Cooperazione & Relazioni internazionali

GAZA. Raccolta fondi di Gvc onlus

La ong nella lista delle organizzazioni autorizzate all’accesso ai corridoi umanitari non appena verrà dichiarato il cessate il fuoco ha attivato una raccolta fondi per sostenere la Banca del sangue e i pozzi d'acqua

di Redazione

Le Nazioni Unite hanno inserito GVC Onlus – Gruppo di Volontariato Civile tra le ong  che potranno avere accesso ai corridoi umanitari per portare aiuti alla popolazione civile della Striscia di Gaza, non appena verrà dichiarato il cessate il fuoco. GVC ha quindi avviato una raccolta fondi per cercare di arginare due tra le necessità più urgenti del momento: sangue per gli ospedali e acqua potabile per la popolazione civile.
La raccolta fondi vuol sostenere: l’acquisto di reagenti e materiali di consumo per la raccolta e la conservazione di sacche di sangue che verranno distribuite dalla Banca del Sangue di Gaza a tutti gli ospedali che ne fanno richiesta; la ricostruzione di pozzi d’acqua e impianti idrici, distrutti dai bombardamenti.

La Banca del Sangue di Gaza nasce nel 1971 per sopperire alla forte richiesta nella Striscia di sacche di sangue sicure e testate. E’ poi nel biennio 1997-’98 che GVC si impegna a ristrutturarla, grazie anche al contributo della Commissione Europea e della Regione Emilia Romagna. Negli anni il Centro viene equipaggiato in modo da poter sottoporre le sacche di sangue a quei controlli di sicurezza necessari per evitare la trasmissione di malattie emotrasmissibili come l’epatite, la sifilide e l’HIV. Gli stessi apparecchi vengono poi utilizzati per eseguire esami di laboratorio a basso prezzo per quella alta percentuale di popolazione che non può permettersi servizi privati. Al primo Centro di raccolta a Gaza fanno seguito negli anni i centri di raccolta di Kh/Yunis, Rafah e del campo profughi di Nuseirat. Il Centro di Gaza rimane comunque quello meglio equipaggiato; qui infatti il siero delle sacche raccolte negli altri Centri viene testato per l’eventuale individuazione dei markers dell’epatite B C, dell’ HIV e della sifilide. Le sacche di sangue sicure e testate vengono poi consegnate gratuitamente agli ospedali governativi, non governativi e privati della Striscia di Gaza, oltre che in Cisgiordania.

Programma Acqua.
Quando sono iniziati gli attacchi aerei israeliani, GVC stava operando a Gaza con due progetti finanziati dall’Unione Europea: l’installazione di un desalinizzatore per portare acqua potabile a 22mila persone e la realizzazione di una rete idrica destinata a un campo profughi di 37mila persone. L’agenzia che gestisce l’acqua all’interno della striscia ha notevoli problemi per la manutenzione delle pompe, poiché tutta l’acqua di Gaza dipende da pompe e generatori, i quali sono stati bloccati a causa  dell’assenza di gasolio, elemento attraverso cui si alimentano e di cui è stata ridotta l’importazione.

L’impoverimento generale della popolazione porta a una riduzione dei consumi domestici primari, il che si traduce in una situazione drammatica di igiene e di condizioni vi vita: la quota d’acqua pro capite a disposizione dei Palestinesi (70 litri a testa al giorno – che scendono fino a 15-20 nelle aree più meridionali della Cisgiordania, a ridosso del muro di separazione – contro uno standard di 100 litri al giorno raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) è tra 4 e 7 volte minore di quella consumata dagli Israeliani. Diventa quindi essenziale per il sostentamento della popolazione civile l’intervento di ong umanitarie come GVC.

www.gvc-italia.org


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