Attivismo civico & Terzo settore

La rinascita di Alitalia

Salvata l'italianità della compagnia. E il resto?

di Redazione

A cura della redazione di Vita

Sintesi di Franco Bomprezzi

Si chiamerà Cai, e non è il club alpino italiano, ma la nuova “Compagnia aerea italiana” che nascerà, forse, dalle ceneri di Alitalia. È uno dei temi forti sui quotidiani di oggi.

“Nuova Alitalia torna in pista Air France”: così, di spalla, in prima su Repubblica, la notizia della nuova Compagnia aerea italiana. La cronaca è alle pagine 6 e 7. Appena sotto parte l’editoriale di Eugenio Scalfari con un titolo che dice, se non tutto, molto: “Il gioco dell’oca”. La tesi del fondatore del quotidiano è che questa soluzione è un «imbroglio politico che cerca di far passare con una diversa apparenza e in condizioni peggiori la stessa sostanza che era già stata concordata nello scorso mese di marzo con Air France». Un’operazione di immagine che costerà ai contribuenti circa un miliardo di euro come minimo oltre al costo sociale (cioè licenziamenti). «A questa operazione di immagine partecipano una decina di imprenditori italiani e tre o quattro banche fra le quali Banca Intesa e forse Mediobanca. Non si tratta però di “capitali coraggiosi”… Si tratta di capitani che sanno il fatto loro e che hanno patteggiato il loro ingresso nel capitale di Alitalia con contropartite di notevole interesse». Ad esempio i Benetton, le cui imprese hanno costruito l’attuale Fiumicino, punterebbero all’ampliamento dell’aeroporto romano….
Quanto all’imbroglio, Scalfari sottolinea che la bad company (cui rimarranno i debiti) sarà a carico nostro, di noi contribuenti. Altra osservazione: la gestione e il controllo saranno della compagnia straniera: «Secondo le informazioni che ho in proposito, gran parte dei capitali coraggiosi si propongono di vendere allo “straniero” o sul mercato le loro quote azionarie quando l’accordo sarà diventato operativo. Dal che deduco che una rete di sicurezza i capitani coraggiosi ce l’hanno». Infine il nodo Mediobanca, nella quale si sta verificando uno scontro durissimo fra Geronzi, che è indagato, e Profumo e Nagel dall’altra….
Quanto alla cronaca, il dossier di Repubblica è composto da tre pezzi: “Colaninno presidente e 16 soci nella società che salverà Alitalia” (Lucio Cillis che fa il punto della situazione presentando soci, possibili cariche e problemi); “Meno aerei e niente hub carta straccia ai risparmiatori” (Ettore Livini: racconta come l’azionariato diffuso di Alitalia stia arrabbiandosi e pensando a una class action: i debiti e le azioni rimarranno infatti nella bad company…), infine Alberto D’Argenio spiega: “Ma a Bruxelles crescono i timori: «subito un confronto sul piano»”, cioè gli esperti Ue temono aiuti di stato e sono allarmati visto che non hanno ancora ricevuto il piano da esaminare. C’è la questione degli asset, a partire dagli slot, che saranno trasferiti alla nuova compagnia, ma non si capisce se a costo di mercato, a costo inferiore o gratuitamente (e in questi ultimi due casi sarebbe senza dubbio aiuto di stato).

Il Corriere della Sera apre con i dubbi di Francesco Giavazzi nel suo editoriale “Le insidie di un percorso”: 1) Un costo di 1 miliardo di euro per i contribuenti, 2) Il rischio che corrono gli imprenditori e, quindi, le industrie italiane, 3) Il piano verrebbe subito impugnato dall’Ue, 4) Il piano prevede la sospensione delle regole anti-trust, creando un pericoloso precedente per la politica della concorrenza. Inoltre: molti dipendenti in meno; gli imprenditori, che investono un miliardo, vogliono vendere la società tra un anno per riprenderlo; gli aerei, che due anni fa potevano essere venduti alla Nuova Alitalia a 2,2 miliardi due anni fa, oggi forse ne valgono 1, cifra insufficiente per pagare i debiti della Vecchia: pagherebbe lo Stato, violando le norme europee sugli aiuti di stato. E l’articolo continua con molti altri dubbi sulla possibilità di Alitalia di smaltire tutti i suoi problemi senza un intervento dall’alto.
Nei pezzi di Economia i racconti più di “cronaca” sul possibile Cda straordinario di AirFrance-Klm di domani per discutere il dossier Alitalia e la valutazione del piano per la nuova compagnia che Intesa-SanPaolo presenterà oggi. Poi le due ipotesi per il salvataggio della compagnia: commissariamento o l’affidamento delle attività in perdita a Fintecna (Tesoro) per venderle. Questa piace di più ai sindacati, che della prima temono un gran numero di licenziamenti sicuri.
Di riempimento due pezzi, uno sulla lenta scalata di Fossati alla compagnia aerea e l’altro sulle spinte di Colaninno per poter mettere in piedi accordi con altri partner internazionali. E, secondo Paola Pica, la situazione di crisi del comparto potrebbe permettere ad Alitalia di portare a casa un accordo più vantaggioso di qualche mese fa. Ma, confrontando l’articolo con quello di Giavazzi, viene da domandarsi se anche l’Italia ci guadagnerebbe.

