Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Sentenza corte d’appello, per Amnesty un verdetto giusto

Responsabilità per 27 tra agenti e dirigenti della polizia per i gravi abusi commessi durante il G8 di Genova

di Redazione

La Corte d’appello di Genova ha riconosciuto le responsabilita’ di 27 tra  agenti e dirigenti della polizia per i gravi abusi commessi durante il G8  di Genova, nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001, ai danni di decine  di persone presso la scuola Diaz.  ‘Questa decisione porta verita’ e giustizia alle vittime, alle loro  famiglie e alle organizzazioni che in questi nove anni le hanno sostenute’  – ha dichiarato la Sezione Italiana di Amnesty International.   Il dispositivo della sentenza di appello non solo conferma e inasprisce le  condanne nei confronti degli agenti giudicati colpevoli in primo grado, ma  amplia il riconoscimento delle responsabilita’ penali ai loro dirigenti.  Ne emerge una conferma del quadro gia’ allarmante ricostruito in primo  grado: gravi violazioni (tra cui lesioni gravi, arresti illegali, falso e  calunnia) furono commesse a Genova da agenti di polizia e dai loro  responsabili nei confronti di decine di manifestanti inermi, aggrediti  mentre si trovavano in un luogo di riparo notturno al termine delle  manifestazioni indette in occasione del G8.   

Seppur essenziale e lungamente attesa, la ricostruzione delle  responsabilita’ penali  individuali non e’ tuttavia sufficiente. In questi  nove anni, sottolinea la Sezione Italiana di Amnesty International, non  c’e’ stata alcuna parola forte di condanna da parte delle istituzioni per  il comportamento tenuto dalle forze di polizia nel luglio 2001 a Genova.  Il riconoscimento delle responsabilita’ penali di dirigenti di polizia per  i fatti della scuola Diaz rende ancora piu’ urgente che le istituzioni  coinvolte si interroghino sul fallimento nella gestione  dell’ordine  pubblico a Genova nel luglio 2001 e sulle gravi e molteplici  violazioni  dei  diritti  umani  commesse  in  pochi giorni nei confronti  di  centinaia  di  persone.   

Il quadro complessivo che emerge da questa sentenza di appello, da quella  emessa nel marzo scorso relativamente alle brutalita’ compiute a Bolzaneto  e da altre decisioni precedenti, rende quest’analisi necessaria.   I sistemi operativi e di controllo delle forze di polizia non garantirono  la protezione e la sicurezza dei manifestanti e tuttora manca un’analisi  interna a questi organismi di tale fallimento. 

Le lacune di sistema che hanno concorso alle violazioni dei diritti umani  alla scuola Diaz non sono state colmate dalle autorita’ italiane, che non  hanno adottato alcuna misura per impedire abusi di analoga natura da parte  della polizia.  ‘Quanto accaduto alla scuola Diaz potrebbe ripetersi se le autorita’ non  diranno a chiare lettere che le violazioni dei diritti umani da parte  delle forze di polizia non sono tollerate e non assumeranno le necessarie  misure di riforma dei meccanismi che a Genova non garantirono sicurezza e  protezione dei diritti fondamentali di tutti’ – ha affermato  l’associazione.  

Amnesty International rinnova la richiesta alle autorita’ italiane di  introdurre il reato di tortura, con le caratteristiche previste dalla  Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, istituire un meccanismo  indipendente per accertare le responsabilita’ delle forze di polizia e  dare attuazione a tutte le raccomandazioni degli organismi internazionali,  incluse quelle sull’identificazione delle forze di polizia durante le  operazioni di ordine pubblico.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA