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L’Italia strizza l’occhio a Sarkozy

Dal Belpaese apprezzamenti per i “rientri volontari”

di Lorenzo Alvaro

Altri 139 Rom lasceranno Parigi alla volta della Romania e della Bulgaria sulla base della formula del “rientro volontario” fortemente criticata da Europa e Vaticano. Il ministro dell’immigrazione Eric Besson ha detto che ci saranno altre 160 partenze il 26 agosto, e che per la fine del mese saranno circa 850 i Rom che dall’inizio del 2010 saranno stati ricondotti nel loro paese di origine. In base alla con cui i Rom hanno avuto un sussidio statale di 300 euro per gli adulti e di 100 per i bambini.

Mentre in tutto il mondo però la scelta transalpina fa incetta di critiche in Italia sembrano essere in molti a sostenere la bontà della “cura” Sarkozy

«Bene Sarkozy. La Francia tollerante, la Francia multietnica, la Francia che spesso citiamo come esempio da seguire, ha dato una dimostrazione di come, in presenza di irregolarità evidenti e di problematiche di sicurezza, non si deve tentennare, ma agire senza timori. Per il bene e la sicurezza della propria popolazione» ha commentato il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, aggiungendo che «non si tratta solo di ordine pubblico. Vivere in condizione irregolare è anche mancanza di rispetto nei confronti di chi invece le regole le rispetta, dei cittadini francesi ma anche degli stessi stranieri che lavorano, vivono nella legalità e si sono costruiti una casa, invece di realizzare dei campi abusivi come i Rom che Sarkozy sta rimpatriando».

«L’azione forte voluta da Sarkozy», dice Muraro, «non fa altro che confermare la bontà dell’azione di Governo italiano in ambito di sicurezza. La fermezza voluta dal ministro Maroni, spesso criticata qui in Italia, a quanto pare trova estimatori nei nostri paesi confinanti. Mai, però, si deve  mascherare il dovere dell’accoglienza e il rispetto dei diritti umani, sacrosanti per un paese civile e di tradizione e cultura cristiana, con la tolleranza di qualunque forma di illegalità. L’accoglienza e il rispetto nei confronti dell’altro passano necessariamente dall’osservanza e dall’accettazione delle leggi, delle regole e della cultura del Paese che ospita. Un’azione forte contro l’illegalità non può che tutelare anche e soprattutto tutti i cittadini stranieri che si trasferiscono e vivono nella nostra comunità integrandosi e lavorando onestamente. Bene quindi Sarokozy coi rimpatri».

 

La pratica dei rimpatri coatti dei Rom, ha un’altro accanito sostenitore sempre al nord, questa volta a Milano. Il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato infatti sottolinea come si tratti di una pratica che «è stata già messa in atto a Milano e andrebbe ora potenziata anche sulla scia di quanto accade Oltralpe ma con una differenza: senza nessun incentivo economico».

«Da inizio anno», dice De Corato, «sono 124 gli sgomberi effettuati, 301 dal 2007. A dimostrazione di un’attenzione costante alle esigenze dei cittadini. Che ha permesso di risanare e mettere in sicurezza molte aree a rischio e diminuire la presenza degli irregolari. Una politica che poi è la stessa di un grande Paese democratico come la Francia. Dove Sarkozy sta procedendo allo smantellamento di campi abusivi ma anche a rimpatri coatti su vettori aerei nel rispetto di una direttiva europea che prevede l’allontanamento dopo 90 giorni di permanenza per chi non ha lavoro e mezzi sufficienti per autosostenersi e vive sostanzialmente di espedienti».  Al di là della questione umana e morale rimane il dubbio su cosa servano questi viaggi organizzati (e pagati) dallo stato, visto che, essendo i Rom comunitari, nessuno gli può vietare di tornare indietro.

 


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