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Roma, città chiusa

Alemanno: "Al via lo sgombero dei microcampi nomadi". Ed esplode la polemicha sui costi per i rifugiati.

di Redazione

”Parte da questa settimana lo sgombero dei microcampi nomadi nel Comune di Roma. Abbiamo chiesto un aiuto in termini di risorse al ministero degli Interni per garantire un’assistenza alloggiativa alle persone che verranno allontanate, almeno per quanto riguarda donne e bambini”. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno al termine dell’incontro al Viminale con il ministro degli Interni Roberto Maroni.

”Abbiamo inoltre chiesto -ha continuato Alemanno- una revisione complessiva del sistema dell’accoglienza: oggi il ministero spende troppi soldi per l’assistenza, rimodulando questi costi si potra’ dare piu’ spazio al piano nomadi. Su questi temi il ministro Maroni ha preso un impegno e ci dara’ risposte concrete nei prossimi giorni’. E’ necessario rimodulare i costi perche’ in Italia ci sono dei paradossi incredibili – ha continuato il sindaco – alcuni rifugiati politici a  Roma vengono ospitati in strutture convenzionate dal ministero degli Interni a 72 euro al giorno, che e’ il costo di un albergo a tre stelle. Ma ci sono realta’ virtuose in cui questa assistenza viene fatta anche a 12 e 19 euro. Ridefinire queste situazioni- ha concluso Alemanno- potrebbe permetterci di trovare altre risorse”.

A chi gli chiedeva se il ministro Maroni fosse d’accordo sulla misura dell’allontanamento coatto di cittadini comunitari, Alemanno ha risposto: ”Certamente. Quando c’e’ un allontanamento bisogna fare in modo che questo sia effettivo, come avviene per gli extracomunitari. E’ un tema che sara’ posto a livello di Unione europea, ma il nostro governo puo’ agire anche unilateralmente, quando le misure di allontanamento non vengono rispettate”.

”Bisogna sottolineare -ha concluso Alemanno- l’aspetto della legalita’: la direttiva 38 dell’Unione europea parla anche di sostenibilita’ sociale della presenze, ma noi dobbiamo innanzitutto concentrarci su chi commette un reato. Impedire l’illegalita’ sara’ anche un deterrente alla presenza di immigrati che non vogliono integrarsi”.

“Il sistema di Welfare è stato pensato negli anni Ottanta quando i destinatari erano minori e le risorse erano più abbondanti – ha proseguito don Albanesi -. Ora occorre tornare a forme di collaborazione all’interno del sistema di accoglienza in modo tale da non trasformare le persone in assistiti e permettere contemporaneamente un’accoglienza dignitosa”.
 
A tornare invece sul costo per l’assistenza ai rifugiati ci ha pensato Don Vinicio Albanesi, della Comunità di Capodarco di Roma: “È un problema che non riguarda solo gli stranieri e i rifugiati, ma tutta l’accoglienza sociale. Basti pensare ai minori non accompagnati che presentano costi di accoglienza elevatissimi. Il problema – ha aggiunto il presidente della Comunità di Capodarco – è che l’accoglienza non viene modulata in base all’età reale, e non soltanto anagrafica, di ragazzi che hanno attraversato il mondo. Sarebbero in grado di essere gestiti e di gestirsi con costi molto minori”. A sostegno della sua tesi don Vinicio Albanesi ha citato l’esempio dei terremotati dell’Aquila, ospitati “a 57 euro al giorno in un albergo a tre stelle sulla Adriatica. Agli albergatori – ha concluso – non pare vero”.


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