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Beni confiscati, la Calabria fa scuola

Un protocollo lancia un nuovo modello di intervento

di Redazione

Firmato a Crotone un innovativo protocollo di coordinamento per la gestione di oltre cento ettari di terreni che mette in rete soggetti pubblici, associazioni di agricoltori e cooperative sociali È partita la nuova sfida contro le mafie e il recupero dei beni confiscati. E il centro di questa battaglia diventa la Calabria, con le centinaia di ettari di terreno requisiti alla ‘ndrangheta. Nella sede della prefettura di Crotone, infatti, il 24 settembre scorso, alla presenza del ministro degli Interni Roberto Maroni, è stato firmato un protocollo in cui si costituisce un Gruppo di coordinamento per la gestione di 110 ettari di terreno nei comuni di Isola Capo Rizzuto e Cirò.
Il Gruppo, con la supervisione della stessa prefettura crotonese, lavorerà solo per una fase transitoria: l’obiettivo finale sarà la costituzione di una cooperativa sociale al termine di un periodo di formazione e con un bando in cui saranno coinvolti i giovani residenti dei due comuni calabresi.
A sottoscrivere l’Associazione temporanea d’impresa (Ats), oltre all’Agenzia nazionale e alla prefettura di Crotone, sono stati la Regione Calabria, la Provincia, i due Comuni coinvolti, Libera, Agenzia cooperare con Libera terra, Consorzio Libera terra Mediterraneo, Acli Terra, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Icea e Legacoop Agroalimentare.
Ognuno di questi soggetti avrà un ruolo specifico all’interno dell’Ats. Acliterra, Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri assicureranno la manodopera e i mezzi di trasporto, coltivazione e raccolta; Legacoop Agroalimentare, anche tramite le proprie associate, e il Consorzio Libera terra Mediterraneo «individueranno il soggetto competente per la commercializzazione dei prodotti raccolti, che saranno contraddistinti dal marchio “Libera Terra” con riferimento specifico ai Comuni di provenienza e alla loro produzione mediante utilizzo di terreni confiscati alla ‘ndrangheta».
Per quanto riguarda gli enti locali, essi dovranno sostenere le organizzazioni principalmente sotto l’aspetto logistico. L’accordo giunge in momento molto teso per la Calabria. Negli ultimi due mesi si sono susseguiti attentati e intimidazioni contro magistrati, giornalisti e cooperative sociali che si occupano proprio del recupero dei terreni confiscati. È questo, per esempio, il caso della cooperativa «Giovani in vita» (vedi l’articolo a pagina 21).


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