Famiglia & Minori

AiBi contrario all’adozione da parte degli affidatari

Soluzione illusoria e ibrido giuridico: le perplessità dell'ente di fronte alla petizione della Gabbianella

di Benedetta Verrini

“Rischiamo di creare un istituto ibrido, che non tutela realmente l’interesse del minore, ma soddisfa esclusivamente il desiderio dei genitori affidatari di divenire l’unico punto di riferimento del bambino che hanno accolto temporaneamente”: è il commento che il Presidente di Ai.Bi. Marco Griffini ha espresso rispetto alla proposta lanciata dall’associazione di genitori affidatari e adottivi “La Gabbianella” di favorire l’adozione nazionale per i genitori che hanno un bambino in affido familiare.

“Sono risposte illusorie che non tengono in considerazione il reale bisogno del bambino – continua Griffini – Essere genitore affidatario significa mettersi a servizio di un bambino con una famiglia di origine temporaneamente in difficoltà e far sì che recuperi tranquillità e fiducia in se stesso nell’attesa che possa tornare nella sua famiglia di origine o, laddove non sia possibile, sia adottato da una coppia. Favorire l’adozione da parte di genitori affidatari rischia solo di creare confusione tra affido e adozione; oltretutto la proposta sarebbe un preambolo all’adozione da parte dei single”.

Le perplessità del presidente AiBi riguardano proprio il diverso status richiesto tra adottivi e affidatari. Come è noto, secondo la legge nell’istituto dell’affidamento le condizioni sono molto più flessibili: l’accoglienza temporanea può essere realizzata da chiunque sia giudicato idoneo, coppie sposate ma anche conviventi o single. Al contrario, per adottare è necessario essere sposati da tre anni. “Per scavalcare questo criterio, quindi, sarebbe sufficiente che un single seguisse il percorso per diventare genitore affidatario e, una volta avuto in affido il bambino, ne richiedesse l’adozione”, ipotizza Griffini. “Allora mi chiedo: chi tutela realmente questa proposta? L’interesse del minore di essere accolto da una famiglia o il desiderio di un adulto di diventare genitore?”.

Il nodo da sciogliere, nel reale interesse del minore, “è garantire l’effettiva temporaneità dell’affidamento familiare, inserendo un limite temporale non prorogabile per la durata del progetto”, sottolinea Griffini. “Sono migliaia, infatti, i bambini e adolescenti che oggi vivono in un limbo affettivo, contesi tra la famiglia di origine e i genitori affidatari. Garantire una famiglia “per sempre” a ognuno di loro rappresenta la vera sfida”.


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