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Edda, una vita in ricostruzione

L'ex leader dei Ritmo Tribale torna sulla ribalta dopo sette anni nella comunità di don Mazzi

di Lorenzo Alvaro

Negli anni 90 con il suo gruppo era un punto di riferimento per gli appassionati di hard rock. Poi la caduta libera. Sei anni da tossico e il lento recupero. «Semper biot» è il suo nuovo disco: «Ma oggi io sono un pontista». Vita lo ha incontrato. Ecco l’intervista sul numero 42, a pagina 15.

Scarponi, calzoni corti, capelli a zero, sporco di calce dalla testa ai piedi. Riecco Stefano Rampoldi, l’ex voce dei Ritmo Tribale, gruppo cult della Milano degli anni 90. Dopo 13 anni di black out, “Edda” è di nuovo fra noi. C’è chi lo dava disperso in India, per altri era finito a fare il commesso del McDonalds di Porta Romana. C’era anche chi era pronto a scommettere sulla sua morte. È invece è qui seduto su una panchina. Il pranzo di oggi è a base di cioccolato bianco, pane e coca light. Di fronte a lui il cantiere di via Rizzoli. Il suo lavoro. Edda oggi fa il pontista. Poche centinaia di metri più in là, la sede centrale di Exodus al parco Lambro. Un caso? Forse no.
Vita: Edda, dove era sparito?
Stefano “Edda” Rampoldi: Sono stato sei anni a fare il tossico. Un anno in una comunità di Exodus a Varese, poi gli ho detto, «oh, io sono guarito», mi sono cercato lavoro e per due anni sono andato a lavorare al supermercato. Poi sono passato a fare ponteggi. Per tutto il tempo ho vissuto in comunità. Sono fuori, nel senso che non dormo più lì, solo da un mese e mezzo. L’idea era d’andare in Inghilterra, lavoravo per raccogliere i soldi, ma alla fine non è andata in porto.
Vita: In totale in comunità ci è rimasto per sette anni. Molto più di quanto preveda un comune programma di disintossicazione. Perché?
Edda: È dipeso dal fatto che fuori non avevo molto a cui riagganciarmi. Niente famiglia, niente amici. I miei non li ho visti per sei anni. Non me la sentivo. E poi c’era il legame con Walter. Questo poveraccio che mi seguiva e mi ha sopportato.

Vita: Ma questa comunità com’è?
Edda: La comunità alla fine diventa una famiglia anche se le persone cambiano, è un bel mezzo. È bello stare insieme, condividere le cose. Arrivi che sei un fantasma. Ma se decidi che vuoi cambiare vita è una chance, una possibilità enorme. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI.


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