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L’Italia all’Onu: «no a 15 raccomandazioni»

Lunedì 9 giugno la verifica. Respinte le raccomandazioni che riconoscono rom e sinti come minoranze linguistiche. Nasce invece istituzione nazionale indipendente per la promozione dei diritti umani

di Sara De Carli

No al riconoscimento dello status di minoranza linguistica alle comunità rom e sinte presenti in Italia. Sì alla costituzione di una istituzione nazionale indipendente per la promozione e protezione dei diritti umani, ma non nel 2010. Sì a nuove misure contro la discriminazione razziale, soprattutto nelle manifestazioni sportive. Sono queste alcune delle risposte che il Governo italiano darà a Ginevra al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, lunedì 9 giugno, in occasione dell’esame periodico universale (Universal periodical review) dell’Italia. Le risposte sono state anticipate alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato dal sottosegretario per gli affari esteri, Vincenzo Scotti, nella seduta del 19 maggio scorso.

Lunedì 9 giugno, infatti, l’Italia dovrà rispondere alle ben 92 raccomandazioni formulate sull’Italia al termine della prima fase della procedura, che ha avuto luogo a Ginevra lo scorso 9 febbraio. L’Italia è intenzionata a resoingerne 15, circa il 17%. «Il numero delle raccomandazioni formulate è andato aumentando notevolmente nel corso del tempo, sicché non deve sorprendere l’alto numero di raccomandazioni di cui è destinataria l’Italia», ha sottolineato il sottosegretario Scotti. «L’approccio che rispetto ad esse ha avuto il governo italiano, nella articolazione delle diverse amministrazioni interessate alle singole specifiche raccomandazioni, è stato da un lato di apertura e disponibilità, dall’altro di chiarezza, nel senso che si è preferito non prendere impegni che non si fosse in grado di onorare». Ecco quel che Scotti ha annunciato.

Immigrazione: sono state presentate 13 raccomandazioni e 9 di esse verranno accettate, una verrà accettata parzialmente, 3 verranno respinte, in quanto le osservazioni rappresentate contrastano con le linee del governo in materia di immigrazione.

Domande di asilo: sono state effettuate 6 raccomandazioni e il governo ha intenzione di accoglierle.

Minoranze: le raccomandazioni sono 10 e 8 di esse verranno accolte, due verranno invece respinte, in quanto riguardano la richiesta di considerare rom e sinti alla stessa stregua delle minoranze linguistiche presenti nel paese e su questo si è ritenuto – coerentemente con il dibattito parlamentare che ha avuto luogo quando è stata approvata la legge n. 482 del 1999 – che tale soluzione fosse incompatibile con il nostro ordinamento.

Discriminazione razziale e la xenofobia: le raccomandazioni sono 11, di cui 7 verranno accolte perché riguardano misure in parte già introdotte, specie per quanto riguarda l’ordine pubblico durante le manifestazioni sportive. Delle altre 4, tre verranno respinte perché il governo ritiene che accogliendole ed applicandole in Italia non si otterrebbe alcun vantaggio sul piano della tutela dei diritti umani, mentre la raccomandazione numero 21, che riguarda la Conferenza di revisione di Durban  del 2009, cui l’Italia non ha partecipato, potrà essere accolta solo parzialmente.

Protezione dell’infanzia e dell’adolescenza: si ritiene di poter accogliere tutte e 8 le raccomandazioni presentate, salvo una.

Tratta degli esseri umani: il governo si esprimerà favorevolmente sulle 6 raccomandazioni che la riguardano.

Ratifica di convenzioni internazionali: le raccomandazioni sono 7, cinque verranno accettate, 2 invece non verranno accolte in quanto riguardano la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, relativamente alla quale valgono i dubbi del governo italiano rappresentati all’inizio di questa esposizione.

Autorità indipendente per i diritti umani: sono state presentate 5 raccomandazioni e il governo è orientato ad accettarle tutte salvo una perché pone una scadenza alla introduzione di tale autorità, vale a dire la fine dell’anno in corso, e il governo si troverebbe nella condizione di assumere un impegno per conto del parlamento.

Giustizia: sono state presentate 6 raccomandazioni che riguardano l’indipendenza del sistema giudiziario, il sistema penitenziario e l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano. In particolare rispetto a questo ultimo punto il governo ha un parere negativo, in quanto gli atti che configurano tortura sono già sanzionati dal nostro ordinamento e non è quindi necessario introdurre un reato specifico.

Libertà di espressione: presentate 5 raccomandazioni, il governo è orientato ad accoglierle tutte.

Discriminazione di genere: il governo accetterà tutte e 4 le raccomandazioni concernenti.

 

«L’orientamento del Governo italiano ci rammarica e ci preoccupa», dice in un comunicato la Federazione Rom e Sinti insieme. «Di fatto se sarà confermato l’orientamento espresso ieri in Commissione, l’Italia rimarrà uno dei pochi Paesi europei che nega la nostra esistenza di Sinti e di Rom, una delle minoranze più antiche presenti in Italia e la più numerosa d’Europa: 12 milioni di persone. Ma al di là del rammarico vogliamo esprimere la nostra indignazione perché troviamo grave questo atteggiamento che sembra negare la nostra storia in questo Paese e lasciarci soli di fronte a una pesante discriminazione che fa di noi una minoranza respinta ai margini della società cancellando le nostre culture, i nostri valori, i nostri diritti».


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