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Sostenibilità sociale e ambientale

La giunta del Veneto dice no alle centrali

Secondo il capogruppo Federico Caner è un argomento che non può sottostare a logiche di partito

di Redazione

«La questione dell’assenso al nucleare non può sottostare a logiche politiche e di coalizione, ma risponde piuttosto alla libertà di coscienza e alla sensibilità individuale». Lo afferma il capogruppo leghista in Veneto, Federico Caner, che ha presentato in Consiglio una sua mozione per le energie rinnovabili e il «no» al nucleare. «Il Veneto rispetto alle altre regioni italiane», dichiara Caner, «vanta già un cospicuo “pacchetto energia” garantito dal rigassificatore e dalla centrale di Porto Tolle. Inoltre il nostro territorio è fortemente antropizzato e del tutto inadatto ad ospitare simili impianti. In un momento in cui il Governo, per bocca del ministro Prestigiacomo, ha ammesso la necessità di una riflessione sull’insediamento di centrali in Italia, noi ribadiamo il nostro “no” deciso al nucleare anche alla luce di quanto sta accadendo in Giappone, pur rifiutando azioni dettate dall’emotività. Aggiungo che il nostro diniego al nucleare va a tutelare la valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali e di qualità, nelle quali il Veneto è leader, e mira a salvaguardare la sicurezza della popolazione in un territorio che presenta un elevato pericolo sismico. Ad oggi non c’è certezza che un impianto atomico non presenti alcun tipo di rischio».

 

La mozione leghista impegna la Giunta regionale ad adottare in tempi ristretti il Piano Energetico, prevedendo al suo interno programmi per la produzione di energia da fonti rinnovabili a basso impatto ambientale e prevedendo una razionalizzazione dei consumi per adeguare il Veneto agli obblighi comunitari del 2020. «Auspichiamo inoltre che l’esecutivo regionale intraprenda lo sviluppo di processi virtuosi di risparmio energetico principalmente nell’edilizia e nei trasporti, che costituiscono i settori a maggiore dispersione energetica», spiega Caner, che conclude chiedendo alla Giunta, «di esprimere parere negativo e definitivo all’installazione di una centrale nucleare in Veneto, puntando piuttosto all’autosufficienza domestica».

 


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