Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Famiglia & Minori

La faccia crudele delle Iene

In un servizio da Haiti, gli inviati Marco Fubini e Angela Rafanelli illudono un bambino di un orfanotrofio

di Benedetta Verrini

Divide e suscita posizioni contrapposte il servizio delle Iene andato in onda mercoledì sera, e realizzato ad Haiti da Marco Fubini e Angela Rafanelli, in cui si è dimostrata la drammatica realtà della compravendita di bambini.

Il contributo dura quasi 20 minuti ed è ben costruito e rigoroso nel dimostrare il lavoro che stanno compiendo le ong (nella puntata Unicef e Avsi) a favore dell’infanzia e la dolorosa realtà di miseria degli sfollati del terremoto e di chi vive nelle baraccopoli.

Ma gli ultimi 6-7 minuti (che potete vedere cliccando quia a fianco), in cui i due si fingono una coppia in cerca di adottare e vengono introdotti in un orfanotrofio illegale da un taxista, sono terribili. Viene presentato loro un bambino di 5 anni, a cui la direttrice spiega che sono “mamma e papà”. Loro, le Iene, impassibili, fingono per tutto l’incontro il loro interesse ad adottare. Guardano il bambino che canta per loro, che gli mostra il materassino su cui dorme,  si fanno abbracciare e baciare.

Se si trattasse di giornalisti, si potrebbe ricordare a Fubini e Rafanelli che per rispettare un minore non basta la striscetta nera sugli occhi, si dovrebbe anche considerare il “suo superiore interesse” di fronte al quale “tutti gli altri interessi devono essere scarificati” (citiamo la Carta di Treviso).

“Sono molto indignata per come hanno gestito questo bambino e per il fatto che poi l’hanno mandato in onda”, commenta Mara Ambrosilio, del desk cooperazione Aibi per il Sudamerica. “Per quanto si siano mostrati dispiaciuti che fosse stato coinvolto direttamente il piccolo, non hanno interrotto la messinscena. Comprendo che lo scopo del servizio era buono, che si voleva dimostrare la drammatica realtà della tratta di minori, ma in quel passaggio si è spinto oltre. Ancora una volta, quel bambino sentirà di non essere stato voluto”.

Altrettanto critico il Ciai: “I due inviati si sarebbero potuti fermare prima e avrebbero reso un grande servizio a tutti noi che da anni ci battiamo perché l’adozione internazionale torni ad essere uno strumento per dare una mamma e un papà ad un bambino che ne abbia veramente bisogno, senza scorciatoie, senza illegalità”.

“Comprare bambini, ad Haiti come in altre parti del mondo, è purtroppo molto facile ed è un bene che questo servizio l’abbia esplicitato e denunciato”, riflette Gianfranco Arnoletti, del Cifa. “Ciò che non mi sta bene è che si sia indugiato in questo modo sul bambino. Cosa ha aggiunto tutto quel passaggio alla notizia ormai provata? Era proprio necessario?”.

“Sono dispiaciuta per ciò che il bambino deve aver provato, sicuramente non era la prima volta”, commenta l’ufficio stampa della Fondazione Rava. “Trovo comunque apprezzabile che le Iene abbiano scoperto il velo su un fenomeno, quello della tratta, che ad Haiti è assolutamente reale e drammatico”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA