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Totti: la mia squadra adottiva

Il capitano della Roma aderisce al progetto di AiBi e a Nairobi adotta una squadra di calcio di bambini abbandonati

di Redazione

«Non potevo non “adottarli” tutti! Una “squadra” di figli non è forse il sogno di tutti i genitori? Sicuramente era il mio!»: così un emozionato Francesco Totti, ha motivato la sua scelta di adottare la squadra di calcio dell’Istituto Kweto Home of Peace, a Nairobi (Kenya). «Sogno di andare a trovarli e di portare tutta la mia famiglia. Cosa porterò? Beh palloni! Tutti e 11 amano il calcio e pare se la cavino anche bene! Sono o non sono il Capitano?».

Samuel (classe ‘98), Stefan (classe ‘97), William (classe ‘99), Peter (classe ‘01), Albert (classe ‘99), Eric (classe ‘98), Francis (classe ‘02), Alex (classe ‘98), Max (classe ‘97), Jeremy e Carl (classe ‘00): questa è la formazione della piccola squadra di Nairobi, da oggi tesserata della Scuola AXA Calcio di Francesco e Riccardo Totti. La scuola di calcio di Totti è sbarcata in Kenya all’interno del progetto “Il Calcio adotta i bambini abbandonati” nato grazie alla collaborazione tra Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini e l’AIC (Associazione Italiana Calciatori).

«La nostra Società opera nel settore giovanile da più di 30 anni. Le attività si concentrano sulla Scuola Calcio, il Settore Agonistico e il Progetto Totti Soccer Schools. Qual è la nostra mission? Trasmettere quei messaggi e valori fondamentali per la crescita del bambino sia sotto l’aspetto morale che caratteriale», ha dichiarato il Presidente, Riccardo Totti. «Questo gioco aggrega ed è insieme allegria, gioia, lealtà, rispetto; il calcio è per tutti. Elimina differenze, accomuna tutti. L’incontro con Ai.Bi., associazione che lotta contro l’emergenza abbandono, è stato naturale. Crediamo che a questi bambini occorra ridare speranza e soprattutto un futuro. Lo faremo con l’impegno che ci ha distinti in tutti questi anni. Li sosterremo, anche se da lontano. Li accompagneremo fino a quando troveranno una famiglia».

In Kenya, precisa AiBi nel dare la notizia, il numero degli orfani è cresciuto enormemente negli ultimi dieci anni, da 1.4 milioni nel 1998 a 2.4 milioni nel 2007 (una grande proporzione della crescita è dovuta alla morte dei genitori a causa dell’AIDS). Gli orfani sono soggetti a rimozione dalla scuola, traffico, turismo sessuale ed esposizione al lavoro infantile.
Quando i genitori muoiono spesso i parenti o i vicini non sono in grado di prendersi cura di questi bambini a causa dell’estrema povertà. Così il destino del bambino sembra segnato. Due sono le possibilità: l’istituto o la vita di strada. Molti bambini scappano verso le grandi città ma il mondo che li aspetta li espone a rischi enormi che mettono a repentaglio le loro vite.

Ai.Bi. lavora con l’Istituto Kweto Home of Peace al fine di promuovere la reintegrazione in famiglia per questi bambini, garantire il sostegno psicologico, recuperare i ragazzi con situazioni vulnerabili. «Le storie di questi bambini affondano in un’unica matrice: l’abbandono. Senza una speranza e con la convinzione che sia colpa loro l’essere soli al mondo, sono condannati. Di abbandono si muore», dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. «Ogni bambino ha il diritto di essere figlio e di avere una famiglia. Grazie a l’AXA Calcio e a Francesco Totti per 11 bambini, questo sarà possibile».


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