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Ok al prepensionamento per i familiari di disabili

Unanimità alla Camera per cinque anni di contributi

di Sara De Carli

Praticamente all’unanimità, con 465 sì e un astenuto, l’aula della Camera ha approvato ieri la propsta di legge che riconosce il diritto al prepensionamento per chi assiste un familiare disabile grave. Arriva così alla sua felice conclusione una battaglia iniziata concettualmente nel 1984 e iniziata sui banchi del Parlamento già in molte legislature, senza mai arrivare in aula.

UN SI’ BIPARTISAN

«È un provvedimento importante, un riconoscimento del lavoro di cura di tante famiglie, più di 110 mila, che da molti anni assistono i propri congiunti», ha dichiarato Luigi Bobba, deputato del Pd. «Il diritto all’erogazione anticipata del trattamento pensionistico è un modo concreto da parte delle istituzioni di venire incontro a chi deve fare fronte a gravi situazioni di disagio».  

«Oggi la Camera ha scritto una bella pagina nella storia dei suoi lavori», ha affermato Beatrice Lorenzin, deputata del Pdl. «Oggi la capacità di cura della famiglia, in particolare delle donne, è stata riconosciuta a tutti gli effetti».

«Esprimiamo una grande soddisfazione per il voto unitario della Camera sul testo di legge relativo alle norme per il prepensionamento dei lavoratori che assistono familiari disabili gravi, affermano in una nota congiunta Amalia Schirru e Cesare Damiano, deputati Pd della commissione Lavoro della Camera – Dopo tanti anni il riconoscimento del lavoro di cura compie un passo avanti significativo, di alto valore simbolico e sociale».

LA BATTAGLIA

L’approvazione è arrivata dopo una giornata campale, grazie alla assoluta convinzione bipartisan con cui la Camera ha sposato il provvedimento, tanto da sfidare la Commissione Bilancio che ancora ieri pomeriggio, mentre l’esame dei singoli articoli della proposta di legge era già in corso, aveva espresso parere negativo sulla copertura finanziaria (leggi “Avanti tutta sul prepensionamento“). Alla fine la Commissione Bilancioha trovato una copertura con un’accisa sugli alcolici (era previsto originariamente un controbuto di solidarietà del 2 per cento per i redditi sopra i 200 mila euro).

I PUNTI CRITICI

I punti critici su cui dovrò lavorare il Senato sono principalmente due: il fatto che rimane un’area di soggetti – i lavoratori della scuola e degli enti locali – che non si vede riconosciuto il diritto risarcitorio e la cancellazione della obbligatorietà della concessione del riconoscimento di questo diritto, cosa che potrebbe creare differenze tra i lavoratori del settore privato o i lavoratori autonomi.

Il beneficio previdenziale è previsto per un solo familiare di un disabile grave (coniuge, genitore, fratello, sorella o figlio che convive), con invalidità del 100%, a patto che l’assistenza duri da più di 18 anni e che il lavoratore abbia versato almento vent’anni di contributi. Per i dipendenti pubblici (esclusa appunto la scuola e gli enti locali) è previsto l’esonero anticipato dal servizio per i cinque anni che precedono la maturazione del diritto a pensione, con il 70 per cento del trattamento complessivamente goduto. Per i dipendenti privati si consente il pensionamento anticipato rispettivamente a 60 anni per gli uomini e a 55 anni per le donne.

GLI ORDINI DEL GIORNO

Approvati alcuni ordini del giorno, tra cui quello di Farina Coscioni (Pd) che impegna il governo a valutare l’opportunità di adottare idonei provvedimenti per estendere i benefici lavorativi/previdenziali già previsti per i familiari, anche a persone non legate da vincoli di parentela con il disabile assistito e quello della Santolini (Udc) per ammettere ai benefici previdenziali, in assenza totale dei soggetti previsti dalla legge, anche i lavoratori o le lavoratrici legati da rapporti di parentela di grado superiore al primo; di Moffa (Pdl) – ma bipartisan e firmato anche dal relatore Delfino che impegna il governo a valutare l’opportunità di estendere, in coerenza con il quadro delle risorse disponibili, i benefici di cui all’articolo 1 anche al personale della scuola e degli enti locali, nonché di rimuovere il principio di discrezionalità nell’accoglimento delle richieste di esonero da parte della pubblica amministrazione (sullo stesso tono l’odg Frassineti, Pdl).


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