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Sanità & Ricerca

Vietato abbassare la guardia

Le iniziative per l'1 dicembre delle organizzazioni in prima linea nella lotta all'Aids

di Emanuela Citterio

Alicia Keys ha scelto la morte digitale. Scomparirà con altre pop-star da Facebook e Twitter fino a quando non raccoglierà un milione di dollari di donazioni da devolvere all’associazione Keep a Child Alive, che sostiene le famiglie dei bambini malati di Aids. È una delle iniziative in occasione della giornata mondiale della lotta all’Aids, che si celebra in tutto il mondo il primo dicembre.

Il 2011 è un anno importante nella lotta al virus: l’ultimo rapporto di Unaids ha fatto sapere che per la prima volta da quando è comparsa la malattia, circa trent’anni fa, il numero delle nuove infezioni è sceso. Dal 1999 a oggi le nuove contaminazioni sono diminuite di un quinto (il 19%) raggiungendo i 2,6 milioni nel 2009. Ma, anche considerando i progressi, la sfida resta enorme: sono 33,3 milioni le persone che vivono nel mondo con l’Hiv.

In occasione di questo primo dicembre, l’Onu ha fissato un nuovo traguardo, la realizzazione dei “tre zeri”: zero nuove infezioni da Hiv, zero discriminazione e zero decessi per Hiv. «Il nostro obiettivo comune è chiaro» ha detto Ban Ki-moon, «fornire accesso universale alla prevenzione dell’Hiv, cure, assistenza e sostegno».

Le organizzazioni che operano sul campo mettono in luce l’altro lato della medaglia e chiedono di non abbassare la guardia nella lotta alla pandemia. Secondo Medici senza Frontiere «la cura dell’Hiv/Aids nei paesi in via di sviluppo sta subendo alcuni colpi che si tradurranno nell’impossibilità di rendere effettive le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e di poter sfruttare le novità introdotte dalla scienza medica».

«Il prezzo delle nuove medicine di cui abbiamo bisogno rischia di impennarsi, ora che i paesi donatori stanno facendo un passo indietro nei loro impegni per l’espansione delle cure contro l’Aids», dichiara Gilles van Cutsem, coordinatore medico di Msf per il Sud Africa e Lesotho. «Come medici che lottano per curare le persone sieropositive, ci sentiamo con le mani legate».

«Secondo le Nazioni Unite il 2010 sarebbe dovuto essere l’anno del raggiungimento dell’accesso universale alle cure per HIV/AIDS» denuncia Action Aid International. «In realtà, le persone sottoposte ai trattamenti sono solo un terzo di quante ne avrebbero urgentemente bisogno».

In occasione della giornata mondiale per la lotta all’AIDS, Action Aid ha presentato “Ogni promessa è debito: l’Italia e la lotta all’AIDS”, un rapporto che analizza il ruolo dell’Italia nella lotta all’Aids rispetto a due elementi fondamentali: le risorse e il rafforzamento dei sistemi sanitari.

«Cinque milioni di persone sono state sottoposte al trattamento anti-retrovirale, una crescita di 12 volte negli ultimi 5 anni. Ma non dobbiamo farci ingannare» afferma Marco Simonelli, curatore del rapporto. «Sebbene le risorse impegnate dalla comunità internazionale dei donatori siano raddoppiate negli ultimi 4 anni, rimane ancora elevata la distanza tra le risorse disponibili e quelle necessarie per combattere la pandemia. Nel corso del 2010, inoltre, lo sforzo fatto per aumentare le risorse si è interrotto a causa della crisi economica globale».

In Italia sono diverse le iniziative e gli appelli in occasione della giornata mondiale. Anlaids, Arcigay, Lila e Nadir hanno presentato un documento al governo chiedendo azioni concrete a sostegno di chi vive con l’Hiv, istituzione di organismi in grado di monitorare il reale andamento dell’epidemia in Italia, nuove e più incisive iniziative di prevenzione e un sostegno non saltuario alla ricerca.

Il primo dicembre i Giovani della Croce Rossa Italiana saranno presenti nelle piazze e nei locali delle cittadine di tutta Italia per promuovere la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili tra le quali Hiv-Aids. Sono 95 le iniziative in calendario per l’occasione e piu’ di 20.000 i ragazzi che saranno coinvolti nelle attivita’ proposte sul territorio, tutte volte a promuovere comportamenti sessuali sicuri ed al riparo da rischi di contagio delle malattie a trasmissione sessuale

Cesvi, ong attiva con progetti di lotta all’Aids soprattutto in Africa, ha scelto quest’anno di  testare le conoscenze dei giovani italiani su questo argomento attraverso il “Virus Free Test”, un quiz preparato da esperti di tematiche legate al virus e alla sua diffusione, sia in Italia sia nei Paesi in via di Sviluppo, con l’obiettivo di fornire informazioni sull’HIV/AIDS sconfiggendo stereotipi e pregiudizi. L’obiettivo? Stimolare nei giovani la curiosità e la voglia di documentarsi sui rischi e sulle possibili risposte relative all’endemia. Saranno gli studenti del SISM, Segretariato Studenti di Medicina – che supporta Cesvi da anni, a sottoporre il test ai giovani nella giornata del 1° dicembre in 32 piazze italiane.


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