Poca enfasi de la Stampa in prima solo un richiamo, all’interno un Primo piano su 2 pg molto british. La notizia: “Nasce Cai, Compagnia area italiana. Rileverà la parte “sana” della società”. L’articolo di apertura racconta della nascita della newco sponsorizzata dal premier con 16 soci e prova a delineare l’agenda che prevede per domani un Consiglio dei ministri che dovrebbe approvare le norme per il commissariamento di Alitalia e deroghe alla legge antitrust, si raccontano poi i frenetici contatti con Airfrance del responsabile dell’investment banking di Banca Intesa (advisor dell’operazione) Gaetano Miccichè che oggi sarà a Parigi per incontrare Spinetta di AirFrance.Di  taglio basso pezzo titolato “Una cordata tutta cemento e trasporti” per spiegare che Colaninno, Ligresti e Benetton, ovvero il salotto buono dell’imprenditoria italiana dei trasporti e delle infrastrutture, saranno i soci forti della nuova Compagnia che rileverà per poco più di un miliardo la parte sana di Alitalia.
Di spalla un pezzo di Augusto Minzolini su un retroscena: esiste un piano per ricollocare gli esuberi tra Poste, Fintecna, Fisco e Demanio. Secondo Minzolini il premier ne parlerà domani al suo rientro romano che dovrebbe coincidere con la soluzione della seconda emergenza nazionale (dopo i rifiuti di Napoli) sbandierata in campagna elettorale. Sempre sulla Stampa e sul traffico aereo si segnala anche una paginata sui “Pericoli in quota”, “Terrore sui jet delle vacanze”, si fa il punto, dopo la strage dell’aereo della Spainair sugli incidenti di ieri: depressurizzazione choc su un Rayan air e sull’Air Dolomiti che ha preso fuoco.

Ottimista il taglio del Sole 24 Ore, quotidiano di Confindustria: “Alitalia, costituita la nuova società. Rispunta Air France”. Paginata e commento. Quest’ultimo affidato a Franco Locatelli si intitola “L’importanza del partner”: «il salvataggio potrà essere stabile e duraturo e trasformarsi in rilancio solo se la nostra compagnia troverà un partner europeo di altissima qualità che consenta di fare massa critica riducendo i costi, allargando i mercati e incrementando i ricavi” (insomma, siamo alla ricerca di Babbo Natale, n.d.r.). «L’arrivo ai vertici della nuova società di due imprenditori e manager dell’esperienza di Roberto Colaninno e Rocco Sabelli è una garanzia ma è fin troppo facile prevedere che né Lufthansa né Air France si lasceranno incantare dalle sirene italiane finché il set up della nuova compagnia non sarà pienamente completato e soprattutto finché non sarà assicurata la pace sociale nei cieli».
A pagina 3, varie cronache. “Alitalia: via alla newco, esuberi alle Poste” è il titolo del pezzo di Laura Serafini. Che precisa che i “capitani coraggiosi” hanno per ora sottoscritto quote paritetiche e simboliche e che gli esuberi dovrebbero arrivare al Catasto, all’Agenzia delle Entrate e alle poste: tutte realtà che fanno capo all’Economia. A mezza pagina quadretto intitolato “I protagonisti del rilancio”: fotografia e carica dei magnifici otto (da Benetton a Passera a Tronchetti Provera).
In taglio basso: “Da sciogliere il nodo Linate-Fiumicino”. Orazio Carabini si occupa dell’Antitrust, che «in condizioni normali avrebbe avuto molto da obiettare sulla situazione che si creerebbe per alcune importanti rotte nazionali… Il rischio infatti è che si realizzino condizioni di monopolio a favore della new Alitalia, con conseguenze immaginabili su una tariffa che agisce indirettamente sull’intero sistema dei prezzi». Il nodo antitrust è in effetti una spina nel fianco della nuova risorgente compagnia…Infine box sui blogger preoccupati delle loro azioni.

A prima vista la copertina del Giornale sorprende con un titolo forte:  “Attenti a questi aerei”. Il sommario invece rivela che gli aerei sono quelli che volano e si rompono in volo  e non quelli ancora in costruzione a tavolino. Alle pagg. 2 e 3 rassegna dei voli da evitare con tanto di elenco di compagnie rischiose ma non presenti nella black list ufficiale.
La riduzione della foto ha permesso (in fase di chiusura di giornale vista l’ora della news) la comparsa sempre in copertina di un richiamo “Pronta al decollo la nuova Alitalia. Colaninno presidente”. L’articolo si trova a pag. 22 a firma di Enrico Bonzio e titola “Decolla la Compagnia aerea italiana”. Di Air France e di Lufthansa si parla come di partner internazionali e di alleate, non di associate.
La vicenda dei 7 mila esuberi  non sarebbe una notizia, ma un’indiscrezione. E i sindacati come hanno reagito? «Per lo più ancora in ferie i vertici sindacali si sono limitati a chiedere un incontro con il governo e a minacciare il rigetto di un piano precotto». 
In un altro pezzo  Fabrizio Solari-Cgil e Claudio Claudiani-Cisl, Giuseppe Caronia-Uilt, Roberto Spinazzola del sindacato dei piloti e Antonio Divieri del sindacato degli assistenti di volo dicono che i rappresentanti dei lavoratori sono tenuti all’oscuro rispetto alle iniziative del Governo.

