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«Stop alle dichiarazioni generalizzate»

È l'invito del commissario Ue

di Redazione

I responsabili politici europei devono smettere di rilasciare «dichiarazioni generalizzate» sui comportamenti dei rom. Cosi Thomas Hammerberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, intervenuto nella giornata in cui il Consiglio d’Europa affronta in assemblea la questione dei Rom, anche alla luce delle recenti prese di poszione della Francia, con un dibattito urgente. Per Hammemberg le dichiarazioni di carattere politico «rafforzano e aggravano i pregiudizi” nella gente e vengono “utilizzate da gruppi estremisti». Durante il dibattito è intervenuta anche Maud de Boer-Buquicchio, Vice Segretario generale del Consiglio d’Europa, sottolineando  che la questione Rom è piuttosto delicata ma valbene ricordare che se «da un lato, i diritti umani sono universali dall’altro tutti noi, rom e non, abbiamo delle responsabilità». E proprio incontrando una delegazione Rom la rappresentanza parlamentare italiana presso il Consiglio d’Europa ha messo l’accento su questo aspetto: «serve una cabina di regia europea che porterà i Rom ad avere una vera ed effettiva integrazione; è chiaro però» – ha rimarcato il presidente della delegazione italiana Luigi Vitali (Pdl) – «che serve una disponibilità dei Rom nel farlo, a partire dal mandare a scuola i bambini».
La rappresentanza dei Rom, composta da Nazareno Guarnieri, presidente della Federazione Rom in Italia, che riunisce 19 associazioni, e Santino Guarnieri, Ambasciatore della cultura Rom in Italia, ha evidenziato come «serva ripensare come affrontare il problema: senza la partecipazione attiva non ai va da nessuna parte. Il problema ad oggi è che le proposte di soluzione non vengono dibattute con i diretti interessati. A noi non serve il buonismo: per integrare i Rom basta volerlo. Tant’ è che noi, ad esempio, siamo contrari ai campi nomadi: un buon esempio possiamo prenderlo dall’Abruzzo dove non ci sono campi. Con i soldi che vengono spesi per fare queste aree si potrebbero, con la mediazione delle associazioni, case popolari da assegnare non a rom e basta ma a rom e a non rom. Serve una responasbilizzazione comune». Va in questa direzione, della responsabilità comune, l’iniziativa volta a riunire il Consiglio d’Europa, l’Unione Europea e i loro Stati membri, al fine di rafforzare i diritti dei rom (10 – 12 milioni di persone in territorio europeo) che che si terrà il 20 ottobre prossimo a Starsburgo, con l’obiettivo di rivedere le norme del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea, e di avviare un processo di azione e responsabilizzazione comune. Maud de Boer-Buquicchio, vicesegretario del Consiglio d’Europa, intervenedo in aula ha spiegato come le condizioni in cui le suddette responsabilità possono essere esercitate in modo costruttivo «spesso risultano inesistenti o insufficienti»; presentando all’emiciclo l’incontro del 20 ottobre il vicesegretario ha auspicato quindi che permetta di «riconciliare questi due aspetti». Da sottolineare che la situazione dei rom è esaminata regolarmente attraverso i meccanismi di monitoraggio del Consiglio d’Europa, come la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza e la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali.


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