Attivismo civico & Terzo settore

Il Papa: «Contro l’Aids i preservativi non servono»

Si è aperto con questa dichiarazione il viaggio del Santo Padre in Africa

di Franco Bomprezzi

Un viaggio importante, rigeneratore, per Benedetto XVI, quello appena iniziato in Africa. Il primo titolo è per la lotta all’Aids, per la quale, secondo il Pontefice, i preservativi non servono, anzi. Su questo tema vota il sondaggio di Vita.it.  Ecco come i giornali hanno deciso di seguire (o non seguire) l’evento.

 La rassegna stampa oggi si occupa anche di:

“«Aids, i preservativi non servono»”, titola così il CORRIERE DELLA SERA in prima pagina la fotonotizia che ritrae il papa accolto all’aeroporto della capitale del Camerun Yaondè mentre saluta il presidente Paul Biya, accompagnato dalla moglie Chantal. I servizi sono alle pagine 16 e 17. Nel sua nota l’inviato Gian Guido Vecchi spiega come questa sia stata la prima volta che il Papa ha usato la parola “preservativi”. L’accoglienza in Camerun è stata molto calda: «Amo la gioia della fede in  Africa» ha detto Ratzinger. Che appena sbarcato ha subito affrontato due temi scottanti. L’aids: «Non si può superare questo dramma con la distribuzione di preservativi, che al contrario aumentano il problema». E il traffico di esseri umani che «specialmente di inermi donne e bambini, è diventato una moderna forma di schiavitù». La doppia pagina ospita accanto a un film fotografico di vip innamorati dell’Africa (Angelina Jolie, Walter Veltroni, Bono, il principe Harry, Laura Bush, David Beckham, Ashley Judd e Pierferdinando Casini) anche un articolo di ieri dell’Osservatore romano che ha denunciato le «aberrazioni di chi va in Africa a farsi fotografare coi poveri, i malati e i miserabili del continente».

LA REPUBBLICA (che apre con una ampia intervista al presidente siriano Bashar al-Assad: “Mi fido di Obama, medierò con l’Iran) dedica al viaggio del Papa una foto notizia in prima e due pagine all’interno. “Benedetto XVI sbarca in Africa «Contro l’Aids, no ai preservativi». Riferisce (a pagina 10) Marco Politi: «Nel continente simbolo del flagello della sindrome da immunodeficienza Benedetto XVI non deflette di un millimetro dalla posizione classica della Chiesa cattolica: astinenza sì, profilattico no». Di spalla le reazioni: “Suore, scienziati e volontari «Così si fa solo disinformazione»”. «L’amore fisico ce l’ha dato il buon Dio». E allora nel caso di una coppia giovane un cui componente è sieropositivo, «il profilattico è una sicurezza, consigliarne l’uso non è più un fatto morale, ma una questione di buon senso». È la posizione di una delle intervistate, suor Laura Girotto, salesiana che lavora in Etiopia.Politi riesce anche a intervistare il Pontefice: “In viaggio con Papa Ratzinger «Circondato da amici, altro che solo»”. Sorride del «mito» della sua solitudine ed è «grato» per gli amici che lo circondano, il Papa. Che sul continente nero aggiunge: «Amo la fede gioiosa che si trova in Africa e sono sicuro che ne tornerò contagiato». Parla della sua missione, che è religiosa e morale; del problema delle sette (in Africa «il problema dell’ateismo classico non esiste… Ci sono problemi con le sette» cui va opposto il «messaggio di sobrietà e realismo della vita cristiana»); e conferma la sua posizione sull’Aids. Su questo punto, il commento è di Adriano Prosperi: “Il tabù del Pontefice”. «Sicuramente il papa ha ragione quando dice che l’epidemia “non si può superare con la distribuzione dei preservativi” e quando chiede cure gratis per i malati. Ma quell’aggiunta – “anzi, i preservativi aumentano il problema” – sembra piuttosto discutibile».

