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Maroni: “Niente case Aler alle famiglie di Triboniano”

Dietrofront del ministro dell'Interno, che accoglie così le proteste della giunta milanese e affida la ricerca della soluzione al mondo dell'associazionismo

di Redazione

”Sarà chiuso nei termini previsti”. Cosi’ il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, conferma la chiusura del campo rom di via triboniano a Milano entro fine ottobre, i tempi stabiliti dalle diverse istituzioni che gestiscono il campo regolare. Alle famiglie che vivono all’interno verranno fornite soluzioni alternative ”escludendo le case Aler o nella disponibilità del Comune”. Per loro non verranno messe a disposizione, come in un primo momento si è ipotizzato, le case che fanno parte del patrimonio sequestrato alla mafia perchè anche quelle, ha spiegato Maroni, fanno parte del patrimonio comunale. Le soluzioni, dunque, sottolinea il ministro al termine di un vertice in Prefettura a Milano, sono legate al mondo dell’associazionismo. ”La grande Milano saprà trovare la soluzione migliore, soddisfando tutte le esigenze senza però utilizzare il patrimonio pubblico del Comune”.

Restano aperte diverse soluzioni per i nomadi che, presto, si ritroveranno a lasciare la propria casa in via Triboniano. “Chi ha diritto a restare verrà sistemato, chi no sarà espatriato. Le soluzioni ci sono, stiamo parlando di 25 case”. Maroni parla di una “scelta di saggezza. Sarà trovata una soluzione che metta d’accordo tutte le sensibilità. Se c’è un favore fatto a qualcuno è ai milanesi, perchè aumenta la sicurezza”. E’ lo stesso ministro a ricordare che proprio due anni fa da Milano è iniziata “l’importante partita con il ‘patto sicurezza’ e con l’intervento sui campi rom abusivi, un fenomeno fino ad allora non gestito”. Un progetto, esteso ad altre Regioni, che ha visto Milano protagonista, capace di integrare “rigore, accoglienza e integrazione”. Tra un mese circa, dopo che il Prefetto, in quanto commissario all’emergenza, avrà trovato nuove soluzioni abitative, il campo verrà smantellato.


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