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Sanità & Ricerca

Roccella: «In Veneto nessuna discriminazione nei trapianti»

Il sottosegretario risponde in un'interrogazione: «Trapiantati 28 bambini con ritardo mentale»

di Sara De Carli

Il sottosegretario alla salute Eugenia Roccella ha risposto ieri in commissione Affari sociali della Camera a un’interrogazione sulle indicazioni per il trapianto della Regione Veneto, a seguito del caso esploso nei giorni scorsi per via del fatto che le linee guida regionali del Veneto prevedono, tra gli elementi da valutare per la definizione della lista d’attesa per un trapianto d’organo, anche il quoziente intellettivo.

«La valutazione psicologica-psichiatrica è di particolare importanza per l’inserimento in lista di attesa per trapianto di organi», ha premesso il sottosegretario Roccella. «L’inserimento, infatti, deve avvenire anche in considerazione di alcuni aspetti psicologici, di carattere generale, del paziente e del contesto relazionale all’interno del quale lo stesso vive. Tali criteri lungi dall’essere criteri selettivi devono considerarsi dei parametri di valutazione da adottare in ogni singolo caso e, soprattutto, volti a garantire al meglio la salute del paziente».
Entrando nel merito del caso Veneto, «si osserva che nel 2009 la Regione Veneto ha elaborato un indirizzo che integra i criteri da utilizzare per la valutazione dei pazienti pretrapianto. Nell’allegato A) alla DGR 851/2009 vengono citate le indicazioni e posizioni, in materia, di diversi autori ma, va da subito chiarito, che l’impianto e le principali indicazioni contenute nella citata delibera sono in linea con i principi e le valutazioni sopra esposte. Va anche detto che fino ad oggi, nella Regione Veneto sono stati trapiantati 28 bambini con ritardo mentale. In nessun caso sono state effettuate discriminazioni sulla base di indicazioni generali».
La Roccella chiarisce poi come «a seguito di una interpretazione non in linea con i contenuti della delibera, riferita ad una pubblicazione scientifica, l’Assessore della Regione Veneto ha inteso adottare una circolare esplicativa dei contenuti della medesima delibera e superare le difficoltà interpretative che si erano determinate. In particolare tale circolare chiarisce che il “documento ha il significato di indicare ed evidenziare le condizioni nelle quali, per eseguire con successo il trapianto, è necessario mettere in atto interventi di tipo diagnostico e terapeutico nonché una rette di sostegno, finalizzati a garantire il massimo delle possibilità di cura, anche in presenza di rischi aumentati”. Il Ministero della Salute unitamente al Centro Nazionale Trapianti condividono i contenuti della circolare esplicativa della Regione Veneto».

Il sottosegretario in conclusione ha anche segnalato «che la questione sarà posta, in accordo con quanto proposto dall’Assessore regionale, anche alla Conferenza degli Assessori, al fine di condividere e unificare gli indirizzi a livello nazionale, e i criteri di inserimento di persone affette da disabilità nelle liste d’attesa e il follow up di eventuali problematiche post trapianto. Tali attività seguiranno le indicazione fino ad ora fornite alle Regioni, dal Centro Nazionale Trapianti anche in collaborazione degli esperti che, come sopra riferito, dal 2005 si interessano di tali materie».

 


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