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Cooperazione & Relazioni internazionali

Agricoltore ucciso da cecchino israeliano

È successo al confine nord della Striscia: il contadino era tra i beneficiari di un progetto dell'ong italiana Gvc. Aveva appena avuto un incontro con i cooperanti

di Redazione

L’ong Gvc, presente con i propri cooperanti a Gaza, esprime il suo sdegno e il suo dolore per l’uccisione di Shaban Qarmout, un agricoltore di 67 anni, colpito nel pomeriggio di lunedi 10 gennaio 2011 da un proiettile sparato da una delle torri di guardia localizzata lungo il muro che delimita il confine nord della Striscia di Gaza. L’incidente è avvenuto a pochi metri da uno dei pozzi agricoli riabilitati nel corso di un nostro progetto e pochi minuti dopo un incontro avuto con il personale Gvc impegnato a raccogliere testimonianze di vita degli agricoltori beneficiari del progetto.

Il Gvc, Gruppo di volontariato civile, è presente nei Territori palestinesi occupati dall’inizio degli anni ’90. Nella striscia di Gaza è arrivato nel 1997 con progetti sanitari. Dal 2006 si occupa principalmente di acqua e igiene ambientale. Tra riabilitazione di pozzi, desalinizzatori e acquedotti, al di là dell’irrigazione, ha finora realizzato interventi capaci di garantire acqua potabile a 22mila profughi dei campi di Al-Bureij, oltre ad aver distribuito a 900 famiglie serbatoi per lo stoccaggio dell’acqua, andati distrutti dall’intervento militare del dicembre 2008-gennaio 2009.

L’uccisione di Saban Qarmout non è purtroppo un caso isolato. L’ong italiana denuncia il perpetuarsi di azioni armate contro civili palestinesi da parte dell’esercito israeliano nelle vicinanze della cosiddetta ‘buffer zone’, zona cuscinetto che segue il confine nord-orientale della Striscia di Gaza, la cui estensione oltre i 300 metri è stata dichiarata unilateralmente da Israele dopo l’Operazione Piombo Fuso.


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