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AGRITURISMI. Primi segnali di crisi

Dopo anni di boom. la domanda è in calo

di Redazione

L’agriturismo non gode di ottima salute, nonostante siano sempre di più le imprese del settore. Piuttosto, proprio in ragione della maggiore offerta, il settore è in sofferenza per il calo della domanda. Il trend del numero di aziende autorizzate sale del 6% ogni anno, anche se tra il 2008 e il 2009 si prevede una battuta d’arresto
per la situazione economico-finanziaria. I turisti in calo un pò ovunque, scendono anche in campagna dal 3 al 5%. E in flessione è anche il fatturato che oscilla tra il -10 e il -12%. Gli anni del boom “verd e, in sostanza, sono terminati almeno a giudicare dai numeri. E per la stagione estiva le previsioni non sono rosee. Ad oggi,
comunque, non si conosce il numero esatto di quanti agriturismi operano sul territorio, sono circa 18mila stando all’ultimo censimento dell’Istat del 2007, 17.720, per la precisione, + 5,7% rispetto all’anno precedente, quasi mille imprese in più. Ma Agriturist, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, per il 2009 ne
stima 19.551 con un aumento del 4,7% rispetto al 2008. Una dinamica che si è andata rafforzando con il tempo. In nove anni, dal 1998 al 2007 (dati Istat), la crescita è stata dell’82,3%, le imprese sono passate da 9.700 alle 17.720. Se si guarda alle tipologie si può rilevare che le imprese con degustazione sono cresciute a un ritmo ancora più sostenuto +193,5% e quelle con altre attività +137,6%.
Tuttavia, l’alloggio e la ristorazione costituiscono le principali attività agrituristiche. Sono soprattutto i norditaliani a dedicarsi all’ospitalità in fattoria, un’attività che in Italia, per lo stretto legame con la produzione agricola, assume una caratteristica
diversa dal turismo rurale diffuso in altri paesi europei come, ad esempio, la Francia. La maggior parte delle aziende quindi, si concentra nelle regioni settentrionali, il 44,5% del totale, mentre al centro si trova il 35,6% e il 19,9% nel sud. Un dato curioso riguarda l’ubicazione, oltre la metà, il 51,4% è in collina, ben il 34,5% in
montagna e solo il 14,1% in pianura.


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