Sostegni a distanza, Fondazione Rava dice stop
30 Marzo Mar 2010 2126 30 marzo 20104mila nuove richieste, stop di un mese per completare le pratiche già avviate
4mila nuove richieste, stop di un mese per completare le pratiche già avviate
Tre ore fa, Sara scrive su Facebook: «Oggi è arrivata Nathalie. Benvenuta nella nostra famiglia. Grazie di cuore». Sei ore fa era Simona a dire: «In questa giornata di pioggia, un raggio di sole è entrato nella nostra vita, si chiama Martine è una bellissima bambina». Otto ore fa Guendalina esultava: «Ho appena ricevuto la cartellina con la foto di Kerby, un bellissimo ragazzino di 13 anni. Sono troppo felice». La pagina Facebook di NPH-Fondazione Francesca Rava è tutta un susseguirsi di post di neo mamme e papà felici: sono i tanti, tantissimi italiani che dopo il terremoto del 12 gennaio hanno deciso di avviare un sostegno a distanza per aiutare un bambino di Haiti. Più qualcun altro che invece è un po' invidioso e chiede con ansia quando arriverà anche a lui la foto del suo bimbo.
Erano 3mila le richieste giunte a Fondazione Rava a febbraio, un mese esatto dopo il terremoto (leggi qui l'articolo di Vita). Sono più di 4mila oggi. Tanto che - spiega Maria Vittoria Rava, la presidente (in foto con i bambini di Haiti), «abbiamo fermato le nuove domande, chiedendo ai nostri sostenitori di aiutarci con donazioni su altri progetti, per cui c'è molto bisogno, oppure, se vogliono un sostegno a distanza, di aspettare un po'. Ripartiremo tra un mese, adesso era necessario smaltire le domande accumulate, proprio perché è giusto dare delle risposte alle famiglie italiane in tempi ragionevoli». Circa sei settimane, tanto il tempo che - tra veririfiche abbianamenti e documentazione - occorre ai volontari di Fondazione Rava per trasformare la richiesta di adozione a distanza in un abbinamento vero, con tanto di nome e foto del bambino. Ne hanno concluse più di 1.800. «Stiamo lavorando giorno e notte», dice la Rava.
L'altro grosso impegno di NPH ad Haiti è l'avvio del laboratorio per realizzare protesi pediatriche, con tanto di tecnici ortopedici e fisioterapisti volontari - coordinati da Daniele Bonacini - che si alternano nell'isola, a modellare resine e cuocere protesi. Proprio oggi inizia la quarta settimana di attività. «Abbiamo già applicato le protesi a 70 bambini, che stiamo seguendo anche nel fallow up di fisioterapia», spiega la Rava. «Molti genitori infatti sono già contentissimi di vedere i loro figli con le protesi, tendono a tornarsene a casa, anche perché non hanno i soldi per rimanere. Allora stiamo allestendo delle tende vicino alla Casa dei piccoli angeli, per ospitare queste famiglie e permettere ai bambini di completare la riabilitazione».
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