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Un assegno in bianco da 20 miliardi

Sergio Marelli: «Il G8 assegna i fondo alla Banca Mondiale, ma non dice come verranno impiegati». Bono: «Un importante goal»

di Emanuela Citterio

Bene per i 20 miliardi di dollari stanziati per la sicurezza alimentare, peccato che verranno gestiti dalla Banca mondiale». È lapidario Sergio Marelli, portavoce della Coalizione italiana contro la povertà. Al telefono dall’Aquila commenta la decisione dei Paesi del G8 di mobilitare 20 miliardi di dollari in tre anni per la sicurezza alimentare in Africa, impegno contenuto nell’ultimo paragrafo della dichiarazione finale sulla “Global Food Security”.

«Si tratta di segnale positivo di questo summit» afferma Marelli. «Significa che la lotta alla fame è entrata fra le priorità di questo vertice. Ma al di là delle cifre, che riconfermano l’impegno dei grandi al vertice di Gleneagles del 2005, non è stato detto nulla su come verranno investiti questi fondi. È stato solo detto che saranno gestiti dalla Banca Mondiale, un’istituzione che in Africa ha fatto molti errori, imponendo quelle politiche di aggiustamento strutturale che hanno contribuito a crearla, l’emergenza alimentare. Sarebbe stato meglio affidare questi fondi alle agenzie specializzate dell’Onu, come la Fao».

Secondo Marelli la decisione degli Otto è «un assegno in bianco». «Non è stata delineata una strategia e non sono stati fissati né paletti né criteri. Questi fondi serviranno a sostenere l’agricoltura famigliare o quella intensiva delle multinazionali? A sviluppare i mercati locali o l’importazione di prodotti agricoli? Saranno davvero stanziati per un’agricoltura sostenibile o per favorire chi esporta biotecnologie? Sono tutte domande che per ora non hanno risposta».

Tra le novità di questo summit c’è stata l’introduzione di un meccanismo di “accountability” che, secondo quanto annunciato dai leadeer del G8, monitorerà i progressi e l’efficacia delle azioni. Una sorta di autorithy che controllerà se i soldi stanziati vengono utilizzati per gli scopi prefissati, della quale faranno parte sia i Paesi donatori che i Paesi beneficiati. Una prima verifica sull’efficacia di questo strumento ci sarà nel 2010, al G8 di Muskoka, in Canada.

«Accogliamo con favore uno strumento di questo genere, anche perché nessuno ci ha ancora spiegato come sono stati utilizzati i fondi per l’Africa annunciati a Gleneagles nel 2005, sempre che questi fondi siano stati effettivamente stanziati. Noi sappiamo solo che l’Aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia nel frattempo è calato».

Bono, “Un goal in extremis
Più positivo il commento che arriva da Bono, leader degli U2, in prima linea sul rispetto dei Millenium Goals: «Felici per il goal a sorpresa dei 20 miliardi di dollari per i contadini e gli affamati nel mondo”. Cosi’ Bono esprime la soddisfazione di “One” per l’approvazione dell’Aquila Food security initiative che doveva essere di 15 miliardi di dollari ma “con un comunicato dell’ultimo minuto e’ salita a 20 miliardi». «Noi siamo felici che il presidente Obama abbia risposto all’appello in difesa del piu’ fondamentale dei diritti” dichiara ancora il fondatore, insieme a Bob Geldof, dell’associazione che si batte contro la poverta’ che nelle scorse settimane aveva duramente criticato l’Italia per non aver mantenuto gli impegni assunti per quanto riguarda gli aiuti allo sviluppo. Si tratta di un “pacchetto di stimolo intelligente ed innovativo – ha aggiunto – all’ultimo minuto possibile e’ stato segnato un goal a sorpresa per i contadini e gli affamati nel mondo. Se vi saranno soldi veri a sostegno di queste idee – ha concluso la star degli U2 – questo e’ un grande inizio per andare avanti a Pittsburgh».

Coldiretti: non solo aiuti
La scelta di investire sulla centralità dell’agricoltura ha un effetto moltiplicatore sullo stanziamento deciso per il piano sulla sicurezza alimentare di venti miliardi di dollari in tre anni, con effetti sulla stabilità sociale e sulla crescita economica. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini, nel sottolineare che «gli aiuti alimentari sono necessari, ma non possono bastare ed è quindi importante la decisione di investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero».

La dichiarazione
La dichiarazione sulla sicurezza alimentare prevede fondi per 20 miliardi in tre anni attraverso «una strategia coordinata e globale, concentrata sullo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, mentre manteniamo un forte impegno per assicurare un’assistenza adeguata con aiuti alimentari d’emergenza».

Nella dichiarazione si esprime «profonda preoccupazione per la sicurezza alimentare mondiale, l’impatto della crisi economica e finanziaria e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari lo scorso anno sui paesi meno in grado di rispondere all’accresciuta fame e povertà».

Nel documento si sottolinea inoltre l’urgente necessità per un’azione decisa destinata a «liberare il genere umano dalla fame e dalla povertà». Si concorda inoltre di «agire per garantire una sicurezza alimentare globale sostenibile». A questo fine, i leader si impegnano a lavorare con i paesi e le regioni vulnerabili per aiutarli a sviluppare ed attuare le loro rispettive strategie di sicurezza alimentare».

Viene poi posto l’accento sul fatto che »la sicurezza alimentare è strettamente connessa alla crescita economica ed al progresso sociale così come alla stabilità politica ed alla pace« e che flussi commerciali aperti e mercati efficienti hanno un ruolo positivo nel rafforzamento della sicurezza alimentare».

«Sosteniamo – si legge infine nella dichiarazione – l’attuazione di piani e strategie agricoli nazionali e regionali attraverso processi di coordinamento guidati dagli stati. Basandoci sull’esperienza della Fao, dell’Ifad, ed altre agenzie, deve essere dedicata particolare attenzione ai piccoli proprietari terrieri ed agli agricoltori donne, ed al loro accesso alla terra ed ai servizi finanziari, tra cui i progetti di microfinanza».

Nella foto, il Presidente della Nigeria, Umaru Yar’Adua, al suo arrivo, prima della riunione nell’ultimo giorno di lavoro, per i leader ospiti del G8.SitoG8/ANSA foto: Massimo Percossi

 


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