Famiglia & Minori

In Italia 16mila minori in affido

Erano 11mila. Diminuiscono invece i ragazzi che vivono in strutture di accoglienza: da 16 a 15mila

di Benedetta Verrini

L’affido familiare sta vivendo una fase, se non di rinascita, di profonda riprogettazione. Lo dicono i primi dati che emergono dopo la chiusura – oggi a Genova – della prima fase del progetto “Un percorso nell’affido”, il programma nazionale di promozione dell’affidamento familiare lanciato dal governo in collaborazione con il Coordinamento nazionale dei Servizi per l’Affido.

Diminuiscono gradualmente i minori ospiti di strutture (da 16 a 15mila) e aumentano quelli in affido familiare (da 11mila a 16mila). Aumenta la specializzazione della rete amministrativa e sociale ad essi dedicata: nell’ambito di un approfondito lavoro di mappatura il Coordinamento nazionale, coadiuvato dal Centro nazionale di Documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, ha censito almeno 108 Servizi Sociali per l’affido in tutta italia e circa 60 associazioni e reti familiari che vi gravitano attorno.

Si tratta delle prime anticipazioni raccolte da Vita rispetto a un più completo quadro di risultati che verranno anticipati il 18 novembre alla Conferenza nazionale sull’infanzia di Napoli.

L’esperienza di “Un percorso nell’affido” punta infatti a una mappatura dei servizi esistenti su tutto il territorio che possa diventare pubblica e disponibile in una banca dati online sul sito minori.it; a uno scambio di buone pratiche tra le regioni, fino alla realizzazione di un Documento di orientamento che armonizzi prassi e linguaggi; all’avvio di una campagna di promozione per incentivare la pratica dell’accoglienza tra le famiglie italiane.

Il progetto proseguirà dunque anche nel 2010 con l’avvio di un percorso formativo e scambi interregionali tra operatori grazie al «bilancio molto positivo» di quest’anno.

Il tema del seminario appena concluso a Genova, è stato Servizi, affido e autorità giudiziaria ed ha coinvolto la magistratura minorile per mettere a fuoco «alcuni temi utili a chiarire il necessario rispetto delle specifiche competenze e a sviluppare piste per consolidare la reciproca collaborazione».

Un percorso nell’affido è stata un’esperienza «sicuramente positiva» per Liana Burlando, responsabile del Coordinamento nazionale Servizi affido. Prima di tutto per i numeri: «Oltre 500 persone provenienti da tutta Italia hanno partecipato ai seminari – spiega – In ciascuno degli appuntamenti di Roma, Catania, Potenza e anche in questo di Genova abbiamo notato un forte coinvolgimento degli operatori locali». Inoltre, gli incontri si sono imposti come «momenti di lavoro condiviso e occasioni di confronto e scambio delle esperienze in corso». E dal lavoro dei vari gruppi tematici che hanno scandito i seminari «sono scaturite alcune considerazioni che ci aiuteranno per il nuovo ciclo di iniziative che partirà nel 2010».

Infatti gli operatori, a livello generale, hanno soprattutto segnalato «l’esigenza di avere orientamenti nazionali sull’affido e di usufruire di iniziative di formazioni specifiche».

Un percorso nell’affido 2010 conterà su «una decina di eventi programmati nelle varie Regioni nei primi sei mesi dell’anno – spiega Burlando – poi partirà un vero e proprio corso di formazione a livello nazionale che pensiamo di chiamare Parole nuove per l’affido».

La Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza in programma dal 18 al 20 novembre a Napoli sarà l’occasione per presentare i risultati di questo ciclo di Un percorso nell’affido. «Anticiperemo una bozza della Mappa nazionale che stiamo costruendo con i dati raccolti dalle Regioni e dagli operatori sul territorio – afferma la presidente del Coordinameno – contiamo di metterla presto sul web in una forma interattiva e facile da consultare». Inoltre dovrebbe essere illustrata anche «la bozza del documento dedicato alle linee guida nazionali, nato dal lavoro nei seminari di quest’anno». E a Napoli vedrà la luce anche «un nuovo opuscolo orientativo sull’affido che il Ministero conta di allegare ai quotidiani nazionali» che servirà a rafforzare l’azione di promozione dell’affidamento familiare iniziata dal lavoro sul territorio.


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