Su Avvenire dedicato ad Alitalia c’è solo un trafiletto brevissimo, a pagina 25, sezione economia. «Nasce la nuova Alitalia, ecco i primi 16 soci»: elenco dei nomi in campo dietro Colaninno, Sabelli, i Piaggio e i Benetton  (ma si precisa che i 16 «per ora sono entrati con quote simboliche»). Gli esuberi previsti dal piano, sottolinea il giornale della Cei, «sarebbero 6-7mila, più di quelli previsti ad aprile da Air France, e per i dipendenti della newco si profilano sacrifici, con una modifica dei contratti penalizzante soprattutto per i piloti Alitalia».

E inoltre sui quotidiani di oggi:

la Repubblica – In prima, il giornale diretto da Ezio Mauro pubblica un pezzo di Federico Rampini: “La guerra dei bramini”. Salgono a otto le vittime in India della ferocia omicida contro le comunità cristiane. Spiega come mai il cristianesimo sia divenuto una minaccia per l’identità indiana. Sono molti i fattori: «l’induismo, che non pratica il proselitismo, vive le conversioni come un’offesa mortale»; poi c’è «l’incapacità del governo di sconfiggere la guerriglia maoista dei naxaiti, che ha le sue radici nelle comunità tribali più povere»; anche il partito nazionalista dà il suo contributo, il suo leader ha dichiarato: «i missionari cristiani usando come copertura le loro opere sociali convertono i poveri di tutta l’India. Le conversioni sono il pericolo più grande per la nostra società, rischiano di cambiare gli equilibri demografici del paese». Oltre al pezzo di Rampini, due pagine che danno conto dell’incendiarsi della situazione.

Avvenire – Apertura e doppia pagina alle violenze sui cristiani in India, con Vittorio Parsi che fa un editoriale di respiro pià ampio, di politica internazionale, dove invita a non dimenticare troppo in fretta che l’India è “la più grande democrazia del mondo” anche se osserva, in chiusura, che i paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) dovrebbero rendere più multilaterale il governo del mondo, ma nessuno tranne il Brasile «sembra avviato a ridurre i pesanti deficit di democrazia interna. Occorre riflettere sulle conseguenze che ciò implica sulla governance internazionale».

Corriere della Sera –  p.10 focus dal titolo “Asili nido: tanti soldi, pochi posti”. Si legge che il «Piano nidi varato a settembre 2007 è incagliato nelle secche della burocrazia» e «dei 743 milioni stanziati per aumentar i posti, finora non è stata spesa neppure una lira». E se l’Europa chiede di predisporre un posto al 33% dei bambini tra 0 e 3 anni, l’Istituto degli Innocenti di Firenze dice che in Italia ce ne sono solo per il 12,3% (record negativo in Molise: 4,2%). Altissime anche le rette, a Milano 465 euro al mese per una famiglia sopra i 27mila euro di Isee. E Giovanardi assicura: «i denari per i prossimi anni (600 milioni per 2008 e 2009) saranno distribuiti solo se lo sfruttamento da parte delle Regioni si dimostrerà adeguato». Poi un articolo sul basso numero di asili aziendali e uno sulle Tagesmutter, le «mamme di giorno»: donne che ospitano in casa fino a 5 bambini, tra cui il loro, a basso prezzo.

Il giornale – pagg.16-17 i massacri dimenticati. Tutte le persecuzioni dei cristiani nel mondo. con tanto di mappamondo e zone calde. Focus su Asia, mondo arabo, Africa. L’apertura è affidata a padre Gheddo (Pime).

Avvenire/2 – Due pagine sul calcio, i diritti tv, la scomparsa della serie A dai canali in chiaro, l’industria del pallone in fuorigioco. Enrico Flavio Giangreco, giornalista e docente di comunicazione economica, propone la sua ricetta: «Stadi di proprietà delle società e realizzati per ospitare le famiglie» anche se non dice come. In pezz di spalla, anticipazione del Rapporto dell’Osservatorio sul razzismo nel calcio: nella stagione passata, in Italia, rilevati 56 casi di razzismo in campo con un calo in serie A e B e un’impennata in C1. Zingaro e negro le accuse in testa. Totale di 300mila euro di multe per i club. Positiva inveca la valutazione dei 60mila steward in campo dalla scorsa stagione, con un –48% di poliziotti feriti e –22% arresti tra tifosi.


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