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Bulgari e romeni criticano le espulsioni dei rom

Per il ministro romeno degli Esteri il comportamento di Parigi viola le leggi europee sulla libertà di circolazione

di Redazione

La Romania ha messo in guardia la Francia contro le espulsioni “collettive” di rom, basate su “criteri etnici”. Si tratterebbe di un passo, avverte oggi il ministro rumeno degli Esteri Teodor Baconschi, in violazione delle leggi europee sulla libertà di circolazione e in contraddizione con la partnership strategica fra Francia e Romania. Le espulsioni, ha sottolineato il ministro, possono avvenire solo nei confronti di singoli.

La reazione di Baconschi giunge mentre la Francia si appresta a espellere domani un primo gruppo di 79 rom con un volo diretto in Romania. La misura si svolge nel quadro di una campagna avviata dal governo del presidente francese Nicolas Sarkozy contro i campi rom abusivi, 51 dei quali sono stati già smantellati. Il ministro degli Interni Brice Hortefeux promette di rimandare 700 rom in Romania e Bulgaria entro la fine di settembre. Il provvedimento ha provocato forti critiche sia in Francia sia all’estero, ma il governo di Parigi risponde che i rom partiranno “su base volontaria” con un contribuito di 300 euro per ogni adulto e 100 per ogni bambino.

Anche in Bulgaria, come la Romania paese membro dell’Ue, si sono levate voci contro la decisione francese. “L’espulsione, per dirla in modo moderato, è antieuropea” e significa “che alcune persone sono accusate di una colpa collettiva”, dichiara il sociologo Kolyo Kolev all’agenzia stampa Focus. Il quotidiano Sega accusa intanto Parigi di voler trasformare Romania e Bulgaria in un “ghetto dei rom”. La Bulgaria è comunque pronta ad accogliere i rom che saranno espulsi, come ha confermato in luglio il ministro degli Interni Zvetan Zvetanov. Su una popolazione di 7,6 milioni di persone, la Bulgaria conta 600mila rom, la metà dei quali vive a Sofia.


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