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Un milione di supporter

sostegno a distanza La "fotografia" dell'Agenzia per le onlus

di Redazione

Tanti sono gli italiani che praticano il Sad. Mentre gli enti coinvolti sono circa un migliaio. Ma i più importanti network mondiali, Plan International e ActionAid International, ormai raccolgono 420 e 265 milioni di dollari l’anno
D i sicuro è difficile da fotografare, il sostegno a distanza. Conosciuto dal 99% degli italiani, praticato da almeno un milione di sostenitori, gestito da circa un migliaio di associazioni (cui si dovrebbe però aggiungere l’ampia e sotterranea “costellazione” delle realtà ecclesiali), variabilissimo nei contenuti progettuali (verso un singolo bambino, verso una famiglia, una comunità, una scuola ecc) e nelle quote annuali richieste (si va da 25 a più di 350 euro l’anno), il settore è attualmente oggetto di un approfondito studio dell’Agenzia per le onlus.
L’indagine è partita da un seminario che il 6 ottobre ha riunito a Milano numerose realtà (a cominciare dal Forum Sad, con cui è stato firmato un protocollo d’intesa) ed esperti di sostegno a distanza. L’obiettivo dell’Agenzia è quello di “fotografare”, nel modo più preciso possibile, la dimensione del fenomeno. In seconda battuta, attraverso l’istituzione di un comitato scientifico, di arrivare alla stesura di Linee guida e di un Atto d’indirizzo per il governo, che possano aiutare le associazioni a raggiungere «la piena trasparenza finanziaria e comunicativa», ha spiegato a
Vita
Marida Bolognesi , in qualità di consigliere, «oltre a uno sviluppo ulteriore del sostegno a distanza rispetto alle grandi potenzialità che il fenomeno rappresenta».
Che la dimensione economica del Sad sia di notevole rilevanza lo dimostrano alcuni dati presentati da
Marco Scarpati sul fronte estero: le due maggiori centrali internazionali della solidarietà a distanza, Plan International e ActionAid International, presentano raccolte complessive rispettivamente pari a 420 e 265 milioni di dollari l’anno. «Praticamente i Pnl di Comore e Guinea Bissau», commenta Scarpati, incaricato, fra l’altro, di condurre una ricerca giuridica sull’inquadramento normativo del settore in una ventina di Paesi dei diversi continenti. Dai primissimi risultati, sembra che a livello internazionale non esistano legislazioni ad hoc. «La strada della legge, in effetti, rischia di rappresentare un irrigidimento di un settore naturalmente spontaneo e dinamico», ha sottolineato l’esperto, sponsorizzando la strada delle Linee guida, che avrebbero il vantaggio di promuovere la trasparenza senza ingessare le pratiche.
Il problema del “quantum”, sia in termini di sostenitori che di dimensione economica complessiva, è piuttosto gravoso per gli stessi ricercatori. Marco De Cassan sta lavorando per l’Agenzia per le onlus a un database di circa 700 realtà.
Le ultime statistiche, elaborate ormai nel 1999, avevano individuato un volume complessivo di raccolta pari a circa 180 miliardi delle vecchie lire. Tra la fine degli anni 90 e i primi anni del 2000 è però stato registrato un boom di nuove associazioni. Il sostegno va da un minimo di 25 a un massimo di 350 euro all’anno, e ci sono circa 2 milioni di Sad attivi in Italia: sarebbe facile fare semplicemente una moltiplicazione e dire che si va da un minimo di 50 a un massimo di 700 milioni di euro l’anno. «Ma la forbice rischia di essere troppo grossolana e inattendibile», avverte De Cassan. «Dobbiamo valutare le molte variabili ed evitare di sottostimare o sovrastimare il fenomeno». I risultati dei prossimi mesi ci diranno quale degli estremi rappresenta meglio la dimensione del sostegno a distanza.
«Lo sviluppo di un Atto d’indirizzo dell’Agenzia non può prescindere dall’acquisizione di una fotografia dell’esistente», ribadisce la Bolognesi. «Da lì si partirà per lavorare sulla trasparenza e sulla promozione del settore, attraverso una sempre maggiore qualità dei progetti e della proposta fatta ai donatori. Essendo anche membro della Commissione adozioni internazionali, posso dire che fra Agenzia e Cai si svilupperà una collaborazione per raggiungere questo obiettivo». I primi risultati dell’indagine sono previsti per gennaio-febbraio 2009. Nei mesi successivi, sarà possibile lo sviluppo del primo Atto d’indirizzo sul Sad in Italia.


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