Il viaggio del Papa in Africa è raccontato su IL GIORNALE, dall’inviato Andrea Tornielli che restituisce a tutto tondo le parole del Papa sull’Aids. «Rispondendo ad una domanda» racconta Tornielli, «sulla posizione della Chiesa nella lotta all’Aids, considerata poco realista, Benedetto XVI ha dichiarato che i preservativi non risolvono il problema ma anzi lo “aumentano”. Ratzinger, ha ricordato che la Chiesa “è la realtà più presente e più efficiente nella lotta all’Aids”, ha citato l’esempio della Comunità di Sant’Egidio “che fa tanto visibilmente e invisibilmente”, ha parlato dei padri Camilliani e di tutte le suore che sono a disposizione dei malati. E ha aggiunto: “Non si può superare questo problema solo con i soldi, che pure sono necessari, e nemmeno con la distribuzione di preservativi che anzi aumentano il problema”. La soluzione, ha incalzato il Papa, passa invece attraverso “l’umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovamento spirituale umano che comporta un nuovo modo di comportarsi l’un con l’altro”, e attraverso “una vera amicizia soprattutto verso le persone sofferenti”».
Il GIORNALE ospita anche due interviste dedicate a questa presa di posizione di Benedetto XVI, la prima è a padre Giulio Albanese, editorialista di Vita e responsabile delle riviste missionarie della Cei, che difende il Papa dicendo «È uno stimolo per andare aldilà della solita diatriba su preservativo sì o preservativo no. (…) C’è il bisogno di promuovere una cultura che sia sempre rispettosa della relazione uomo donna. La sessualità ha davvero bisogna di essere umanizzata e non mercificata. Il Papa ha espresso il bisogno di uno sforzo a livello educativo e culturale».  La seconda intervista è a padre Ezio Bettini, missionario comboniano che dice: «Il Papa fa il suo mestiere ma tutte le leggi della Chiesa vanno poi confrontate con la persona e il suo benessere che sta sopra ogni regola».

IL MANIFESTO dedica al viaggio in Africa di Benedetto XVI solo una vignetta di Vauro che richiama l’antica polemica sulla contraccezione.

“Condom inutile contro l’Aids” titola LA STAMPA, che non ha un inviato e non mette il viaggio del Papa in prima, ma affida una pagina di Primo Piano al vaticanista Giacomo Galeazzi. Che racconta più che altro le reazioni scatenate dalla dichiarazione di Benedetto XVI in Camerun e cita “a difesa” la posizione di Olimpia Tarzzia, organizzatrice della conferenza mondiale sui diritti delle donne: «Considerare il preservativo come panacea nella lotta all’Aids denota ignoranza o malafede. Con l’uso corretto del condom, la possibilità di contagio è del 30%». Il Papa ha chiesto ai governi cure gratisi per i malati di Aids.

IL SOLE24ORE invece ha un inviato in Africa per il viaggio del Papa (si tratta di un viaggio molto snobbato dai media: Mediaset e Rai 3 non hanno l’inviato, così come molti grandi giornali americani). Carlo Marroni mette l’accento sull’accoglienza entusiastica che la folla ha riservato a Benedetto XVI a Yaoundé: 30 km di strada con la folla assiepata ai lati. Nel centro Cardinal Léger dice: «Osservo la sollecitudine pastorale di questa chiesa locale per le persone sofferenti. Ed è particolarmente encomiabile che i malati di Aids qui siano curati gratuitamente».

Chiaramente è la notizia d’apertura di AVVENIRE: “Ingiustizie, un cristiano non tace” è lo strillo in prima, che sintetizza l’invito lanciato dal Camerun a denunciare violenze e fame. Il tutto ripreso nei primi piani di pagina 4 e 5 (“Il papa: mi fa sorridere il mito della mia solitudine” e “«Giustizia, pace e riconciliazione per l’Africa»”. Il primo viaggio africano di  Benedetto XVI inizia con alcuni messaggi chiarissimi: la sua presunta solitudine: «Un mito che mi fa sorridere». La chiesa propone rimedi inefficaci contro l’Aids? «Al contrario. Questa malattia non si vince certo distribuendo i preservativi. Da un lato bisogna umanizzare la sessualità e dall’altro dimostrare una vera amicizia nei confronti delle persone malate». La crisi economica? «Non ho ricette politiche da proporre  ma nelle strutture finanziarie c’è un deficit etico da colmare». Entusiasta per la visita del Papa («un tempo di grazia») e trepidante per il suo discorso, Silvestre Mdoumou, caporedattore della conferenza episcopale camerunense, lEffort camerunais, una pubblicazione storica per il paese, nata nel 1955, chiuso più volte per le sue denunce sociali nei confronti della classe politica locale (corruzione, tribalismo, nepotismo, ecc.): la gente, dice, ha sete di parole di speranza e di essere confermata nella fede. E in effetti, ad aspettarlo all’aeroporto della Capitale erano un milione e 700mila. Nel suo primo discorso all’aeroporto di Yaoundé (riportato da Avvenire a pagina 5), il pontefice ha ribadito il significato pastorale della sua visita, toccando i problemi più gravi del continente, dai conflitti locali al traffico di esseri umani («moderna forma di schiavitù») fino agli effetti «sproporzionati» in termini di povertà e fame della crisi economica e alimentare.

