Welfare & Lavoro

Milano, così si “uccide” un ombudsman

di Redazione

Il Comune di Milano ha soppresso la figura del difensore civico. Alessandro Barbetta – in carica dal 2004, con oltre 15mila pratiche seguite – non avrà un successore. La vicenda ha del paradossale: Barbetta operava già da mesi in regime di proroga, in attesa dell’elezione del nuovo difensore civico. A partire da febbraio il Consiglio comunale ha tentato cinque volte di eleggere il nuovo difensore civico, ma le elezioni sono sempre andate buche (anche perché la maggioranza stessa ha presentato più nomi). Insomma, un flop tutto politico, anche se ora il presidente del Consiglio comunale, Manfredi Palmeri, dà la colpa a Roma: «Dobbiamo dare immediata attuazione alla Finanziaria 2010 sulla cessazione della figura dell’ombudsman cittadino, la nuova legge definisce con assoluta chiarezza che sono salvaguardati solo i singoli incarichi di difesa civica non ancora scaduti al 28 marzo di quest’anno», ha detto.
Di parere contrario Fulvio Santagostini, presidente della Ledha – Lega per i diritti delle persone con disabilità, che ha battagliato in prima linea per tutelare questo difensore dei diritti dei cittadini: «Milano il difensore civico lo avrebbe ancora, almeno fino alla scadenza del Consiglio comunale, nel 2011, se solo i politici si fossero accordati su un nome prima del 28 marzo», spiega. La legge prevede, in sostituzione, una convenzione con il difensore civico provinciale. Ma Santagostini precisa: «Quel che è peggio è che il Comune non l’ha fatta». (S. D. C.)


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