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Cooperazione & Relazioni internazionali

Attacco alle ong

Sparatoria contro le navi dirette nella striscia con aiuti umanitari: 19 morti. L'esercito: erano armati

di Redazione

È salito a 19 morti il numero dei morti dell’attacco israeliano alla flotta di navi di volontari dirette verso Gaza. Lo ha annunciato una fonte ufficiale dell’esercito dello stato ebraico citata dalla Tv satellitare ‘al-Arabiya’. Tra loro ci sarebbero almeno nove cittadini turchi e diversi arabi, anche se non e’ stata fornita la nazionalita’ di tutte le vittime.

Tutto è cominciato nella notte, quando un commando israeliano ha assaltato nella notte i volontari delle Ong internazionali organizzato da una coalizione composta da Free Gaza Movement (fg), European Campaign to end the siege of Gaza (Ecesg), Insani Yardim vakfi (ihh), Perdana global peace organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International committee to lift the siege on Gaza diretti verso la Striscia per portare aiuti umanitari ai palestinesi che viaggiavano a bordo della nave passeggeri turca “Mavi Marmara”, che faceva parte della Freedom Flotilla, un convoglio di sei navi che aveva l’obiettivo di arrivare a Gaza sfidando il blocco israeliano.

Sulle navi c’erano di 40 nazionalità diverse (tra questi anche alcuni italiani) e 10 mila tonnellate di aiuti, tra cui cemento, medicine, generi alimentari, anche case prefabbricate, 500 sedie a rotelle elettriche. Insieme ad esponenti di ong e associazioni c’erano alcuni parlamentari di diverse nazionalità e semplici cittadini.

«Questa mattina», recita una nota, «le forze navali dell’Idf hanno intercettato sei navi che tentavano di forzare il blocco della Striscia di Gaza. Questo è accaduto dopo numerosi avvertimenti da parte di Israele e della sua marina». L’esercito «ha chiesto alle navi di cambiare rotta e dirigersi verso il porto israeliano di Ashdod, dove avrebbero potuto scaricare il proprio materiale di aiuto che sarebbe poi stato trasferito via terra (nella Striscia, ndr) dopo ispezioni di sicurezza». Ma, prosegue il comunicato, «i dimostranti a bordo hanno attaccato il personale navale dell’Idf con armi da fuoco e armi leggere, incluso coltelli e bastoni». Per questo «le forze navali hanno usato strumenti antisommossa, incluso armi da fuoco». Si attende ora l’arrivo di tutte le navi nel porto di Ashdod per il recupero dei feriti.

Secondo fonti della Farnesina, al momento, non sembra che vi siano italiani fra le vittime dell’operazione delle forze speciali israeliane. Lo rendono noto fonti del ministero degli Esteri, precisando che a bordo vi erano nostri connazionali, anche se non è ancora confermato il numero. «Come sempre stiamo continuando a fare le nostre verifiche, ma non sembrerebbe che nella prima imbarcazione colpita, quella turca, vi siano italiani», spiega la fonte.

L’attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa israeliana. A bordo delle imbarcazioni con gli aiuti umanitari c’era anche un deputato svedese di origine turca, Mehmet Kapla. Per questo l’ambasciatore israeliano ad Ankara, Gaby Levy, è stato convocato al ministero degli Esteri turco per fornire spiegazioni. Il ministro turco Ahmet Davutoglu, in viaggio verso gli Stati Uniti, ha informato il presidente Abdullah Gul e il premier Recep Tayyp Erdogan degli ultimi sviluppi riguardo al blitz. E anche l’ambasciatore israeliano a Stoccolma è stato convocato al ministero degli Esteri svedese dal ministro Carl Bildt, sottolineando che è cruciale «stabilire velocemente» ciò che è accaduto alle imbarcazioni.

 Governo e vertici militari turchi si sono intanto riuniti in una sessione di emergenza. La “Mavi Marmara”, principale imbarcazione della flottiglia – che trasportava circa 500 passeggeri – batte infatti bandiera turca. La riunione di emergenza è stata convocata dal premier Erdogan, riferisce l’agenzia Anadolu. E le autorità israeliane hanno chiesto ai propri cittadini presenti in Turchia di lasciare immediatamente il Paese e di rientrare in patria. Secondo quanto annunciato da ‘al-Arabiya’, le autorità dello Stato ebraico temono ritorsioni nei confronti dei propri cittadini.

 L’Unione europea ha sollecitato l’apertura di un’inchiesta: «L’Alta Rappresentante Catherine Ashton esprime il proprio profondo rincrescimento per le notizie sulle perdite di vite e sulle violenze ed estende la sua simpatia alle famiglie dei deceduti e dei feriti», ha detto un rappresentante di Ashton, responsabile della politica estera Ue «A nome dell’Unione europea (Ashton) chiede una inchiesta completa sulle circostanze in cui ciò è avvenuto… Chiede l’apertura senza condizioni e immediata… di un varco di passaggio per il flusso di aiuti umanitari, beni commerciali e persone da e per Gaza».

 Il comunicato degli attivisti
«Nel cuore della notte, commandos israeliani hanno abbordato la nave passeggeri turca “Mavi Marmara” sparandole contro (…) Israele ha dichiarato che sta entrando in possesso delle imbarcazioni. Lo streaming video mostra i soldati israeliani che sparano a civili, e il nostro ultimo messaggio spot diceva: “aiutateci, siamo stati abbordati dagli israeliani”», continua la nota. «La coalizione formata dal Free Gaza Movement (fg), European Campaign to end the siege of Gaza (Ecesg), Insani Yardim vakfi (ihh), Perdana global peace organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International committee to lift the siege on Gaza lancia un appello alla comunità internazionale per chiedere a Israele di fermare questo brutale attacco contro civili che stavano tentando di portare aiuti di vitale importanza ai palestinesi imprigionati a Gaza e di consentire alle navi di continuare il loro cammino. L’attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa di Israele, in violazione del diritto internazionale», aggiunge il comunicato.

Nella foto, un attivista filopalestinese trasportato in ospedale a Gerusalemme

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