 

E inoltre sui giornali di oggi:

STUPRI E CASTRAZIONE

CORRIERE DELLA SERA – “Benefici carcerari a chi accetta la castrazione chimica. Proposta leghista, è scontro”. L’ipotesi è contenuta in un emendamento del Carroccio al decreto ronde. Il quotidiano oltre al richiamo in prima alla vicenda dedica due pagine. Il Pd parla di barbarie e chiede l’intervento del presidente della Camera Gianfranco Fini. La proposta nasce dall’asse Lega-La Russa. Maroni sarebbe d’accordo anche se non si è esposto in prima persona. Sul tema il CORRIERE sente il direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian: “Idea abnorme che cancella Beccaria. La pena è rieducativa”.

LA REPUBBLICA – A pagina 16 titola “Stupri, la Lega va all’attacco «Sì alla castrazione chimica». Il pezzo di Liana Milella riferisce in realtà di una maggioranza abbastanza divisa. Da una parte cade l’obbligo del carcere per i sospettati di stupro (in nome del garantismo), dall’altra torna la proposta di castrazione chimica. In mezzo, l’ideuzza di affiggere nei luoghi pubblici le foto degli stupratori fuggiaschi. Stamane un vertice Pdl-Lega dovrebbe chiarire dove intendano andare. Dal ministro Maroni un bel «no comment».

CAMORRA

LA REPUBBLICA – Domani l’anniversario dell’omicidio di don Peppino Diana, assassinato nella sua chiesa di Casal di Principe. R2 gli dedica un bel focus: “Don Peppino, eroe in tonaca ucciso dal Sistema dei clan”. L’autore è Roberto Saviano che ricostruisce il clima di allora e soprattutto ricorda il documento che ha condannato a morte il religioso: “Per amore del mio popolo non tacerò”, distribuito nel giorno di Natale del 1991, in cui tra l’altro scrisse «La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone con violenza, armi in pugno, regole inaccettabili».



TESTAMENTO BIOLOGICO

CORRIERE DELLA SERA – Sul fine vita scende in campo Beppino Englaro nel giorno della presentazione della sua associazione “Per Eluana”. E dice: «La legge è incostituzionale, Napolitano potrebbe non firmarla». Intanto D’Alema chiede una moratoria: «è irragionevole andare avanti così, nessuno avverte la terribile urgenza di provvedere sulla materia». Proposta che il Pdl (Roccella e Gasparri) rimanda al mittente.

AVVENIRE – “Fine vita, «principi chiari per una legge necessaria»”. Intervista di Gianni Santamaria a Raffaele Calabrò sul lavoro fin qui svolto («serio e costruttivo, perché stato l’apporto di audizioni molto qualificate e quello di colleghi, sia della maggioranza che dell’opposizione, sia di formazione laica sia cattolica»), sui 2.500 emendamenti arrivati («una tattica di fatto ostruzionistica») e sull’emendamento di Centaro (Pdl) sul carattere vincolante delle dichiarazioni, che tanto ha fatto discutere e per il quale sono già state annunciate modifiche: «Il principio è assolutamente chiaro», afferma Calabrò, «ed è la non vincolabilità delle dichiarazioni… Per la dizione attuale è stato sollevato, forse a ragione, il rischio di problemi interpretativi. Perciò, come relatore, ritengo che la frase vada riformulata in modo che non ci sia assolutamente alcun dubbio su quella che è stata, è e rimane l’intenzionalità della legge». Un po’ di polemica l’hanno sollevata le dichiarazioni di Beppino Englaro sull’incostituzionalità della legge, auspicando un intervento di Giorgio Napolitano o persino della Corte costituzionale. Affermazioni a cui rispondono con toni diversi, ma più o meno con lo stesso significato, sia dal Pdl (Gasparri e Quagliarello) che dal Pd (D’Alema): nessuno può permettersi di insegnare al presidente della Repubblica il suo mestiere, sa bene lui che cosa deve fare.

