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Fisco & Famiglie: tutti i dettagli della dote fiscale

Presentato ieri il libro bianco voluto da Visco. Lavoro molto dettagliato e concreto, a cominciare dalla "dote fiscale". Il dubbio è: che fine farà ora tutto questo lavoro?

di Sara De Carli

La Commissione di studi sull?Irpef e sul sostegno alle famiglie, istituita da Viceministro dell?Economia e delle Finanze Vincenzo Visco nel marzo 2007 con il compito di ricostruire la storia dell?Irpef e degli strumenti di sostegno alle famiglie, di individuare eventuali criticità, di prospettare ipotesi di intervento per migliorare e rendere più coerente l?assetto degli istituti oggetto di analisi, ha presentato ieri le sue conclusioni. Claudio De Vincenti e Ruggero Paladini, che hanno coordinato i lavori, hanno riassunto i risultati in un Libro Bianco.
Conclusioni? «Scarsa coerenza dell?Irpef – nell?assetto che ha preso forma nei tre decenni della sua storia – sia dal punto di vista del concetto di reddito imponibile di riferimento sia da quello del rispetto dei principi equitativi e di efficienza». La base imponibile sarebbe troppo ristretta, limitata essenzialmente ai redditi da lavoro e da pensione, da cui nasce l?esigenza di passare a un dual income tax. In più sono «proliferate» nel tempo una congerie di detrazioni e deduzioni per specifiche tipologie di spese. «Si tratta di un fenomeno che contribuisce a ridurre semplicità e trasparenza dell?imposta personale e che richiederebbe un?opera di sfoltimento e semplificazione».

E dal punto di vista delle famiglie? Esistono «rilevanti elementi di criticità». In particolare si denuncia la mancata caratteristica di universalità che dovrebbe avere il sostegno delle famiglie con figli, non condizionato a specifici status lavorativi dei genitori. C?è poi la presenza di un?ampia area di lavoratori incapienti, cioè con redditi inferiori ai minimi imponibili, per i quali «mancano strumenti di sostegno coerenti con la struttura dell?imposizione che aiutino a contrastare la povertà e siano incentivanti il lavoro e l?emersione».

La riforma
Bocciato il sistema del quoziente famigliare, la riforma del sistema si baserebbe su una imposta progressiva su base individuale accompagnata da un sistema di sostegno dei redditi basato su detrazioni-assegni, in quattro punti.
a) riequilibrare il carico fiscale complessivo riducendo il peso dell?imposta personale;
b) ridurre il peso dell?Irpef soprattutto sui redditi bassi e medi, ma con un alleggerimento anche per i redditi più alti, e ridurre l?aliquota marginale effettiva d?ingresso, contenendo gli effetti di disincentivo al lavoro e all?emersione, con ricadute importanti sui lavoratori a bassa qualifica e sull?offerta di lavoro femminile (prima aliquota dovrebbe scendere al 20% e la terza al 36%);
c) costruire un sistema trasparente di sostegno dei redditi bassi: al di sotto del minimo imponibile corrispondente alla tipologia di reddito del contribuente e alla numerosità del suo nucleo familiare, egli usufruisce di un?imposta negativa ossia di un trasferimento che ne sostiene il reddito secondo un profilo di decrescenza coerente con il profilo generale delle aliquote cui è sottoposto quando, superato il minimo imponibile, è chiamato a pagare un?imposta netta positiva;
d) costruire un istituto di sostegno delle responsabilità familiari che, riassorbendo detrazioni per figli e assegni per il nucleo familiare, renda visibile e trasparente l?integrazione del reddito con cui lo Stato sostiene i genitori partecipando alle spese per il mantenimento e l?educazione dei figli nell?ottica di garantire a tutti i minori una base comune di opportunità; il nuovo istituto, oltre a garantire un sostegno più consistente di quello oggi fornito dalla combinazione di detrazioni e assegni, deve avere carattere di universalità nel duplice senso che di esso devono usufruire appieno anche gli incapienti e che esso si rivolge alle famiglie con figli in quanto tali e quindi supera la categorialità degli attuali Anf.

