Attivismo civico & Terzo settore

Diritti umani: solo il 3% nelle news

Claudia Duque vince il premio "Women and Leadership" all'interno del Premio Ilaria Alpi. Intervista audio

di Redazione

Si chiama Claudia. Per la precisione: Claudia Julieta Duque. Professione: giornalista.?E’ lei la vincitrice del premio Women and Leadership promosso da UniCredit Group all’interno della 16a edizione del Premio Ilaria Alpi a Riccione. Un riconoscimento – sottolinea Antonella Massari, Responsabile Group Identity and Communications del Gruppo bancario – voluto per sostenere la necessità di un’informazione corretta e libera, capace di guardare in profondità e di riflettere sugli eventi del mondo.

Un nome, quello di Claudia Duque, che non molti forse conoscono in Italia, ma che in Colombia, dove la giornalista lavora e vive, significa minacce, esilio, censura. Pedinata e controllata Claudia Duque sta continuando da anni il suo coraggioso lavoro per raccontare la verità sulla scomparsa del giornalista colombiano Jaime Garzòn, ucciso nell’agosto del ’99 in circostanze misteriose. Un omicidio nel quale sarebbero implicati anche un paramilitare e diversi componenti delle forze di sicurezza.

Da quando ha iniziato ad indagare sulla vicenda di Garzòn, la giornalista colombiana ha cominciato a ricevere minacce e nel 2001è stata costretta a lasciare il suo Paese. Da qualche mese anche sua figlia, una ragazza di 16 anni, è minacciata di morte. Per questo Amnesty International è intervenuta  e ha chiesto al Governo colombiano maggiore protezione per la famiglia della giornalista.

Raggiunta al telefono da VITA.it, Claudia Duque si dice molto contenta e onorata di poter ricevere il premio all’interno di un evento dedicato alla memoria di Ilaria Alpi. Senza però nascondere le difficoltà del suo lavoro, e più in generale della sua vita: «In Colombia mi occupo principalmente di diritti umani. Per fare un esempio, però, solo il 3-4% dell’informazione colombiana tratta di questi temi. Temi scomodi, e dietro i quali si celano interessi economici molto alti».

«Da qualche tempo la mia situazione personale è leggermente migliorata – continua Claudia – ma abbiamo dovuto aspettare che un dossier sul mio conto del DAS (Dipartimento amministrativo di Sicurezza, i servizi segreti colombiani, ndr.), fosse reso pubblico» e aggiunge

«Su quel dossier era scritto, nero su bianco, quando, come e a che scopo avrebbero dovuto minacciarmi gli stessi servizi per mettermi a tacere. La verità richiede tempi lunghi. Ma senza credersi eroi, ma giornalisti, l’importante è andare avanti. Ed è per questo che ho firmato anch’io l’appello del Premio Ilaria Alpi per chiedere maggiore impegno ai politici e alle istituzioni sulla verità dell’omicidio ai danni di Ilaria Alpi in Somalia».

«Si tratta di un riconoscimento, quello ricevuto da Claudia Duque – sottolinea Antonella Massari, Responsabile Group Identity and Communications di UniCredit – voluto per sostenere la necessità di un’informazione corretta e libera, capace di guardare in profondità e di riflettere sugli eventi del mondo, in linea con l’esempio di Ilaria Alpi e del Premio a lei dedicato”.


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