IL MANIFESTO – Beppino Englaro ha dato vita ad una all’associazione “Per Eluana”, presentata al Senato. Alla presentazione Beppino si è detto contrario alla legge, seguito a breve giro di posta da Massimo D’Alema che ha invitato a fare marcia indietro. I sostenitori dell’eutanasia sostengono che una legge come quella in cantiere sul fine vita sia più dannosa della situazione attuale perché non permetterà di avere un vero e proprio testamento biologico, ma uno in forma molto rigida e con valenza solo in casi molto particolari. Altra cosa inaccettabile per lo schieramento eutanasico il fatto che non vengano considerati terapia nutrimento ed idratazione e dunque in nessun caso si configura l’accanimento terapeutico.

 

GIOVANNI PAOLO II

LA STAMPA – Papa Wojtyla sarà beato il 2 aprile del 2010, anticipa oggi il vaticanista Galeazzi. L’accelerazione nel processo di beatificazione il papa polacco (aperto solo un mese dopo dalla sua morte) è stata sostenuta in primis da Papa Ratzinger.

 

POLITICA

LA STAMPA – “De Magistris lascia la toga per la poltica”. Di Pietro cala l’asso per le europee: l’ex pm di Catanzaro, protagonista dell’inchiesta “Why not” è il primo dei candidati della società civile sui cui punta l’Italia dei valori. Lui spiega: «Sono stato fermato e continuano a impedirmi di lavorare. Lascio un lavoro che è stato il mio sogno, la missione di questi anni». Ora vuole portare il suo «amore per la giustizia» nella politica «con la P maiuscola».

 

CRISI

LA STAMPA – “Imprese, via libera a nuovi aiuti”. Raggiunta l’intesa fra Berlusconi e Marcegaglia: «Ci è stato detto a breve sarà fatto uno stanziamento di 1,3 miliardi» dice la seconda «per alimentare il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese». In parlamento non sono passati invece gli emendamenti al decreto sugli aiuti all’auto che introducevano le misure di aiuto ai precari e il tetto che la Lega avrebbe voluto imporre ai compensi dei dirigenti di banche che beneficiano dei Tremonti bond.

IL GIORNALE – Apre con “Famiglie e imprese, cambiano le tasse” per annunciare l’arrivo del quoziente familiare, che permette di pagare meno tasse a chi ha più figli, e la revisione degli studi di settore per le aziende in crisi come artigiani e autonomi in crisi. Le analisi economiche sono di Geronimo “Sarà l’edilizia a portarci fuori dal tunnel” e di Jacques Attali. Quest’ultimo in un’intervista  dice « che la crisi farà perdere agli Stati Uniti il dominio del mondo». La chiacchierata è  stata fatta da Marcello Foa «Attali non ti riceve nel centro di Parigi, ma in periferia nell’ufficio della PlanetFinanze società che promuove il microcredito che da un anno è operativa anche a Milano». L’intervista tocca temi caldi, gli interventi economici presi «sono colossali,ma siamo solo a metà strada» e «Il credito va indirizzato alla produzione non al consumo».

