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Sostenibilità sociale e ambientale

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Destinati 22 miliardi a progetti di tutela ambientale ed efficienza energetica

di Redazione

Nel Paese che ha il record di emissioni di gas serra nel mondo un nuovo pacchetto di incentivi economici rischiava di portare l’ambiente al collasso. Ma il governo ha annunciato un intensificazione dei controlli e investimenti ecocompatibili«L’impegno del governo nello stimolare la domanda interna e la crescita economica non avrà delle grandi ripercussioni sui nostri sforzi per preservare l’ambiente». Lo ha annunciato il ministero per l’ambiente cinese sottolineando che verranno messi in atto “controlli severi” sul pacchetto di stimoli all’economia del governo, rispondendo così alle preoccupazioni secondo cui l’obiettivo di un alto tasso di crescita dell’economia cinese potesse avvenire a discapito della tutela ambientale. I progetti maggiormente impattanti o responsabili di alte emissioni in atmosfera saranno monitorati con particolare attenzione. Il pacchetto da circa 433 miliardi di euro è stato presentato a novembre per incrementare la domanda interna in una fase di crisi finanziaria globale. La Cina ha di recente superato gli Stati Uniti conquistando la “maglia nera” di primo Paese emettitore di gas serra in termini assoluti. Misurando l’inquinamento procapite, sono sempre gli Usa i maggiori responsabili, con 20 tonnellate annue di CO2 contro le 4 emesse ogni anno da un cittadino cinese.
Il viceministro per la Tutela ambientale, Zhang Lijun ha detto che solo i progetti inerenti alle infrastrutture e al miglioramento della salute pubblica saranno sottoposti a un iter di controllo ambientale rapido mentre tutti gli altri progetti verranno vagliati con maggiore rigore. Zhang ha aggiunto che, dall’anno scorso, il ministero per l’Ambiente ha approvato 365 progetti che rientrano nel pacchetto incentivi e ha rifiutato o posposto 29 progetti impattanti quali impianti petrolchimici, le industrie dell’acciaio e le centrali elettriche alimentate a carbone.
Circa 22 miliardi di euro del pacchetto incentivi sono destinati a progetti di tutela ambientale e miglioramento dell’efficienza energetica. Un decimo dei 24 miliardi spesi dal governo centrale per il pacchetto stimoli nell’ultimo quadrimestre dell’anno scorso sono stati destinati a questo tipo di progetti. «La situazione ambientale in Cina rimane difficile», ha detto Zhang, «l’inquinamento delle acque di superficie è grave, le acque costiere del Paese sono inquinate e, in alcune città, l’inquinamento atmosferico continua ad essere serio». Tuttavia, le misure per controllare l’inquinamento sono state rafforzate, come si può notare dall’abbassamento dei livelli degli agenti inquinanti verificatosi quest’anno. Zhang ha anche sottolineato che i problemi ambientali delle ampie aree rurali della Cina sono «sempre più acuti».
L’anidride solforosa, un agente atmosferico inquinante che causa piogge acide, nel primo quadrimestre di quest’anno è diminuito del 4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre, la richiesta chimica di ossigeno (chemical oxygen demand), che misura l’inquinamento delle acque, è scesa del 2,9%. Il governo si è prefissato l’obiettivo di tagliare entrambi i fattori del 10% fra il 2006 e il 2010. 
Nei mesi scorsi il WWF Cina e il Global Footprint Network avevano realizzato e pubblicato uno studio dettagliato sull’impronta ecologica della Cina commissionato dal China Council for International Cooperation on Environment and Development. Ebbene, lo studio aveva rivelato come la Cina consumi già oggi più del doppio di quanto i suoi ecosistemi riescano a fornire. L’impronta ecologica della popolazione cinese è infatti di 1,6 “ettari globali”. Ciò significa che, in media, ogni persona necessita di 1,6 ettari di terreno biologicamente produttivo per soddisfare i fabbisogni del suo stile di vita (la media mondiale è di 2,2).
Come nel caso delle nazioni ad alto reddito, per la Cina è l’impronta del carbonio a incidere fortemente, costituendo circa la metà dell’impronta ecologica totale della nazione. Il 75% della produzione elettrica dipende dal carbone: se questo trend non dovesse essere invertito, le stime prevedono che dal 2025 la Cina sarà il principale inquinatore di gas serra al mondo.


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