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Sostenibilità sociale e ambientale

10 maggio, giornata mondiale del commercio equo

Dalle associaioni Fair Trade e Agices l'appello per la difesa dell'ambiente, contro il surriscaldamento del pianeta

di Redazione

Duemila scienziati del Gruppo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC) nel 2006 hanno lanciato un allarme storico: il riscaldamento dell’atmosfera ha superato il punto di non ritorno. Dal 1970 ad oggi le emissioni di gas serra prodotte da energia, trasporti, agricoltura e industria sono aumentate del 70% ed oggi raggiungono 50 miliardi di tonnellate di anidride carbonica l’anno. Su questa strada non c’è futuro per nessuno, e in particolare per i più poveri.
Il 10 maggio le organizzazioni equosolidali di tutto il pianeta celebreranno la Giornata Mondiale del Commercio Equo, e l’International Fair Trade Association, che associa oltre 300 organizzazioni equosolidali in più di 70 Paesi del mondo ha lanciato, insieme a tutto il movimento, la propria sfida contro il riscaldamento globale dell’atmosfera. L’Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale AGICES, socia italiana di IFAT insieme a AltraQualità, Commercio Alternativo, Ctm altromercato, Ctm Agrofair, Chico Mendes, LiberoMondo, Equoland Equomercato, FairWatch, Roba, Cresud e Conges, raccoglie la sfida e la rilancia con i suoi soci, chiedendo alle istituzioni e ai consumatori di premiare e sostenere le organizzazioni nel loro cammino verso la sostenibilità.
Le comunità più povere e marginalizzate di tutto il mondo, dalle quali proviene la maggioranza dei produttori equosolidali, hanno l’impronta ecologica più leggera sul pianeta perché consumano meno di tutti. Hanno, per di più un accesso limitatissimo ai benefici della globalizzazione mentre regole commerciali ingiuste sottraggono loro risorse e prodotti al minimo costo impedendogli, al tempo stesso, di costruire mercati locali autonomi e sostenibili. Esse, però per di più, subiscono più duramente gli impatti diretti della crisi ambientale generale e del riscaldamento atmosferico. Uragani, innalzamento del livello del mare, inondazioni e siccità mietono vittime innanzitutto tra i più poveri: le alluvioni del 2007, ad esempio, hanno colpito più di 250 milioni di persone in Asia meridionale, Africa e Messico.
L’Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale – che raccoglie oltre 100 organizzazioni del commercio equo italiano e oltre 250 punti vendita, invita i suoi soci a intensificare i propri sforzi per rendere sempre più sostenibili i propri progetti anche se deve constatare che tanta strada è stata fatta in questa direzione. “E’ vero, molti dei nostri prodotti arrivano da lontano ? spiega la presidente di AGICES Grazia Rita Pignatelli ? ma di anno in anno la loro qualità sociale cresce e il loro impatto ambientale a livello locale si riduce. Molte organizzazioni di importazione italiane stanno accompagnando e sostenendo le comunità dei produttori nelle riconversioni biologiche ed ecologiche delle produzioni agricole ma non solo. Gli artigiani equosolidali spesso tessono, intagliano, compongono e trasformano ancora a mano le proprie creazioni, trasformando così in oggetti unici materie prime altamente sostenibili come, ad esempio, bamboo, canapa, carta di riso e rifiuti. Cresce il numero dei prodotti certificati, dagli alimenti, ai tessuti, ai mobili. Si moltiplicano i progetti di sostegno alla creazione di punti vendita e di mercati equosolidali locali, soprattutto nei Paesi emergenti. Il packaging è ridotto al minimo rispetto ai prodotti delle imprese convenzionali, gli imballi provengono sempre più da materia prima riciclata, alcuni prodotti sfusi non alimentari, come i detersivi, cominciano ad essere venduti “alla spina”, riducendo il ricorso a contenitori plastici”. Non possiamo dimenticare come i piccoli e poveri della terra, conclude Pignatelli “sono vittime dell’impatto ambientale causato dai Grandi e dai Paesi emergenti, e il Commercio equo e solidale assicura loro un canale di vendita progressivamente più sostenibile mentre, a volte, il mercato convenzionale risponde alla richiesta di filiere pulite da parte dei consumatori cambiando repentinamente fornitori e senza offrire loro una possibilità di miglioramento delle tecniche di coltivazione”.

AGICES chiede:

– ai suoi soci, di promuovere iniziative pubbliche e di esporre, anche virtualmente sul web, nella giornata del 10 maggio i prodotti equosolidali più amici nell’ambiente in spazi dedicati, invitando i consumatori a provarli e a spiegare loro l’importanza di questa scelta;
– alle istituzioni, a livello nazionale e locale, di sostenere con sempre maggiore attenzione e con specifiche azioni i progetti di riconversione biologica e di promozione della sostenibilità sociale e ambientale,promossi dalle organizzazioni eque e solidale, premiando con specifici capitolati degli acquisti pubblici ? come già succede in diverse Regioni italiane – i prodotti più sostenibili;
– ai consumatori, di premiare con un consumo critico e attento i prodotti equosolidali. Una scelta sempre più condivisa visto che in Europa i consumi di prodotti equi negli ultimi cinque anni sono cresciuti di circa il 20% l’anno.


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