IL MANIFESTO – In prima pagina apre con la bocciatura da parte della Camera della proposta di abbassamento a 350 mila euro del tetto massimo di stipendio per i dirigenti pubblici. Oltre a questo alla Camera è saltato anche il potenziamento degli ammortizzatori sociali. Spazio anche all’invito del governatore della Banca d’Italia Draghi che spinge perché la pubblica amministrazione paghi i suoi debiti con le imprese. Il 2009 infatti sarà un altro anno di recessione, e l’accelerazione nei pagamenti da parte dello stato gioverebbe alla salute delle imprese. In più Draghi ha anche respinto l’ipotesi di pressioni politiche alle banche. Si riferisce chiaramente al monitoraggio dei prefetti sul sistema creditizio che interferiscono con una conduzione oculata della pratica creditizia.

SOLE24ORE – Asse Andrew Cuomo Obama contro i super bonus ai manager. IL SOLE torna sull’annuncio del presidente americano. Il procuratore generale di New York ha rivelato che i bonus non sono serviti per trattenere i manager Aig: in 11 se ne sono andati nonostante i 165milioni di dollari spartiti tra 173 supermanager della casa assicurativa.

ITALIA OGGI – “Aig, la rivolta degli americani” è il titolo di un pezzo che torna sulla questione dei superbonus ai manager del colosso assicurativo aiutato dallo Stato, riferendo delle pressioni dell’opinione pubblica e delle mosse dell’amministrazione.  «La Casa Bianca sta tentato di imporre limiti molto rigorosi ai prossimi 30 miliardi di dollari dei contribuenti che finiranno nelle casse della società». Intanto 11 dirigenti del colosso assicurativo si sono dimessi.

 

WELFARE

SOLE24ORE – Intervista al ministro Sacconi, che annuncia: «Il Libro Bianco sul Welfare sarà pronto entro 10 giorni. La nostra aspirazione è farne soprattutto un libro di valori e di visione tale da poter essere condiviso al di là dei confini della maggioranza, perché abbiamo bisogno di riconoscerci in una nuova costituzione materiale».

RIARMO
SOLE24ORE – Il giornale si sofferma sull’annuncio fatto ieri dal presidente russo Medvedev davanti allo stato maggiore della Difesa. Il 1° aprile ci sarà l’incontro con Obama e il presidente russo arriva con un budget sulle armi che prevede 140 miliardi dollari su due anni. Ma il potenziamento proseguirà sino al 2011.. Il generale Solovtsov ha annunciato che dal 5 dicembre la Russia metterà in servizio l’RS-24, missile nucleare a testata multipla.

POLIGAMIA

IL GIORNALE – “Ora l’Europa tutela anche la poligamia”. La commissione Libertà civili del parlamento di Bruxelles approva una mozione favorevole al riconoscimento delle terze e quarte mogli”.

MALATI SGOMBERATI
AVVENIRE – “«Sgombero» per 300 malati con un blitz al Giovanni XXIII” (pag. 12). È stata sgomberata ieri la struttura sanitaria di Serra d’Aiello (quella che era stata sequestrata nel 2007 con l’arresto di don Alfredo Luberto e di altre persone accusate di tenere i degenti in condizioni disumane). I quasi 300 malati di tutte le età, spesso con problemi psichiatrici, ospiti dell’istituto gestito da una fondazione promossa dalla Curia, sono stati trasferiti nelle 20 strutture sanitarie convenzionate con la regione. Uno sgombero per il quale è stato impiegato una dispiegamento «spropositato» di forze dell’ordine: centinaia di carabinieri e poliziotti. E adottato per l’impossibilità di rifornire la struttura di viveri e macchinari sanitari a causa dei troppi debiti. Così come in passato è stata l’Arcidiocesi a sopperire più volte, garantendo il denaro necessario ai beni di prima necessità. La Fish, che in passato aveva chiesto la chiusura dell’istituto per la condizione di degrado in cui versava, ha duramente criticato lo sgombero definendolo «un golpe»: perché negli ultimi due anni, dopo l’avvio delle indagini e il sequestro, la qualità della vita dei degenti è molto migliorata.  

MALATI SGOMBERATI
AVVENIRE – Inserto “è lavoro”, c’è un focus di Carmen Morrone su “Risorse Down”, 38mila persone in Italia con la sindrome, 23mila delle quali istruite e capaci di lavorare. Nonostante il collocamento mirato, però, solo il 18% di queste è inserito in un’azienda. Il 21 marzo, giornata nazionale di sensibilizzazione.


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