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La privacy nell’era di Google

Il colosso americano ammette: uno dei nostri ingegneri spiava gli utenti in chat

di Redazione

Addio privacy, benvenuto Google. Le informazioni personali degli utenti corrono lungo il Web, ma a volte si fermano davanti davanti agli occhi indiscreti di ingegneri informatici che potrebbero sfruttarle per scopi illeciti. E’ quanto pare sia accaduto nel cuore pulsante del colosso informatico di Mountain View. La denuncia viene da quattro ragazzi minorenni, semplici utenti Web, che dicono di essere stati ripetutamente “molestati” da un ingegnere interno all’azienda, il quale avrebbe utilizzato i loro dati personali per contattarli ripetutamente. Fin qui, un caso di stalking online tutto da verificare. Ma è notizia di oggi che BigG ha confermato il licenziamento dell’ingegnere incolpato.

“Abbiamo allontanato David Barksdale per aver infranto le policy interna in materia privacy. Controlliamo attentamente il numero dei dipendenti che hanno accesso ai nostri sistemi, e regolarmente aggiorniamo i nostri controlli di sicurezza, per esempio, stiamo aumentando significativamente la quantità di tempo che passiamo analizzando nostro i log perché tali controlli risultino efficaci. Detto questo, un numero limitato di persone avrà sempre bisogno di accedere a tali sistemi, se si vuole operare in modo corretto, ed è per questo che prendiamo così sul serio ogni violazione. “ Firmato: Coughran Bill, Senior Vice President, Engineering, Google.

Con queste poche righe il colosso di Mountain View conferma quindi il licenziamento in tronco di uno dei suoi ingegneri, David Barksdale. Il sito ValleyWag aveva denunciato il fatto già da tempo. Il licenziamento sarebbe avvenuto, infatti, a luglio di quest’anno.

Cosa abbia spinto l’ingegnere ad agire in questo modo non è ancora del tutto chiaro. Chi, fra i ragazzi molestati, ha voluto aggiungere particolari ha comunque chiarito che le violazione non erano a sfondo sessuale. Secondo il sito ValleyWag, che avrebbe contattato Barksdale per email (il quale avrebbe rifiutato di parlare al telefono), avrebbe ricevuto la seguente risposta: “Mi sa che avete avuto informazioni molto scottanti se pensate che questa faccenda valga una pubblicazione”.

La notizia sta facendo il giro del Web. Rimangono, però, ancora molti punti oscuri della vicenda. Per ora, l’unica cosa certa, è una conferma della quantità di informazioni che Google possiede e del rischio concreto che tali informazioni vengano usate per scopi illeciti. Dentro e fuori dell’azienda. Un brutto colpo per l’immagine del gigante informatico. O un colpo basso da parte della concorrenza?


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