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Economia & Impresa sociale 

«La nube non deve far paura»

Il ministro Fazio: «assoluta assenza di pericoli per le correnti in arrivo». Ma ecco come viene monitorata

di Redazione

Per un italiano su quattro (24 per cento) il pericolo piu’ temuto è la contaminazione dell’ambiente che batte addirittura gli effetti della crisi economica (20 per cento), le paure per la salute che derivano dal consumo dei cibi (17 per cento), il rischio di un incidente automobilistico (11 per cento), la criminalità e la malattia entrambe fonte di preoccupazione per il 10 per cento della popolazione.

E’ quanto emerge da una elaborazione della Coldiretti, sulla base dei ultimi dati Eurobarometro sui rischi, che esprime apprezzamento per le tempestive rassicurazioni del Ministro Ferruccio Fazio sulla l’assoluta assenza di pericoli per l’arrivo in Italia di innocue correnti d’aria con una minima quantita’ di radioattivita’, come confermato da tutte le rilevazioni effettuate.

Il monitoraggio è importante – conclude la Coldiretti – per evitare psicosi tra gli italiani che – secondo le elaborazioni della Coldiretti – sono  più spaventati della media europea dai rischi potenziali che potrebbero venire dall’emergenza nucleare causata in Giappone dal terremoto.

Nube Radioattiva: come viene monitorata
La nube radioattiva ha attraversato l’Oceano Pacifico interessando dapprima le coste degli Stati Uniti Occidentali per poi attraversare tutti gli USA, fino all’Oceano Atlantico. E’ imminente l’arrivo di particelle radioattive sul Continente Europeo, con molto probabilità  si espanderanno in tutto l’emisfero nord.

Negli USA gli esperti americani hanno comunque tranquillizzato i cittadini statunitensi affermando che le concertazioni per ora rilevate si sono diluite di molto nel tragitto e non rappresentano un pericolo per la salute umana. Lo stesso avvenne con il disastro di Chernobyl quando in 10 giorni la nube raggiunse le coste della California ma in concentrazioni trascurabili.

Venerdì scorso a Sacramento in California, sono state rilevate tracce di Iodio 131 e Cesio 137 in concentrazioni di milioni di volte inferiori a quelle che potrebbero risultare dannose per la salute umana. Lunedì sono state misurate tracce di particelle radioattive anche sulla East Coast, a Charlottesville, in Virginia.

Entrambe le stazioni di monitoraggio fanno parte della rete del CTBTO (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization), un’ organizzazione internazionale fondata a Vienna nel 1996 che si occupa di monitorare i livelli di radioattività nell’atmosfera per smascherare i paesi che eseguono test nucleari illeciti. Fanno parte dell’organizzazione 182 paesi sparsi per tutto il globo.
Paradossalmente questa organizzazione non è tenuta a rendere pubblici i valori di radioattività misurati nelle stazioni della rete: «Abbiamo il mandato dai nostri 182 stati membri di rendere pubblici i dati sismici ma non quelli sulla radioattività. Per cui, oggi, non possiamo dire cosa stiamo trovando in Giappone» spiega a Nature la portavoce del CTBTO Annika Thunborg.

Va aggiunto che in occasione del disastro nucleare in Giappone, anche se l’organizzazione è nata per monitorare eventuali test atomici clandestini, i suoi funzionari hanno cominciato a condividere i loro dati con le autorità internazionali per meglio valutare l’impatto del disastro nucleare nipponico.

Poiché le particelle radioattive sono in procinto di raggiungere l’Europa, saranno anche le stazioni della rete del CTBTO a segnalarci l’entità dell’aerosol radioattivo. In Italia c’è la stazione di Valguarnera in Sicilia.

Ad intercettare la nube in Italia ci sono anche i sistemi della Rete nazionale di sorveglianza della radioattività, una rete che è sempre e comunque attiva su tutte le regioni italiane presso le Arpa Regionali.

Giancarlo Torri, responsabile del Servizio misure radiometriche del Dipartimento nucleare dell’Ispra, ha dichiarato: «a stamattina non si rileva nessun segnale di incremento di radioattività né sull’Italia né sull’Europa. Il valore della nube – continua Torri – dipende da quanto materiale radioattivo e’ uscito, da quanto sta in alto e da quali fenomeni di diluizione e’ influenzato”. La dose attesa, prosegue Torri, “dovrebbe essere tra mille e 10mila volte meno di quella che arrivò dopo Chernobyl. Ci aspettiamo valori da 100 a 1.000 milionesimi di baquerel per metro cubo di aria. Al momento non si rilevano assolutamente rischi per la popolazione. L’eventuale esposizione sarebbe molto rapida».


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