In concreto
Lo strumento principale per perseguire questi obiettivi di equità orizzontale è quello di integrare gli attuali assegni per il nucleo familiare e le detrazioni Irpef per figli a carico in un nuovo istituto che dia coerenza ai trattamenti di sostegno delle famiglie con figli. «Chiamiamo questo istituto ?dote fiscale dei figli?».
In questo caso è lo Stato a dotare ogni figlio, in quanto tale, e quindi indipendentemente dallo status lavorativo dei genitori, di un ammontare di reddito annuo che fornisca un significativo sostegno alla famiglia per le spese di mantenimento ed educazione in un?ottica di eguaglianza delle opportunità. Il nuovo istituto deve inoltre riassorbire l?attuale disordinata congerie di trattamenti erogati al medesimo scopo, dall?assegno per le famiglie con almeno tre figli, alla detrazione aggiuntiva di 1.200 euro per le famiglie con almeno quattro figli (introdotta dalla finanziaria 2008), alle molteplici tabelle Inps (in parte già sfrondate da molte irrazionali differenziazioni grazie all?intervento operato sugli Anf con le finanziarie 2007 e 2008). «Il nuovo istituto risponde ad un?ispirazione universalistica, che supera nettamente la settorialità degli attuali Anf». Un punto importante è la modalità di erogazione, che deve essere tale da garantire almeno a dipendenti, parasubordinati e pensionati la sua disponibilità mese per mese, in busta paga.

Nel concreto, la dote proposta sarebbe pari, per 1 figlio minore, a 2.550 euro fino a 12.500 euro di reddito familiare; oltre tale reddito l?importo decresce linearmente con una pendenza del 4,2276% fino a raggiungere i 470 euro per 61.700 euro di reddito familiare e si ferma a 150 euro dai 95mila euro di reddito in su. Con 2 figli minori si parte da 4.900 euro fino a 15.000 euro di reddito familiare per scendere fino a 300 euro dai 110mila euro in su. Con tre figli minori invece si parte da 7.200 euro fino a 17.300 euro di reddito familiare fino a raggiungere i 450 euro (a 125.000 euro di reddito) per poi restare costante su tale valore senza limiti di reddito. L?idea sarebbe di partire gradualmente, cominciando a dare la dote fiscale ai bambini fra 0 e 3 anni, per poi estenderla fino a 6 anni e infine fino a 18.

Scarica il Libro bianco in versione intergrale.

Ecco i membri della Commissione:
De Vincenti Claudio (Università di Roma ?La Sapienza?, Presidente)
Paladini Ruggero (Università di Roma ?La Sapienza?, Vicepresidente)
Artoni Roberto (Università Bocconi di Milano)
Baldini Massimo (Università di Modena e Reggio Emilia e CAPP)
Biasco Salvatore (Università di Roma ?La Sapienza?)
Boeri Tito (Università Bocconi di Milano)
Bordignon Massimo (Università Cattolica di Milano)
Bosi Paolo (Università di Modena e Reggio Emilia)
Campiglio Luigi (Università Cattolica di Milano)
Ceriani Vieri (Banca d?Italia)
Colombino Ugo (Università di Torino)
Cozzolino Mariella (Ministero dell?Economia e delle Finanze)
Dallera Giuseppe (Università di Perugia)
Di Nicola Fernando (Istituto di Studi e Analisi Economica)
Fassina Stefano (Ufficio del Viceministro dell?Economia e delle Finanze)
Ferranti Gianfranco (SSEF ? Ezio Vanoni)
Fiorio Carlo (Università di Milano)
Gastaldi Francesca (Università di Roma ?La Sapienza?)
Geroldi Gianni (Università di Parma e Ministero del Lavoro)
Giannini Silvia (Università di Bologna)
Granaglia Elena (Università della Calabria e SSEF ? Ezio Vanoni)
Guerra Cecilia (Università di Modena e Reggio Emilia)
La Pecorella Fabrizia (Università di Bari)
Liberati Paolo (Università di Urbino)
Longobardi Ernesto (Università di Bari)
Martone Angela (Sogei)
Monteduro Maria Pia (Ufficio del Viceministro dell?Economia e delle Finanze)
Palomba Geremia (Dipartimento Politiche Fiscali – MEF)
Pennacchi Laura (Presidente Associazione Melfi)
Pisauro Giuseppe (Università di Roma ?La Sapienza? e SSEF ? Ezio Vanoni)
Pollastri Corrado (Centro Europa Ricerche)
Proto Gaetano (ISTAT)
Puglisi Paolo (Dipartimento Politiche Fiscali – MEF)
Ricci Loretta (Ufficio del Viceministro dell?Economia e delle Finanze)
Tangorra Raffaele (Ministero della Solidarietà Sociale)
Vagliasindi Pietro (Università di Parma)
Zanardi Alberto (Università di Bologna)


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