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Le linee guida per lavorare con i rom

La Croce Rossa Italiana presenta in un documento operativo un "modus operandi". È il primo tentativo in Europa

di Sara De Carli

La Croce Rossa Italiana ha pubblicato e messo online le “Linee guida di accesso ai campi rom e sinti”, frutto di un lavoro durato oltre otto mesi a cui hanno collaborato – oltre ai volontari CRI – anche volontari della Caritas, del Gruppo Everyone e gli stessi rom.

Si tratta di un documento molto articolato, di ben 244 pagine (scaricabile integralmente in alto a sinistra), che va a colmare un vuoto formativo ed informativo importante. È il primo vero tentativo a livello europeo di condividere un “modus operandi” corretto, che permetterà a molte persone di avvicinarsi al popolo rom per aiutarlo davvero.

Accanto alle molteplici informazioni, a cominciare da un’ampia introduzione sul popolo rom nella storia e sulle specificità interne delle varie comunità rom, differenziando la comunità kossovara da quella serba, la rumena da quella bosniaca, ci sono infatti indicazioni concrete sul modello d’azione per un’intervento sociale.

Si parte dalla presa di contatto con il campo nomadi – “modi e tempi per accedere, acquisire e mantenere la loro fiducia” – indicazioni operative per la gestione di un’area materno-infantile, il servizio di medicina, le campagne vaccinali, la gestione delle tossicodipendenze. Ma anche mediazione culturale e linguistica, gestione del data base anagrafico, programmi per minori. Infine una sezione sui diritti dei migranti. Le indicazioni sono molto, molto concrete. Si va dalla regola “nel campo non si urla mai” alla constatazione che il nomade «vuole sentire con le proprie orecchie quello che il volontario sta dicendo, anche più volte, perché è capitato che non accettino il portavoce del campo

o che il portavoce non riferisca quello che il volontario ha comunicato o perché le interpretazioni si intrecciano creando incertezze e dubbi», dal consiglio di utilizzzare per le visite materno-infantili una tenda suddivisa in quattro parti a quello di non distribuire medicinali gratuitamente, se non strettamente necessario, «perché le medicine sono esibite spesso come status symbol più che essere una reale necessità terapeutica».

«L’interesse del testo – dice presentandolo Francesco Rocca, commissario straordinario Croce Rossa Italiana – è strettamente legato all’approccio utilizzato che affronta insieme alla tematica dell’accoglienza dei Rom e Sinti anche quella della gestione dei Campi: due ambiti dell’azione e dell’intervento sociale strettamente correlati che queste linee guida mettono in chiara evidenza. Si tratta di due forme di intervento tanto importanti quanto gravidi di rischi di scivolamento nella retorica e nell’astrattezza. Sono poi due realtà di assistenza definite diversamente e in generale caricate di funzione sociale differente. Per dirla in termini pratici e concreti: l’accoglienza dei Rom e Sinti riguarda attività di promozione della salute, vaccinazioni, inserimento scolastico, assistenza sociale in genere e sviluppo di iniziative economico-produttive, mentre la gestione dei Campi ha a che fare con la garanzia della sicurezza, lo sviluppo del territorio, l’igiene, l’inserimento sociale, il monitoraggio degli ingressi, le condizioni di soggiorno. E d’altronde una corretta gestione dei Campi può intervenire ed integrare il percorso di accoglienza, o favorire alcuni aspetti della stessa, ma non può essere considerata la modalità di azione unica e generale per le difficoltà attuali dell’inserimento dei Rom e Sinti nel nostro Paese».



 


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