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Famiglia & Minori

Veneto-Ucraina, protocollo in arrivo

L'assessore Valdegamberi, di ritorno da una missione a Kiev, annuncia la stesura di un'intesa per sostenere i ragazzi dei soggiorni climatici

di Benedetta Verrini

“Entro un mese sarà pronta una bozza di accordo con il governo ucraino perché i ragazzi che da anni sono ospiti presso le nostre famiglie in soggiorno climatico possano, una volta raggiunta la maggiore età, continuare ad essere aiutati e ricevere una sorta di tutoraggio a distanza”. Così l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Veneto, Stefano Valdegamberi, annuncia a Vita i risultati della missione appena conclusa a Kiev.

Quali erano i temi di discussione?

Valdegamberi: Le adozioni internazionali, la sorte dei ragazzi – circa un migliaio – che ogni estate arrivano in Veneto per una vacanza climatica, le politiche giovanili e la formazione delle giovani generazioni.

Quali sono state le informazioni circa le adozioni?

Valdegamberi: Abbiamo fatto un confronto di esperienze. Il viceministro ucraino è stato molto interessato alle nostre prassi riguardanti l’affido, perché anche loro stanno compiendo un grande sforzo di superamento degli istituti tradizionali, attraverso l’affido eterofamiliare o forme più ristrette di comunità educative. Riguardo all’adozione internazionale, ci hanno chiesto di farci promotori di un importante messaggio presso le coppie italiane: i bambini ucraini che entreranno nel circuito dell’adozione saranno sempre più grandicelli, dai cinque anni in su, e con bisogni speciali.

E riguardo ai ragazzi dei soggiorni climatici?

Valdegamberi: Dopo tanti anni dalla tragedia di Chernobyl, per loro si apre una questione anagrafica. Sono giunti o stanno per giungere alla maggiore età e rischiano di uscire dagli istituti senza nessuna formazione ed esperienza. PEr questo abbiamo chiesto al Dipartimento ucraino per le Politiche Giovanili di definire un accordo bilaterale perché questi ragazzi siano facilitati a mantenere un rapporto con le famiglie italiane che li hanno ospitati per anni. Questo si tradurrebbe in una sorta di “tutoraggio a distanza” che permetta loro di studiare e di inserirsi nel mondo del lavoro. Un’iniziativa vantaggiosa sia per l’Italia che per l’Ucraina.

In che senso?

Valdegamberi: Questi ragazzi sono i migliori ambasciatori della cultura italiana nel loro paese. Potrebbero essere degli ottimi collaboratori per gli imprenditori italiani che volessero investire in Ucraina, che è un paese giovane con una classe dirigente di trenta-quarantenni molto competenti e preparati. Per gli ucraini è importante che le nuove generazioni conoscano il mondo, abbiano occasione di formarsi e fare esperienze all’estero e poi riportino la loro ricchezza intellettuale nel paese. Direi che cominciare da questi ragazzi sia la miglior cosa che potessimo fare.

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