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Tettamanzi a Vita: «Il lavoro, vera priorità sociale»

Un'intervista sul numero in edicola questa settimana

di Redazione

A due anni dal lancio del Fondo Famiglia Lavoro il cardinale Dionigi Tettamanzi con una lunga intervista rilasciata al settimanale Vita in edicola questa settimana, traccia un bilancio di questa iniziativa straordinaria che attraverso una raccolta di 11milioni di euro ha potuto aiutare 5mila famiglie messe in ginocchio dalla crisi. L’ccasione è la presentazione dei risultati della Fondazione famiglia lavoro, attraverso una ricerca realizzata dall’istituto Aaster di Aldo Bonomi e avvenuta a Milano. Nell’occasione il cardinale ha pronunciato un discorso sulla situazione sociale della diocesi (lo trovate in allegato)

Nell’intervista rilasciata a Vita il cardinale spiega che «l’intervento della Chiesa a sostegno di chi ha perso il lavoro non rappresenta se non una “goccia” nel vasto mare delle necessità che solo chi ha responsabilità civili, o in ambito politico ed economico può e soprattutto deve affrontare, con mezzi e in tempi adeguati». Il cardinale, in questa lunga intervista esclusiva, lancia anche un appello sull’urgenza più grande nella società d’oggi, il lavoro. «Offrire lavoro, pur con le gravi difficoltà in cui si dibatte il mercato, è oggi condizione di vita, di dignità personale e familiare, per molti. La “questione lavoro” dovrebbe davvero essere messa ai primi posti dell’ordine del giorno di tutti quanti hanno responsabilità pubbliche o d’impresa».

Tettamanzi non nasconde anche alcuni aspetti di delusione rispetto a certe reazioni e giudizi ricevuti: «Mi fa male, come vescovo, sentire persone che affermano con tranquillità, contando sul consenso scontato di chi le ascolta: “ma dov’è la crisi? Guarda le strade come sono affollate, i supermercati che traboccano di persone…” senza rendersi conto di quanti non sono in quella condizione, come pure del fatto che i consumi anche per prodotti di prima necessità stanno diminuendo sempre di più, che i risparmi delle famiglie si stanno assottigliando».

Infine un commento di soddisfazione sul comportamento della Chiesa milanese: «Mi ha sorpreso anzitutto l’aspetto corale, partecipato della risposta all’appello che avevo lanciato inaugurando il Fondo. Le migliaia di offerte di privati, le centinaia di parrocchie che si sono attivate, le ingenti somme devolute da alcuni Enti, mi hanno stupito non tanto per la loro rilevanza, ma per la gratuità che hanno manifestato: non c’era un particolare ritorno di immagine nel contribuire al Fondo! L’espressione quindi di una comunità solidale, spesso nascosta ma vivace».


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