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La sentenza: «De Gennaro non indusse a mentire»

Assolti l'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l'ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola

di Riccardo Bagnato

Assolti. Eccoci di nuovo. L’ennesimo capitolo di una storia che non avrà facile risoluzione. Assolti. L’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l’ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola, accusati di aver fatto pressioni sul l’ex questore Francesco Colucci perché desse una versione dei fatti concordata, in riferimento all’irruzione della Polizia nella scuola Diaz durante il G8 del 2001, sono stati assolti. Colucci: rinviato a giudizio. Lo scorso luglio il pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini avevano chiesto due anni di reclusione per De Gennaro e un anno e quattro mesi per Mortola. La sentenza di assoluzione è stata invece emessa oggi dal gup Silvia Carpanini.

L’ACCUSA. Il filone d’indagini di cui stiamo parlando comincia ufficialmente il 20 giugno 2007, quando i giornali danno notizia dell’apertura di un’inchiesta per induzione e istigazione alla falsa testimonianza da parte di Gianni De Gennaro (già capo di gabinetto del Ministero dell’Interno e Commissario Straordinario per l’Emergenza rifiuti in Campania, dal 23 maggio 2008 direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza). Secondo l’accusa De Gennaro avrebbe “invitato” l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, a sostenere una versione dei fatti concordata, in cui si potesse scaricare la responsabilità del blitz alla Diaz sul prefetto Arnaldo La Barbera (morto nel 2002), e su Lorenzo Murgolo, all’epoca vicequestore vicario di Bologna e poi promosso – nonostante imputato nel capoluogo ligure – vice direttore di divisione al Sismi, il servizio segreto militare. Un’indagine tesa a dimostrare che i vertici della Polizia di Stato si sarebbero in sostanza messi d’accordo per raccontare in tribunale un’altra “verità” sulla sanguinaria irruzione nella tarda serata del 21 luglio 2001 quando oltre 90 ragazzi e ragazze furono assaliti, pestati e arrestati dalle forze dell’ordine.

Interrogato il 14 luglio dello stesso anno De Gennaro ha respinto tutte le accuse. Secondo quanto riportato dagli organi di stampa vi sarebbe tuttavia un’intercettazione telefonica in cui Colucci, parlando con un alto funzionario della Polizia indagato dalla Procura di Genova per una vicenda non legata al G8, affermerebbe che “Il capo dice che sarebbe meglio raccontare una storia diversa…“. Specie per quanto riguarda la presenza di molotov all’interno delle scuole Diaz, in un primo tempo considerate prove schiaccianti contro i manifestante e poi scoperte essere state introdotte dalle stesse forze dell’ordine all’insaputa dei manifestanti. Per questi fatti i pubblici ministeri il 29 marzo 2008 hanno chiesto il rinvio a giudizio di Gianni De Gennaro, di Francesco Colucci e di Spartaco Mortola.

L’ASSOLUZIONE. Ma l’assoluzione di due dei tre indagati cade a un anno circa dalla sentenza in primo grado del processo, quando furono condannati Vincenzo Canterini (4 anni), al tempo comandante del Reparto mobile di Roma, che secondo le ricostruzioni fu il primo gruppo a fare irruzione nell’istituto, e diversi suoi sottoposti (tra cui Michelangelo Fournier, che definì la situazione nella Diaz “macelleria messicana”, condannato a 2 anni). Condannati anche Michele Burgio (2,5 anni) e Pietro Troiani (3 anni) per aver rispettivamente trasportato ed introdotto all’interno dell’edificio le due molotov. Assolti i vertici delle forze dell’ordine presenti durante il fatto e i responsabili che firmarono i verbali dell’operazione poi rivelatisi contenenti delle affermazioni erronee (come la presenza delle molotov all’interno della scuola).

I PRIMI COMMENTI. “La cosa non ci stupisce ma non si capisce dove, come e perché il questore Colucci abbia deciso di fare una falsa testimonianza senza essere indotto: ci sono intercettazioni telefoniche dove Mortola istruisce Colucci; come il giudice possa aver ritenuto che non ci fossero le prove di induzione alla falsa testimonianza lo scopriremo nelle motivazioni” ha affermato a caldo Laura Tartarini, avvocato di parte civile. Ancora più dura Heidi Giuliani, la madre di Carlo, il ragazzo colpito da un proiettile e deceduto in Piazza Alimonda durante le giornate del G8: “Nessuno stupore, De Gennaro fa parte della categoria degli intoccabili del nostro Paese”.

Di tutt’altro parere l’avvocato Carlo Biondi, difensore, insieme a Franco Coppi, dell’ex capo della polizia: “Siamo molto soddisfatti per l’esito della sentenza, ma anche anche per la serenità con cui si è svolto il processo”.

“Non do’ per scontato di ricorrere in appello. Il giudice ha affrontato le tematiche giuridiche che gli sono state poste in modo esaustivo e completo. Vedremo le motivazione della sentenza e decideremo”. E’ questa, inoltre, la linea di condotta che intende perseguire Enrico Zucca, il sostituto procuratore che insieme al collega Francesco Cardona Albini, ha incassato stamani l’assoluzione dell’ex capo della polizia e dell’ex capo di Genova.

Cauta, infine, la prima reazione del sindaco di Genova, Marta Vincenzi: “Sono colpita e delusa, ma non commento sino a quando non avrò letto la motivazione della sentenza”.

LO STRANO CASO “COSSIGA”. Meno evidente il commento di Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica, ora senatore a vita: “Questa sentenza pone un punto fermo sulla sua condotta di eccezionale capo della polizia: a De Gennaro vanno i più cordiali auguri di buon lavoro nella sua alta responsabilità di direttore generale del Dis, dedicandosi con piena serenità e impegno al compito di portare a termine la riforma dei servizi di informazione e sicurezza. Una riforma che elimini quelle zone grigie che ancora confondono l’esercizio effettivo delle attribuzione dei due Servizi e che hanno fatto accumulare sull’Aise gravi dubbi sull’esercizio di attività oltre le proprie competenze ed evidenziando pericolose devianze di alcuni suoi settori. Sono certo che, indipendentemente dall’autorità politica, De Gennaro, vero ed effettivo capo dei servizi segreti, potrà, attuando la legge, portarli ai livelli di efficienza richiesti dalle minacce interne ed esterne e allontanare da uno dei due servizi i dubbi che aleggiano sulla legalità dell’azione e della fedeltà alle Istituzioni”.

Un lungo elogio verso chi lo stesso Francesco Cossiga aveva riservato ben diversi appellativi nel 2006. In occasione di un’interrogazione presentata dall’ex capo dello Stato all’allora ministro dell’Interno, Giuliano Amato, in cui se chiedeva se ci fossero giornalisti pagati dal dipartimento della Polizia di Stato, il senatore a vita aveva infatti preso la parola nell’Aula del Senato sferrando un duro attacco al capo della Polizia Gianni De Gennaro definendolo un “losco e sporco figuro” che “ha un tale bassezza morale che non mi può offendere neanche se mi sputa in faccia” – concludendo  – “un uomo che è passato indenne da manutengolo della FBI americana, è passato indenne dalla tragedia di Genova, è passato indenne dopo aver confezionato la polpetta avvelenata che ha portato alle dimissioni di un Ministro dell’interno; è passato indenne da tante cose”.


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