanismo così come concepito oggi è causa di esclusioni illegittime. Un?altra difficoltà riscontrata riguarda la macchina dello Stato nella fase dei pagamenti, tanto che quelli relativi al 2006 non sono ancora stati erogati. E? inoltre difficile individuare con precisione la platea dei destinatari. Per tanto si è discusso dell?inserimento recente delle associazioni sportive dilettantistiche e si è anche sottolineata la difficoltà di accedere all?identità certa del beneficiario a causa della mancanza di registri nazionali delle non profit. Da queste riflessioni sono emerse indicazioni che sono state rivolte ai politici presenti e che in possiamo sintetizzare in questi tre punti:

  • Primo. Indicare la platea dei beneficiari
  • Secondo. Semplificare le procedure per rendere accessibile questo strumento soprattutto alle onlus
  • Terzo. Rendere stabile il 5 per mille con un provvedimento legislativo ad hoc
La seconda parte del convegno è stata invece dedicata agli interventi dei responsabili delle associazioni. Inoltre Stefano Zamagni ha stigmatizzato l’eccessiva concentrazione delle scelte degli italiani su alcuni, grandi nomi del non profit e avanzato una proposta di perequazione che riguarda la destinazione delle scelte indirizzate a un settore, ma non a una organizzazione specifica (che per gli elenchi della sanità, per esempio, si aggirano attorno al 70% delle firme), i cosiddetti “resti”. La proposta del presidente dell’Agenzia delle onlus sarebbe di ripartire le quote di queste scelte “generiche” proporzionalmente tra tutte le organizzazioni di uno stesso elenco che non abbiano raggiunto una certa cifra di contributo, per esempio 100mila euro. Rossano Bartoli (Lega del Filo d?oro) si è augurato che le promesse dei politici vengano mantenute e ha chiesto che nella nuova formulazione sia del tutto eliminato il tetto al 5 per mille. Alessandro Beda (Sodalitas) ha sottolineato come il 5 per mille sia stata un?ottima intuizione che però col tempo si è inquinata e diluita. Occore quindi riportare la legge allo spirito originario di sostegno esclusivo del non profit. Giangi Milesi (Cesvi) ha chiesto che a livello di fiscalità generale (quindi non solo in relazione al 5 per mille) l?Italia si allinei al resto d?Europa nell?opera di sostegno al non profit. Antonio Iannetta (Uisp) ha invece sottolineato come il volontariato sportivo a livello di dimensione sia il più numeroso in Italia e che le associazioni sportive dilettantistiche sono quelle più radicate sul territorio. È quindi corretto sostenere chi dal basso si impegna gratuitamente per lo sport. Questo settore non va di conseguenza escluso dalla platea del 5 per mille. Franco Vannini (Istituto italiano della donazione) infine ha ricordato come il 5 per mille per tante associazioni costituisca l?occasione per far conoscere il proprio lavoro. Ha poi posto l?accento sull?importanza di una rendicontazione trasparente, come del resto del contenimento dei costi di pubblicità per il 5 per mille stesso.


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