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Famiglia & Minori

Genitori si diventa lascia la Cai

Polemica dell'associazione familiare verso la Cai: «organismo politico, non ci interessa restare»

di Sara De Carli

L’associazione Genitori si diventa onlus ha deciso di lasciare la Commissione per le adozioni internazionali e di revocare il proprio rappresentante all’interno dell’organo della Presidenza del consiglio dei ministri. Si tratta di Michele Augurio, già giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano, designato proprio da Gsd nel dicembre 2007 come uno dei tre membri della Cai indicati da associazioni familiari.

Le ragioni di tale scelta, irrevocabile e maturata nel tempo, sono contenute in una lettera che il presidente di Gsd Antonio Fatigati ha inviato a Carlo Giovanardi, che attualmente presiede la Cai, e alla vice presidente Daniela Bacchetta (scarica la lettera in allegato). “Riteniamo che l’attuale sistema di funzionamento della Commissione da Lei presieduta – scrive Fatigati – non sia garante della possibilità per l’associazionismo familiare di portare la voce delle famiglie”.

Secondo Gsd la Commissione, partendo dai principi stabiliti all’Aja, si è progressivamente spostata su posizioni che riducono l’adozione  ad una transazione tra adulti sulle spalle dei minori, dimostrata nell’oraginzzazione di eventi in cui è stata richiesta la presenza di famiglie e bambini «a garanzia del buon andamento delle adozioni per le autorità straniere che intervenivano ». Tra i motivi dell’abbandono anche la scarsa capacità di comunicazione dimostrata dalla Commissione, sia nella comunicazione rispetto all’attività ordinaria della Commissione e degli enti sia per contenuti più “straordnari”.

«E’ grave che in un momento di cambiamento di prassi e procedure in vari paesi, la Cai abbia delegato in toto la comunicazione agli enti autorizzati, i quali hanno proceduto ognuno a modo proprio, seguendo i canali più disparati includendo le mail, i forum, i siti e facebook. Tale varietà di informazioni, spesso eterogenee, ha indotto confusione e timori che la Commissione avrebbe potuto evitare con comunicati stampa puntuali e trasparenti”, scrive Fatigati. 

Gsd prende atto, inoltre, della volontà espressa da Giovanardi, durante la Conferenza dedicata alla Giornata dell’Infanzia e dell’Adolescenza di realizzare progetti che mescolano la prevenzione dell’aborto con l’adozione e in collaborazione con lo stesso unico ente autorizzato ad operare negli Stati Uniti: “Lei, che dovrebbe essere garante di una imparzialità e soggetto controllore – scrive Fatigati – e non ha neppure pensato che valesse la pena darne anticipata comunicazione in Commissione”.
Per non parlare della sorpresa una volta appresa la notizia sulla preparazione, da parte di un canale televisivo, di un “reality show” dedicato all’adozione internazionale, con una coppia seguita dalle fasi di preparazione preliminari, all’abbinamento di un bambino, al viaggio nel paese di origine per il completamento dell’adozione. Sorpresa non solo perché un ente autorizzato abbia acconsentito a collaborare con una sua coppia, ma anche per il fatto che la Commissione non abbia ritenuto la questione  rilevante e “davanti alla nostra esplicita domanda abbia mostrato indifferenza e nessun interesse ad andare in fondo alla cosa”. Riteniamo che tutto questo sia in contrasto con i principi che governano l’adozione in Italia riguardanti, per esempio, la cautela e la privacy che protegge i dati dei bambini in fase di abbinamento in Italia».
Per Fatigati le differenze culturali che separano l’associazione della Commissione per le Adozioni Internazionali sono troppe: «In una Commissione ormai ridotta a strumento politico non ci interessa più stare». 


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