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Cerveno, 700 abitanti e un grande sogno

Val Camonica, associazione rilancia un paese

di Redazione

Restaurare e divulgare una straordinaria Via Crucis del 1700. Come volano per dare coesione a una comunitàUn territorio si organizza per difendere e far conoscere un capolavoro del 700. È successo a Cerveno, Val Camonica, un piccolo comune di poco più di 600 abitanti, che nella parrocchiale accoglie una straordinaria Via Crucis, costituita da 14 cappelle, con statue in legno a grandezza naturale e pareti affrescate. È opera di Beniamino Simoni, scultore quasi sconosciuto sino a qualche decennio fa e consacrato a metà degli anni 70 da un libro di Giovanni Testori. Più che una semplice Via Crucis, in realtà si tratta di un Sacro Monte raccolto attorno a una scala che sale sino a portare all’ultima cappella, quella della Pietà. Per difendere e divulgare questo patrimonio un paio d’anni fa venne costituita un’associazione, Le Capèle onlus, promossa da un personaggio come Marco Vitale, economista, cui hanno aderito personaggi importanti come Ermanno Olmi e Marco Magnifico, direttore del Fai, ma che soprattutto ha avuto una importante risposta tra le persone del paese e della valle. Oggi i soci sono oltre 200 e grazie a loro sono state rese possibili alcune iniziative di grande efficacia. Ad esempio è stata organizzato un corso per accompagnatori turistici alla Via Crucis e al paese: l’iniziativa ha riscosso molto successo, con 54 persone iscritte provenienti da tutta la valle. E si sa quanto l’accompagnamento di persone preparate sia importante per favorire l’afflusso dei turisti e valorizzare la conoscenza di un patrimonio.
Ma il risultato più importante l’associazione l’ha ottenuto raccogliendo i fondi per avviare i restauri delle prime quattro cappelle: il tutto in tempo di record. Il costo dell’intervento è di 680mila euro. Ora l’associazione è impegnata a raccogliere i 170mila mancanti. Spiega con una punta di legittimo orgoglio Marco Vitale: «L’associazione è diventata operativa nell’autunno 2008. Sono trascorsi due anni dall’inizio della sua attività. Abbiamo ragione di essere soddisfatti di quanto realizzato in questo relativamente breve arco di tempo. Ma la soddisfazione maggiore è che abbiamo dimostrato la capacità di lavorare insieme».
Le Capèle ha tutte le prerogative di una vera case history di salvaguardia e volàno di un territorio. Importante è stata la capacità di coinvolgere tanti soggetti istituzionali, a cominciare dal Comune. Che non ha solo stanziato una parte dei fondi per il restauro, ma si è reso promotore di un’iniziativa innovativa. «Sono stati stanziati 10mila euro all’anno», spiega il sindaco Giancarlo Maculotti, «per incoraggiare e finanziare microinterventi da parte di privati su serramenti, balconi e porte: in modo da restituire pienamente al paese la sua bellezza e armonia».
Ultimo ambizioso obiettivo dell’associazione è ottenere il riconoscimento Unesco. O meglio, accomunare anche Cerveno ai Sacri Monti lombardi e piemontesi che hanno gà ottenuto nel 2003 il riconoscimento. Missione possibile visto che al riconoscimento ne sono stati aggiunti due: il Monte Calvario di Banská Stiavnica, in Slovacchia, e Kalwaria Zebrzydowska, in Polonia.


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